In Umbria, ai lavoratori del comparto sono destinati circa 5,5 milioni di euro. L’anno passato a ricevere il sussidio sono stati 17.225 addetti di 4.435 aziende della regione
(UNWEB) Perugia, – Venerdì 28 maggio sono stati accreditati 337,5 milioni di euro sui conti del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba), unico soggetto abilitato per legge a pagare la cassa integrazione a lavoratrici e lavoratori del comparto sospesi dal lavoro, anche a causa del covid. Il Fondo ha iniziato con l’erogazione della prestazione spettante per i mesi di gennaio, febbraio, marzo e una piccola parte di aprile. Alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti del Comparto artigiano in Umbria sono destinati 5.556.620 euro.
Accelerare i tempi. “Lavorando con impegno – commenta Giuseppe Siniscalchi, sindacalista Uil responsabile del Coordinamento dell’artigianato –, Fsba terminerà le operazioni in brevissimo tempo. Ben altri tempi rispetto all’attesa che è durata 150 giorni fra firme di ministri, passaggi dalla Corte dei conti, procedure e decreti. Tempi lunghi che hanno preoccupato lavoratrici e lavoratori, esacerbato gli animi, raccolto rabbia e proteste, spesso dirette proprio a Fsba o all’Ente bilaterale regionale Ebrau che, per la verità, non hanno alcuna colpa in merito, né alcuna competenza nel definire tempi e modi operativi e burocratici. Si spera proprio, peraltro, che gli ulteriori passaggi per dotare il Fondo di tutte le risorse necessarie per il pagamento della cassa integrazione per l’anno 2021 siano accelerati e più veloci”.
I numeri del 2020. L’anno passato il Fondo ha erogato prestazioni per 2,2 miliardi (fra erogazioni dirette e versamenti/accantonamenti per l’Inps della contribuzione correlata), sono stati sostenuti 750mila lavoratrici e lavoratori, e 212mila sono state le aziende interessate. Anche qui il dato dell’Umbria: 17.225 addetti, più di un terzo donne, hanno ricevuto la cassa integrazione, dipendenti da 4.435 aziende, delle quali 688 mai avevano versato al Fondo.
Importanza della bilateralità. “Questa disgraziata stagione del Covid – sempre Siniscalchi – ha avuto uno strano effetto sull’artigianato umbro: ha fatto scoprire i servizi e la protezione che la bilateralità è in grado di fornire alle imprese e ai dipendenti: oggi la cassa integrazione, ma anche aiuti per l’innovazione tecnologica o sussidi per i lavoratori, una sanità integrativa e una specifica attenzione per la sicurezza sul lavoro. Molte aziende di piccole o medie dimensioni, per troppo tempo, sono restate fuori da questo sistema, magari anche evadendo precisi obblighi di legge (come è il caso del Fondo per gli ammortizzatori sociali) o norme contrattuali (e qui, invece, è il caso dell’Ebrau). Anche in Umbria serve un rinnovato impegno delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e delle associazioni datoriali Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai perché l’artigianato possa contare su nuovi e rinnovati strumenti per proteggere il lavoro, per promuovere l’occupazione, per aiutare un settore strategico per la nostra economia”.
In arrivo altri fondi. Intanto, è già stata avviata tutta la procedura di attribuzione degli altri 450 milioni di euro destinati dalla Legge di stabilità al Fondo artigiani e a Formatemp, Fondo che invece si occupa del settore somministrazione. Dovrebbero arrivare altri 337,5 milioni di euro con cui pagare le sospensioni di aprile e mesi seguenti fino alla copertura delle prime 12 settimane di cassa integrazione di quest’anno. Ha preso avvio anche l’analoga operazione di attribuzione, fra i due diversi soggetti, dell’ulteriore dotazione finanziaria stabilita con il primo decreto sostegni: 1,1 miliardi di euro. A Fsba dovrebbero andare 825 milioni. Con queste risorse si potrà far fronte al fabbisogno di imprese/lavoratori per le 28 settimane di sospensione previste una volta esaurita la prima mandata. In questo modo, il sistema Artigianato può contare per quest’anno su un miliardo e mezzo di euro per pagare la cassa integrazione per i periodi di sospensione dal lavoro a causa del Covid.