IMG 2647(UNWEB) Verona. Il turismo enogastronomico è stato protagonista di questa prima giornata di Umbria, Sorsi di felicità, grazie all’incontro curato da Assogal Umbria, tra i 5 Gal regionali e alcuni operatori turistici specializzati, a cui sono stati presentati territori, appuntamenti e iniziative delle diverse aree della regione, ma anche grazie all’approfondimento che il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A ha dedicato all’enoturismo e alla presentazione delle edizioni 2022 di Cantine Aperte e Frantoi Aperti.

A questo secondo appuntamento, in particolare, hanno preso parte anche il Presidente regionale del Movimento Turismo del Vino Giovanni Dubini e il Presidente delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, Paolo Morbidoni.

L’Umbria, del resto, è stata pioniera, a livello nazionale, dell’enoturismo di qualità con l’esperienza della certificazione del "Decalogo dell'Accoglienza" in cantina da parte del Movimento Turismo del Vino. Tale esperienza ha senz’altro ha contribuito all’attuale normativa nazionale (Legge n. 205 del 27 dicembre 2017 commi 502,503,504 e 505, attuata con il decreto Centinaio del 2019), recepita in Umbria con DGR n. 815/2020.

Ma, in questi anni l’enoturismo si è evoluto diventando vero e proprio turismo culturale, in grado di promuovere non solo il vino, ma anche il territorio e le sue tradizioni, oltre che un’importante fonte di reddito per le cantine stesse. A livello nazionale sono stati raggiunti nel 2019, in base alle stime del 16esimo Rapporto dell’Osservatorio sul Turismo del Vino almeno 15 milioni di presenze (tra turisti ed escursionisti) e almeno 2,65 miliardi di euro di fatturato. A livello regionale si è potuto contare su affluenze intorno alle 80.000 presenze, con un indotto in termini di vendite importante per le cantine, ma anche per tutte le attività coinvolte nel settore turistico (alberghi, ristoranti, agriturismi, attività ricreative, ma anche servizi e mobilità).

“Oggi i tempi sono maturi per dare stabilità a questo tipo di accoglienza, tutto l’anno -ha spiegato Paolo Morbidoni, Presidente delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori- coniugando la produzione e il prodotto con il territorio che c’è dietro. Questo, d’altro canto, è un elemento che si sta affermando con grande forza e che richiede la capacità di un territorio di organizzarsi per dare ai visitatori il miglior livello di servizio possibile. I numeri -ha concluso- sono in grande crescita, la motivazione enogastronomica del viaggio è sempre maggiore, ma anche la competizione è alta e, per questo, dobbiamo lavorare e cercare di non fare errori.”

Dello stesso avviso anche Giovanni Dubini, Presidente MTV Umbria, per il quale l’enoturismo è sempre più importante per le cantine, per far conoscere tutto quello che c’è dentro una bottiglia di vino. “È quindi fondamentale -ha detto- che si sappia fare rete e che si pianifichi da subito, seppur in mezzo a tanta incertezza dovuta alla situazione pandemica prima e alla guerra poi, dove vogliamo andare domani. Il turista del vino -ha concluso- non è più quello di vent’anni fa, oggi quando viene in cantina vuole fare un’esperienza completa, conoscere un vino si ma anche un produttore e un territorio che non conosce.”

In conclusione anche l’assessore Morroni ha ribadito la volontà e la necessità di valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio per raccontare e promuovere quello scrigno di arte, ambiente e tradizioni che è l’Umbria, ripercorrendo la strada già intrapresa per l’enoturismo anche per l’oleoturismo, al fine di garantire la qualità dell’accoglienza.


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