energia gas energy(UNWEB)  PERUGIA – Da oltre un anno i costi di produzione in agricoltura sono in continuo aumento. I rialzi hanno toccato punte del 300%. Gli ultimi incrementi delle quotazioni del gas naturale mettono a rischio la continuità del ciclo produttivo. "Per alcune imprese umbre la cessazione dell'attività potrebbe essere definitiva, mentre per altre lavorare in condizioni di reddito negativo per effetto dei rincari è ormai la normalità" denuncia il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi.

Come tutte le attività imprenditoriali, quella delle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell'aumento esponenziale dei costi delle materie prime e della guerra in Ucraina. Sull'agricoltura si è quindi abbattuta soprattutto l'esplosione del costo dei fertilizzanti, con i prezzi dei fosfati, dell'urea e del potassio che sono aumentati rispettivamente del 190%, 170% e 280% negli ultimi due anni.

Ma a portare i prezzi per la prima volta ai massimi storici l'anno scorso (la produzione mondiale di fertilizzanti infatti dipende in maniera stretta dal costo del gas) è stato l'aumento del costo dell'energia e dei trasporti avvenuto mentre la popolazione mondiale usciva dalla pandemia.

Soprattutto dall'Europa serve una risposta. Durante la scorsa sessione Plenaria, i deputati hanno sollecitato la Commissione europea a presentare una strategia per superare la crisi dei prezzi e dell'offerta dei fertilizzanti, e sottolineato la necessità di una minore dipendenza dagli input chimici per un nuovo approccio all'agricoltura.

Anche per il responsabile dell'Agricoltura della Commissione UE, l'enorme aumento dei prezzi dei fertilizzanti è un grande problema per gli agricoltori europei che mette a rischio la sicurezza alimentare. "Un grande problema anche per quelli umbri perché è a rischio quindi la grande produttività dei raccolti d'eccellenza Made in Umbria" sottolinea ancora Rossi.

Per Confagricoltura Umbria c'è anche la necessità di accelerare su norme, strumenti ed indirizzi di governo regionale per spingere sul concreto sviluppo delle produzioni rinnovabili (compreso biogas e biomasse) e sulla formazione a tappeto delle comunità energetiche.

Ma "poco efficace e tempestivo" nell'ottica di contrastare la crescita senza precedenti e la volatilità dei prezzi del gas che stanno penalizzando famiglie e imprese è per Confagricoltura il pacchetto di misure presentato ieri dalla Commissione europea sui costi dell'energia e la sicurezza dell'approvvigionamento in vista della riunione del Consiglio europeo il 20 e 21 ottobre.

"Anche se sono state definite di emergenza – afferma il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – molti dettagli operativi restano ancora da delineare in vista dell'entrata in vigore soltanto all'inizio del prossimo anno. Il calo dei prezzi del gas che si è registrato negli ultimi giorni dimostra il ruolo che gioca la speculazione".

"Assolutamente inadeguate le proposte relative ai sostegni che gli Stati membri potranno destinare alla riduzione del 'caro bollette' - sottolinea ancora il presidente Giansanti -. Non sono previsti nuovi stanziamenti in un quadro di solidarietà. Potrà solo essere rimodulata soltanto una parte dei fondi di coesione 2014-2020 non ancora utilizzati. Per l'Italia, sarebbero disponibili appena 4 miliardi di euro. Una somma inadeguata alle necessità, considerando che i costi energetici hanno raggiunto un'incidenza del 25% sul totale dei costi".

"Non è possibile – prosegue Giansanti – continuare sulla strada degli aiuti di Stato elargiti sulla base delle capacità di spesa dei bilanci pubblici. Nonostante le pesanti ricadute economiche della pandemia e della guerra in Ucraina, la UE ha lasciato invariati gli stanziamenti destinati all'agricoltura. Il corretto funzionamento del mercato unico è a rischio. Ci auguriamo che i capi di Stato e di governo della UE rivolgano un pressante invito alla Commissione, affinché metta rapidamente a disposizione delle imprese agricole nuove risorse per contenere i prezzi alla produzione. Il settore agroalimentare – conclude Giansanti – va messo al riparo da qualsiasi forzata riduzione dei cicli di produzione che avrebbe come effetto l'ulteriore aumento dell'inflazione e della spesa delle famiglie per l'alimentazione".


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