(UNWEB) L'Umbria che balla non è soltanto un'immagine evocativa: è un risultato che si misura in cifre. Nel secondo trimestre 2025 le sale da ballo umbre rappresentano il 20,1% delle imprese attive del comparto relax e divertimento (94 su 468), a fronte di una media nazionale del 7,8%. Non solo: assorbono da sole 1.469 addetti su 2.130 complessivi, pari al 69% degli occupati del settore. Una quota nettamente superiore alla media italiana, che fa del ballo la componente dominante dell'economia del tempo libero in Umbria.
La dichiarazione
Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell'Umbria: "Il dato delle sale da ballo fotografa una regione che, nel cuore del Paese, ha saputo trasformare la voglia di socialità in un pezzo di economia concreta: venti imprese su cento del comparto relax, contro meno di otto a livello nazionale, e quasi il 70% degli addetti. È un risultato che ci distingue e che racconta la vitalità di un settore capace di generare lavoro e attrattività. Ma l'economia del relax non è fatta solo di piste da ballo: comprende sport, fitness, intrattenimento, parchi, con performance più in linea con la media italiana. Per questo guardiamo al dato del ballo come a un segnale incoraggiante, che ci dice quanto le identità locali possano diventare leva di sviluppo, e allo stesso tempo come stimolo per rafforzare gli altri comparti e dare all'Umbria un profilo ancora più competitivo."
Numeri che sorprendono perché indicano che il ballo, in Umbria, non è solo passione o tradizione: è un motore di impresa e occupazione, capace di generare lavoro, indotto e identità sociale. La regione, che di norma pesa per l'1,4-1,5% a livello nazionale in termini di popolazione e Pil, nel comparto delle sale da ballo arriva a sfiorare il 4% del totale italiano, con quasi 1.500 addetti (il 69% dell'intero settore del relax e del divertimento).
L'economia del relax in Italia e in Umbria
Per inquadrare questi dati occorre considerare il contesto più ampio. L'"economia del relax e del divertimento" comprende sport, palestre, parchi, stabilimenti balneari, sale giochi, discoteche e altre attività legate al tempo libero. Non è un settore marginale, ma un ambito che incrocia turismo, socialità e benessere, generando occupazione e coesione.
Secondo l'analisi della Camera di Commercio dell'Umbria su dati Unioncamere-InfoCamere e Movimprese (II trimestre 2025), in Italia sono attive 36.863 imprese del relax, con 116.185 addetti. In Umbria il comparto conta 468 imprese attive, che occupano 2.130 persone. Le imprese registrate sono 550, ma 83 non risultano operative. In questo quadro le sale da ballo emergono come il vero baricentro regionale, superando per numero di addetti l'insieme di tutti gli altri sottosettori.
Le "altre attività di intrattenimento"
Accanto al ballo, il comparto umbro presenta altre voci significative. Le attività di intrattenimento e divertimento – giostre, animazione di feste, escape room, laser game, paintball – contano 108 imprese, pari al 23,1% del totale (sopra il 21,9% nazionale), ma con un peso occupazionale più ridotto: 256 addetti, pari al 12% del settore.
Organizzazioni sportive ed eventi
Rappresentano il 24,7% delle imprese attive umbre nel relax e nel divertimento (in linea con il 24,6% nazionale), ma con soli 85 addetti (4%). Più consistente appare il comparto dei centri fitness, che in Umbria incidono per il 18,6% delle imprese del relax, contro il 13,9% nazionale. Qui lavorano 121 persone, pari al 5,7% degli addetti, segno di una domanda crescente di benessere e forma fisica.
Sale giochi e parchi divertimento
Le sale giochi rappresentano l'8,5% delle imprese umbre (40 attività), poco sotto il 9,6% nazionale, con 128 addetti (6%). I parchi di divertimento e tematici raggiungono invece il 3,8% delle imprese umbre contro il 2,5% nazionale, con 63 addetti (3%). Numeri contenuti, ma che testimoniano una diversificazione dell'offerta, in grado di attrarre pubblico con formule innovative.
Stabilimenti balneari
Ovviamente, non avendo il mare, in Umbria restano un settore marginale: 1,1% delle imprese umbre del settore relax e divertimento contro il 17,7% nazionale, con appena 8 addetti. Un dato inevitabile vista la conformazione geografica della regione, che tuttavia rafforza il peso di altre attività come il ballo e il fitness, capaci di colmare in parte questa assenza strutturale.
Perugia e Terni: la geografia del relax
La provincia di Perugia concentra 362 imprese attive con 1.753 addetti (oltre l'80% del totale regionale). Qui la tradizione di locali da ballo, discoteche e intrattenimento ha trovato una naturale connessione con turismo culturale e flussi di visitatori. La provincia di Terni conta 106 imprese e 377 addetti: numeri più contenuti, ma con una specializzazione interessante nello sport, nel fitness e in alcune attività innovative. Un equilibrio che garantisce al settore una diffusione abbastanza omogenea in tutto il territorio regionale.
Il confronto con l'Italia
Nel complesso l'Umbria pesa per l'1,27% delle imprese italiane dell'economia del relax, leggermente sotto il suo peso medio in termini di Pil e popolazione. Ma in alcune voci il quadro si ribalta. Come detto le sale da ballo umbre valgono quasi il 4% del totale nazionale, i parchi divertimento l'1,92% e i centri fitness l'1,75%. Più contenute le quote umbre in eventi sportivi (1,17%) e sale giochi (1,36%).
A livello nazionale, il comparto è guidato dalle attività di intrattenimento e divertimento (21,9%), seguite da organizzazioni sportive ed eventi (19,2%), stabilimenti balneari (17,7%), centri fitness (13,9%), sale da ballo (7,8%), sale giochi (9,6%), altre attività sportive (5,4%) e parchi tematici (2,5%).
Economia e socialità
L'Umbria mostra dunque un profilo particolare. Non eccelle in tutti i segmenti del relax e del divertimento, ma nelle sale da ballo, e in misura più contenuta anche in altre voci del settore, presenta valori superiori (nel ballo nettamente superiori) alla media nazionale. È qui che il divertimento si trasforma in impresa, la socialità in lavoro, la musica in attrattività territoriale.
Il dato triplo delle sale da ballo non è quindi soltanto un numero: è l'indicatore di un settore che unisce economia e comunità, rafforzando l'immagine dell'Umbria come regione capace di trasformare passioni collettive in leve di sviluppo. Un fenomeno, d'altronde, già visto con i dati della cultura, oggetto del report della Camera di Commercio di qualche settimana fa.