Infografica 2(UNWEB) Dati Tagliacarne-Unioncamere-Camera di Commercio dell'Umbria: tasso di immatricolazione universitaria record, disoccupazione giovanile in calo e imprese under 35 in crescita. La sfida è trattenere i talenti e far crescere qualità e sostenibilità.La spinta culturale, l'imprenditorialità under 35 e il consumo esperienziale confermano che i giovani della generazione Z non sono spettatori, ma protagonisti. Serve un salto: contratti qualificati, percorsi connessi con il territorio e incentivi per chi resta. È possibile trasformare questa forza potenziale in classe dirigente regionale.


La dichiarazione

Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell'Umbria: "I giovani della Generazione Z rappresentano la più grande opportunità di crescita per l'Umbria. Studiano più della media nazionale, partecipano al mercato del lavoro con energia e voglia di fare impresa. È una generazione concreta, che chiede percorsi formativi di qualità, lavoro vero, ambienti innovativi. Come Camera di Commercio lavoriamo costantemente per rafforzare il ponte tra scuola e imprese, facendo proposte per il rientro dei laureati e premiare chi sceglie di costruire qui il proprio futuro. I cinque punti chiave che proponiamo e sui quali va fatto convergere in maniera unitaria lo sforzo di tutte le istituzioni umbre sono da affrontare con decisione. Non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio umano: dobbiamo fare dell'Umbria una regione giovane, dinamica e attrattiva, dove restare e lavorare abbia senso."


Un motore silenzioso ma decisivo

In Umbria la Generazione Z — chi oggi ha tra i 13 e i 28 anni — non è un orizzonte lontano, ma un motore reale dell'economia regionale. I dati più recenti raccontano una realtà che sorprende: i giovani umbri studiano e lavorano più della media nazionale. Il tasso di disoccupazione per la fascia 15–29 anni è sceso al 12,4% nel 2024, contro il 14,7% dell'Italia, mentre il tasso di attività — ovvero quanti lavorano o cercano lavoro — è salito al 71,5%, superando sia la media del Centro (70,6%) sia quella nazionale (66,6%).

Ma non è solo una questione occupazionale. Il vero salto riguarda la formazione: l'Umbria cresce nella qualità e nella quantità degli studi, segnando risultati di rilievo anche nel confronto con le regioni più forti.


I giovani umbri studiano di più

Secondo l'indagine del Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere (settembre 2025), la provincia di Terni è terza in Italia su 107 province per percentuale di immatricolati all'università rispetto alla popolazione di 19 anni (quindi tra coloro che su diplomano): un 69,3%, a fronte di una media nazionale inferiore al 50%. È un balzo di quasi trenta posizioni in un solo anno.

Anche Perugia si colloca nella fascia alta della graduatoria, confermando una propensione strutturale allo studio e alla formazione post-diploma. Entrambe le province presentano una quota di popolazione 25–49 anni con al più la terza media tra le più basse del Paese (Terni è 12ª), segno di un capitale umano istruito e in crescita.

Inoltre, quasi un terzo dei giovani universitari umbri sceglie discipline STEM — Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica — percentuale superiore alla media italiana e in linea con i territori più industrializzati.

Tutto ciò dimostra che la Generazione Z umbra non solo lavora, ma investe con decisione sulla conoscenza, costruendo basi solide per un futuro competitivo.


Neet in discesa, partecipazione in crescita

Altro segnale positivo è il calo dei Neet — i giovani che non studiano e non lavorano — scesi in Umbria al 10,5%, contro il 15% della media italiana. Tra il 2018 e il 2023, mentre la popolazione 15–34 anni diminuiva di circa 4mila unità, i Neet si riducevano di oltre 12mila 600 persone.
Non è un effetto demografico, ma un chiaro indice di maggiore partecipazione, di giovani che scelgono percorsi di formazione, tirocini o esperienze lavorative. È il segno di una generazione che non aspetta, ma agisce.


Impresa giovane: laboratorio di innovazione

L'Umbria è anche terreno fertile per l'imprenditorialità under 35. I dati della Camera di commercio dell'Umbria segnalano un saldo positivo di +409 nuove imprese nel secondo trimestre del 2025 rispetto al precedente: il miglior risultato degli ultimi cinque anni.
Il bilancio annuale resta leggermente negativo (-0,83%), ma la crescita delle imprese giovanili è decisamente più dinamica della media nazionale. I settori più vivaci: turismo esperienziale, agroalimentare innovativo, tecnologie digitali e manifattura sostenibile.

È una generazione che non teme il rischio, combina competenze tecniche e visione internazionale, ma chiede un ecosistema più rapido e semplice: meno burocrazia, più mentoring, fondi seed accessibili e spazi condivisi dove far nascere idee.


Trattenere i talenti, costruire senso

L'Umbria forma giovani preparati ma fatica a trattenerli. Molti laureati scelgono di partire per trovare altrove percorsi di crescita professionale. La sfida è trasformare la qualità formativa in occupazione qualificata, con contratti stabili e opportunità coerenti con le competenze acquisite.
Serve un patto strutturato tra istituzioni, università e imprese per incentivare il rientro dei laureati, collegare i corsi alla domanda locale e creare filiere di lavoro ad alta specializzazione.

Come osserva l'avvocato Andrea Carta Mantiglia di BonelliErede, la law firm da cui è passata la storia economica d'Italia: "Le nuove leve cercano autonomia, chiarezza, valori concreti. Vogliono sapere perché lavorano, non solo quanto guadagnano. Non basta dirsi inclusivi: bisogna dimostrarlo con fatti, benefit reali e percorsi trasparenti."
È una riflessione che illumina anche la sfida umbra: non basta offrire un salario, bisogna costruire motivazione e appartenenza.


I cinque punti chiave

La Camera di Commercio dell'Umbria lavora perché, in concreto con tutte le altre istituzioni, si possano trasformare questi dati e queste aspettative in politiche concrete:

  • Voucher di rientro per laureati che scelgono l'Umbria come luogo di realizzazione professionale;

  • Contratti qualificati per i primi impieghi giovanili, con durata certificata e possibili evoluzioni;

  • Incentivi all'imprenditorialità giovanile, con supporti per startup, spin-off e innovazione locale;

  • Distretti culturali integrati e "hub dell'esperienza", per moltiplicare le connessioni tra cultura, turismo e giovani consumatori;

  • Formazione mirata 4.0 e digitalizzazione delle PMI, per rispondere ai gap di competenze richiesti dai giovani.

Una generazione che può cambiare la regione

L'Umbria possiede un capitale umano di valore e un contesto favorevole: territorio compatto, comunità coesa, costi d'impresa contenuti, qualità della vita elevata. Ora serve un passo in più: trasformare la potenzialità dei giovani in forza strutturale della crescita economica.

I ragazzi della Generazione Z non chiedono privilegi, ma progetti concreti. E i dati lo confermano: studiano, lavorano, innovano più della media nazionale.
Chi saprà valorizzarli, non avrà giovani precari, ma giovani protagonisti — capaci di costruire, giorno dopo giorno, una nuova idea di sviluppo e di futuro per l'Umbria.

 

Infografica 2


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