Comitato di sorvegliana Psr Foligno2(ASI) Foligno – Chiuso in maniera particolarmente soddisfacente per numero e qualità di interventi il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 con la piena utilizzazione di 788 milioni di euro, l’Umbria procede speditamente all’attuazione del nuovo Programma per gli anni 2014-20.

Entro l’anno verranno attivate tutte le misure del nuovo Psr, articolato in 75 interventi, con una previsione di spesa pubblica fra i 100 e i 150 milioni di euro, di cui ad oggi 36 milioni sono già stati pagati. La “ottima performance” della Regione Umbria è emersa dalla riunione dei Comitati di sorveglianza dei due Programmi, chiamati a valutare risultati ed efficacia degli interventi, che si è svolta oggi a Foligno, a Palazzo Trinci, e alla quale hanno preso parte per la Commissione europea i “rapporteur” del Psr 2007-2013, Maria Merlo, e del Psr 2014-2020, Emanuel Jankowski, per il Ministero delle politiche agricole Francesco Mirra e Luigi Ottaviani, e i rappresentanti della società Agriconsulting, valutatore indipendente del Psr 2007-2013.
“Si può e si deve fare di più e meglio, ma in questi anni abbiamo fatto un lavoro straordinario non solo perché abbiamo impiegato tutte le risorse disponibili, ma perché abbiamo riposizionato l’agricoltura dell’Umbria, aziende e indotto, sostenendola con investimenti e risorse”. È quanto ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, che ha rivolto la sua attenzione anche ai risultati del referendum della Gran Bretagna sulla Brexit. “Nessuno di noi - ha detto – può pensare di essere più forte fuori dall’Europa. Speriamo che il voto serva alla governance europea per una forte scossa e determini un cambio di rotta per rafforzare la costruzione dell’Europa dei popoli, superando le rigidità di questi anni legate a dinamiche finanziarie”.
Quanto al bilancio del Psr, l’assessore ha sottolineato la capacità delle imprese di intercettare le opportunità offerte dalle risorse e dagli strumenti pubblici: “oggi l’agricoltura ha dinamiche più certe, si è riposizionato per dare cibo di qualità, sviluppo sostenibile, quale presidio ambientale, dando risposte importanti per l’intera economia regionale e per l’occupazione”.
“C’è la volontà di rispondere alle domande delle imprese e degli enti locali – ha detto il direttore regionale Ciro Becchetti, Autorità di gestione del Psr, soffermandosi in particolare sul nuovo Programma – e per questo già nel 2015, prima della formale approvazione da parte della Commissione europea, è stata anticipata l’attivazione di numerosi bandi”.
“Un lavoro importante ed assolutamente necessario per il raggiungimento degli obiettivi di spesa previsti: 186 milioni di euro entro il 2018, altrettanti nel 2019 e altri 125 nel 2020, con un maggior impegno finanziario per il cofinanziamento da parte della Regione rispetto al Psr precedente, pari a 22 milioni di euro”.
PSR 2007-2013. L’Umbria chiude il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 centrando appieno gli obiettivi per l’ammodernamento e la competitività delle imprese del settore agricolo, l’innovazione e lo sviluppo di infrastrutture, il miglioramento della qualità della vita e dell’economia rurale con servizi e banda larga, l’insediamento dei giovani in agricoltura: sono stati completati tutti gli interventi e utilizzate tutte le risorse pubbliche disponibili per un totale di oltre 788 milioni di euro. Un impegno straordinario da parte di imprese, enti pubblici, professionisti, struttura regionale soprattutto nel 2015 quando sono stati rendicontati e pagati 180 milioni di euro di finanziamenti pubblici, il traguardo di pagamento più rilevante mai raggiunto su un Programma dell’Umbria, cui si sono aggiunti i pagamenti degli anticipi sulle misure agroambientali della nuova programmazione in modo da assicurare la continuità delle attività di tutela e contribuendo a metter in sicurezza i livelli di spesa del PSR per gli anni 2014-2020.
Le domande presentate sono state circa 50mila e quelle finanziate circa 45mila, con un obiettivo di spesa raggiunto al 100 per cento. In particolare, la parte più cospicua della spesa del Psr (37,4%) ha interessato gli investimenti delle imprese finanziando 1746 interventi di aziende agricole (124 milioni di euro), 185 progetti dell’agroindustria (80 milioni di euro), 421 interventi nell’agriturismo (33,6 milioni di euro). Sono 491 i giovani insediati in agricoltura grazie alle agevolazioni del Psr (15 milioni di euro) e 10mila i fruitori degli interventi di formazione. Altro capitolo rilevante (36,4% della spesa del Programma) è stato quello dei premi alle imprese: quasi 10.200 aziende sono state coinvolte negli impegni agro-climatici-ambientali (225,4 milioni di euro); oltre 6400 hanno usufruito di indennità compensative (56,5 mln euro) mentre sono 338 i premi per il benessere animale (5,3 mln euro). Sono stati finanziati 526 progetti di sviluppo locale Leader (35,2 milioni di euro).
Con il PSR 2007-2013 la Regione ha raggiunto il 30% delle 33.989 aziende agricole individuali censite da ISTAT 2010. La percentuale sale fino al 61% se si considerano le sole aziende agricole attive (16.588, fonte Movimprese, 2015). I due approfondimenti tematici hanno interessato gli effetti della Strategia tabacco in Umbria e l’efficacia del Psr nelle aree tabacchicole e l’adesione di giovani e donne al Psr.
Tabacco. Il focus evidenzia il raggiungimento degli obiettivi della Strategia sviluppata nel PSR Umbria a favore dei Comuni tabacchicoli, diversamente investiti dalle ricadute della riforma del settore, e con progressiva fuoriuscita dal settore di imponenti parti del territorio. Le risorse trasferite (oltre 130 milioni di quota FEASR) per incentivare in questi territori processi di ristrutturazione o riconversione produttiva o diversificazione economica attraverso l’ammodernamento, la qualificazione l’innovazione tecnologica e organizzativa del comparto tabacco o di altri settori sono state complessivamente utilizzate.
A fine 2015, dal monitoraggio risulta che gli interventi localizzati nei Comuni tabacchicoli assorbono oltre 510 milioni di contributi pubblici, il 75% del totale. I territori tabacchicoli hanno espresso grande capacità di accedere al PSR e di effettuare investimenti finanziariamente più capienti e con una maggiore efficienza che nel resto della regione, specie nelle Misure dell’Asse 1 (miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale). Tale capacità è ancora più evidente nei 16 Comuni definiti “forti” (che complessivamente rappresentano il 98% di superfici e produzione e tra cui è evidente il ruolo assolutamente prevalente di Città di Castello) dove gli investimenti aziendali mostrano una maggior propensione delle aziende a restare nel comparto tabacco realizzando investimenti in dotazioni per la riduzione dei costi e al miglioramento qualitativo e a investire sulle agroenergie. La produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, biomasse) è obiettivo prevalente anche delle aziende che abbandonano la produzione di tabacco. Nei Comuni fuoriusciti dal settore, le agroenergie rappresentano la scelta prioritaria dei tabacchicoltori (39%) seguita dai cereali e dal lattiero caseario. In quelli “deboli” emergono investimenti in ambito cerealicolo, vitivinicolo e olivicolo.
Giovani e donne. Nel PSR 2007-13, e la priorità viene mantenuta anche nella programmazione 2014-2020, la Regione Umbria ha introdotto in un discreto numero di Misure il criterio di priorità per le domande presentate da donne e dei giovani. La ripartizione per genere delle aziende individuali beneficiarie mostra che sono 3.853 le aziende con conduttrice donna che hanno avuto accesso al PSR. La quasi totalità (99%) aderisce alle misure più specificamente agricole; rappresenta il 38% delle conduttrici di aziende agricole umbre, mentre gli uomini beneficiari, seppur più numerosi, rappresentano il 25% dell’universo del conduttori.
Un elemento che conferma l’efficacia dell’impianto programmatico e attuativo per favorire l’accesso all’incentivo da parte delle donne. Analizzando nel dettaglio, le donne beneficiarie della misura 121 Ammodernamento aziende agricole investono prevalentemente nel comparto cerealicolo (43%) seguito da quello dell’olio di oliva (13%) e della carne (13%).
Nella misura 311 Diversificazione verso attività non agricole (177 beneficiari) le donne, ritenute prioritarie in fase programmatoria, rappresentano il 53% del totale. Gli investimenti sono prioritariamente finalizzati ad attività agrituristica (78%) rispetto ad attività di diversificazione diverse quali fattorie didattiche, sociali.
I giovani beneficiari del PSR con meno di 40 anni sono 2.281, il 22% delle imprese individuali. Mostrano sia la maggiore propensione a presentare più domande di aiuto - mediamente hanno presentato quasi 2 domande ciascuno (1,9) – sia il maggiore investimento medio per progetto che supera di oltre due volte quello sostenuto dai non giovani e di 1,7 volte quello medio realizzato dalle 10.190 imprese individuali. Il 98% aderisce alle misure più specificamente agricole: tali 2.246 beneficiari rappresentano ben due terzi dei giovani conduttori umbri (3003, fonte ISTAT 2010), valore nettamente superiore a quello registrato per i “non giovani” che aderiscono al PSR (24%). La presenza di giovani agricoltori tra i beneficiari è pari a quasi tre volte (22%) la loro presenza tra i conduttori agricoli umbri (8%).
Oltre alla ovvia adesione alla Misura 112 Insediamento giovani agricoltori ed elevata partecipazione alla 121 Ammodernamento aziende agricole grazie al “Pacchetto giovani” i giovani non mostrano spiccate propensioni agli investimenti verso specifiche misure. Le azioni formative (Misura 111) sembrano aver coinvolto l’universo giovanile: i giovani formati al 31 dicembre 2015 sono 1.350, il 35% del totale dei formati e il ben il 45% dei 3003 giovani agricoltori umbri (fonte ISTAT 2010).
– PSR 2014-20. Il Programma di sviluppo rurale (PSR) per l’Umbria per il periodo 2014-2020, formalmente adottato dalla Commissione europea il 12 giugno 2015, delinea le priorità dell'Umbria per l’utilizzo di circa 877 milioni di euro disponibili nell’arco di sette anni (378 milioni dal bilancio dell’UE e 499 milioni di cofinanziamento Stato-Regione). Si concentra sugli investimenti nei settori agricolo e forestale, sulle azioni legate a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi e sulla promozione dell’inclusione sociale e sviluppo economico nelle zone rurali.
Sono state attivate gran parte delle misure, consentendo alle imprese ed ai soggetti interessati di accedere agli aiuti previsti dal Programma e ad oggi complessivamente sono 8440 le domande di sostegno presentate: fra queste, quasi 5mila per la misura M 13 Indennità a favore delle zone montane, soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli; oltre 1700 per la misura M 10 Pagamenti per impegni agro-climatico-ambientali; 572 per la misura M 4 a sostegno degli investimenti per il miglioramento delle prestazioni e sostenibilità globale delle aziende agricole e per la trasformazione, commercializzazione e sviluppo di prodotti agricoli; 531 per la misura M 14 Benessere degli animali e 272 per la misura M 6 per l’avviamento di imprese condotte da giovani e la creazione e sviluppo di agriturismi, fattorie didattiche e fattorie sociali.
Ammontano a oltre 36 milioni di euro i pagamenti già effettuati. Di questi, oltre 13 milioni e 850mila euro riguardano interventi per la tutela e valorizzazione degli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura (priorità 4, pari al 5,6% della spesa programmata per il settennato che supera i 249 milioni di euro); 12 milioni e 350mila euro di pagamenti riguardano la priorità 2 per il potenziamento della redditività e la competitività dell’agricoltura (5,7% della spesa programmata che è di oltre 218 milioni di euro); circa 7 milioni e 500mila euro sono i pagamenti che rientrano nella priorità 3 a favore dell’organizzazione della filiera alimentare, il benessere animale e la gestione dei rischi nel settore agricolo (per la quale il Psr dell’Umbria ha programmato una spesa di quasi 103 milioni e 500mila euro).
Di prossima attivazione sono, tra l’altro, i bandi per il potenziamento dei servizi e il miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali che riguardano gli investimenti per i servizi base alla popolazione rurale, in infrastrutture ricreative e turistiche su piccola scala, la riqualificazione e valorizzazione delle aree rurali, la riqualificazione dei paesaggi rurali critici. Verranno attivati anche i bandi per aiuti all’avviamento di impresa per le attività extra-agricole nelle aree rurali e il sostegno agli investimenti per la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole, per la forestazione e imboschimento, per i sistemi agroforestali, per il sostegno a progetti pilota e sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi, tecnologie del settore agroalimentare e forestale ed altri ancora.


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