Consenso(ASI) Riceviamo e pubblichiamoCon una prosopopea degna di miglior causa e un’arroganza simil renziana, il segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli esalta il suo lavoro e mette le mani avanti: “In Umbria nessuna emorragia”.

Il tesseramento Pd conferma sostanzialmente i dati dell’anno precedente, 9750 tessere. Molto bene. E’ quasi fisiologico che un dirigente tenda ad essere autoreferenziale e a non drammatizzare la scissione in atto nel partito. Un po’ patetico, invece quasi grottesco quando afferma: “I motivi della rottura a livello romano appaiono poco comprensibili”. Non che avessimo grande stima nelle capacità di intendere, analizzare e organizzare la politica di Leonelli ma speravamo che in questi anni, almeno i fondamentali li avesse appresi. Probabilmente il segretario ha rimosso gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi della politica nazionale e regionale. L’elenco dei disastri del governo è lungo ma visto che ha dimenticato o rimosso, siamo costretti a fornirgli un breve promemoria. Il 4 dicembre scorso 20 milioni di Italiani hanno clamorosamente bocciato la riforma costituzionale Renzi-Boschi; i conti economici sono disastrosi, il debito pubblico è cresciuto di 45 miliardi e lo spettro della troika sta dietro l’angolo; il Jobs Act ha fallito clamorosamente se secondo i dati Inps i contratti a tempo indeterminato nel 2016 sono calati del 91 per cento e una volta finiti gli incentivi l’effetto doping sull’occupazione è cessato; i voucher si sono dimostrati un modo per mascherare il lavoro nero e hanno di fatto aumentato il precariato; il 60 % degli Italiani vorrebbe eliminarli ma il Governo non ha ancora stabilito la data del referendum; la disoccupazione giovanile è al 40 %; in Italia ci sono 4 milioni di poveri; evasione fiscale che supera i 120 miliardi senza che il governo appronti strumenti utili a contrastarla; il fallimento della buona scuola e gli attacchi continui alla scuola pubblica; lo smantellamento dello stato sociale conquistato dal movimento democratico; le pesanti responsabilità di Renzi e Orfini sull’estromissione di Marino a Roma e sulla perdita dell’amministrazione capitolina; il disagio di convivere in un partito governato da un uomo solo al comando, arrogante, supponente ed inconcludente. Caro Segretario Leonelli questo non è niente. Sono buoni motivi per fare una scelta non certo facile ma necessaria per non perdere la nostra storia e i nostri valori. In Umbria va tutto bene? Ma va. Alle ultime regionali il Pd ha preso 25mila voti in meno rispetto alle precedenti e 40mila voti in meno rispetto alle politiche del 2013, 100mila in meno rispetto alle europee 2014. Nel sondaggio organizzato ogni anno da Il Sole 24 ore “Governance Poll”, il gradimento dei politici locali agli occhi dei propri concittadini, la governatrice Marini è scesa dal 42,8 per cento ottenuto al momento della elezione all’attuale 39 %, un calo del 3,8 % collocandosi all’undicesimo posto. Poi, alla fine ma non meno importante, vogliamo ricordare la perdita del Comune di Perugia dopo 70 anni di buona amministrazione della sinistra nonché la perdita del Comune di Spoleto. Uno può discutere anche se ai renziani non piace confrontarsi ma questo breve elenco di sconfitte nazionali e locali fornisce motivi più che validi per la rottura. Sabato ci incontreremo ad Assisi per discutere di politica e del futuro della sinistra anche in Umbria. Forse abbiamo sbagliato sala ma tre giorni dopo l’annuncio dell’appuntamento abbiamo ricevuto più di trecento prenotazioni. Pienone. Altro che quattro gatti che lasciano come affermato da Leonelli, renziano doc della prima ora che come Renzi non vuol rendersi conto della situazione interna al Pd e banalizza e minimizza. Quos vult Iuppiter perdere, dementat prius: a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione.

ConSenso Umbria


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