(UNWEB) Perugia. “Abbiamo chiamato a raccolta gli operatori del sociale, del terzo settore e delle imprese e chi si occupano di sociale nella pubblica amministrazione per intraprendere un percorso regionale innovativo”: lo ha detto l’Assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, tracciando il bilancio delle “Giornate sull’innovazione sociale” nella giornata conclusiva, il 12 aprile, della tre giorni di confronto regionale sui temi dell’innovazione sociale, ospitati a Villa Umbra.

L’iniziativa ha registrato oltre 130 partecipanti che hanno partecipato a gruppi di lavoro distinti per aree tematiche dall’abitare al lavoro, dal rigenerare al prendersi cura. “Abbiamo riunito tutti intorno ad un tavolo – ha aggiunto l’assessore - per dare nuovo slancio alle politiche sociali, urbane e del lavoro nella nostra regione, partendo dai significativi risultati raggiunti in questi anni. La sfida, pienamente colta dai partecipanti, è costruire una comunità sempre più attenta nei confronti di chi vive situazioni di disagio. Siamo di fronte ad una società profondamente cambiata – ha proseguito - che ha bisogno di nuovi strumenti, nuove azioni, e soprattutto di risposte condivise. Da questo confronto – ha concluso - sta nascendo un processo virtuoso, premessa per disegnare politiche pubbliche nuove a favore dei territori, utilizzando le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo (FSE) e dal Fondo per lo sviluppo regionale europeo (FSRE), che per l’Umbria ammontano a circa 7,5 milioni di euro nel periodo 2014-2020. Per fare questo punteremo molto anche sulla formazione a supporto degli operatori del sociale e degli Enti locali”.
I lavori, aperti da Alberto Naticchioni, Amministratore Unico della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, nella prima giornata si sono concentrati su esperienze nazionali, pubbliche e private, esempio di innovazione sociale. Gli interventi sono stati coordinati da Nera Bizzarri, Dirigente del Servizio Programmazione nell’area dell’inclusione sociale, economia sociale e terzo settore della Regione Umbria, e le conclusioni sono state affidate ad Antonio Picciotti dell’Università degli studi di Perugia. Nell’ultima giornata oltre alla sintesi di quanto emerso dai quattro gruppi di lavoro, hanno portato il loro contributo l’avvocato Luciano Gallo e Vincenzo di Maria. “Seguendo procedimenti amministrativi legittimi, rispettando le regole – ha detto Luciano Gallo, Avvocato esperto di rapporti tra PA e terzo settore - è possibile dar luogo a progettualità condivise, compartecipate, con una modalità che è alternativa alle tradizionali procedure di gara, dove invece la logica è competitiva, ed è possibile costruire una visione comune di welfare ed innovazione sociale. La Scuola Umbra di amministrazione pubblica potrebbe istituire, insieme ad Anci e Regione, un Laboratorio permanente sull’innovazione sociale per consentire un confronto e uno scambio tra le migliori esperienze realizzate a livello nazionale”.
Per Vincenzo Di Maria, Service Designer, “bisogna creare un terreno comune in cui la Pubblica Amministrazione, la società civile, le piccole medie imprese ma anche gli Istituti di ricerca, le Università, possano lavorare insieme per costruire qualcosa di nuovo. Progettare dei servizi vuol dire progettare delle esperienze che siano utili, usabili, efficienti. La Pubblica Amministrazione può mettersi al passo con percorsi di co-progettazione e l’Umbria può giocare un ruolo importante in Italia perché è tra le regioni che più sta investendo e sperimentando in questi progetti e processi partecipativi”.
In ambito di innovazione sociale, la Giunta regionale dell’Umbria ha adottato a febbraio di quest’anno una delibera, la numero 181, attraverso cui definisce gli elementi di innovazione sociale nell’implementazione degli interventi declinati nel POR FSE – Asse inclusione sociale. L’obiettivo della tre giorni è stato quello di avviare, partendo dalle linee di indirizzo, un percorso per valorizzare il contributo di tutti i soggetti presenti nelle comunità territoriali.


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