accordo medicina generale 4 (UNWEB) Perugia. Si chiama “Riorganizzazione della Medicina generale e Continuità assistenziale”: in realtà è una piccola rivoluzione del sistema di assistenza sanitaria sul territorio che mette insieme ed in sinergia le componenti principali che vanno dai medici di famiglia alla Guardia Medica fino alla farmaceutica, la diagnostica, la specialistica, il trasporto e gli ausili sanitari.

Il tutto collegato al nuovo Piano regionale delle cronicità che da questo nuovo sistema ottiene benefici importanti in termini di assistenza continua e calibrata al tipo di malattia in esame. Sono questi i due provvedimenti presentati questa mattina, nella Sala Giunta di Palazzo Donini, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, l’assessore regionale alla salute, Luca Barberini, il direttore regionale Walter Orlandi ed i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali che hanno sottoscritto l’Accordo Integrativo regionale 2017 sulla riorganizzazione della Medicina generale e Continuità assistenziale.
“Quello che presentiamo – ha detto la presidente Marini – vuole essere un modo diverso per dare risposte a cittadini e pazienti. Riaffermiamo l’importanza di tutte le componenti che sono chiamate a garantire la salute dei cittadini. Non soltanto attraverso le strutture ospedaliere, ma, ovviamente nei limiti delle proprie competenze, anche la prevenzione e l’assistenza sul territorio. Per questo ampliamo i servizi, mettiamo insieme le diverse preziose competenze dei medici di famiglia, della guardia medica, del servizio farmaceutico con una doverosa consapevolezza del cittadino che deve sempre di più essere ‘conosciuto’ e seguito dal sistema sanitario territoriale, ricorrendo soltanto in caso di effettiva necessità al sistema ospedaliero”.
“Lo possiamo fare – ha aggiunto la presidente Marini - anche perché in Umbria siamo in presenza di una rete diffusa di medici, sia quelli di medicina generale che quelli della continuità assistenziale, che ha funzionato molto bene e che adesso ci aiuterà a mettere in pratica questi nuovi indirizzi ed a mettere in condizione ogni cittadino di conoscere, essere informato e dunque avere sempre fiducia nei servizi che ha a disposizione sul proprio territorio”.
L’assessore regionale alle politiche della salute, Luca Barberini, ha definito “pilastri della nuova idea di sanità che vogliamo per l’Umbria” i due atti approvati. “Vogliamo – ha sottolineato – un potenziamento vero dei servizi sul territorio e dunque delle risposte che possiamo dare. Per giungere a questi risultati sarà necessario proseguire il lavoro di squadra che ha molto ben funzionato fin qui. Stiamo parlando di settori molto importanti del nostro sistema sanitario che assorbono ed hanno bisogno di notevoli risorse economiche, visto ad esempio che la prevenzione e la cura delle malattie croniche assorbono oltre il 70 per cento delle risorse della sanità. Ora dovremo continuare ad investire, soprattutto nella parte informatica del programma, perchè il nostro obiettivo è giungere ad un fascicolo elettronico che consenta ad ogni medico di avere tutte le conoscenze necessarie sulla salute del paziente. Tutto ciò – ha concluso l’assessore - costituirà una parte fondamentale del nuovo Piano sanitario regionale che ci apprestiamo a redigere”.
Nel nuovo assetto organizzativo della medicina territoriale, che è stato illustrato dal direttore generale Walter Orlandi, è prevista l’istituzione, da parte delle Aziende UU.SS.LL., di nuove forme organizzative della medicina generale che si chiameranno Aggregazione Funzionale Territoriale (AFT) e che garantiranno nel territorio la continuità dell’assistenza, estesa all’intero arco della giornata e per sette giorni alla settimana, per garantire una effettiva presa in carico della persona, in particolare i pazienti fragili ed in dimissione protetta, anche in collegamento con le Centrali Operative Territoriali (COT) e successivamente con la istituenda rete del Numero Unico Europeo 116117. In ogni ambito sarà assicurata l’apertura di un ambulatorio nei giorni feriali h 12 con orario 8,00-20.00 e nel sabato e prefestivi l’attività ambulatoriale per almeno 6 ore, dalle ore 8.00 alle ore 14.00.
La AFT sarà composta da un numero di medici, di norma, non inferiore a 20, inclusi i medici di assistenza primaria e di Continuità Assistenziale i titolari di convenzione a quota oraria e la popolazione assistita non dovrà essere, per ogni AFT, superiore a 30.000 persone.
Lo scopo di questo nuovo servizio è quello di assicurare, a tutta la popolazione in carico ai Medici di Medicina generale (che fanno parte dell’AFT), i livelli essenziali ed uniformi di assistenza, inclusa l’assistenza ai turisti con il pagamento della relativa quota prevista per la visita.
E’ prevista la partecipazione all’implementazione di attività di prevenzione sulla popolazione, ivi comprese le campagne vaccinali secondo le direttive del Piano Nazionale Vaccini, coordinandosi con i Dipartimenti di prevenzione, i Distretti e altri servizi previsti a livello regionale, favorendo la presa in carico della persona con cronicità e la promozione di corretti stili di vita che coinvolgano tutta la popolazione.
Le AFT potranno aderire ai programmi organizzati a livello di Distretto, Azienda USL e Regione; realizzare e attuare azioni di governance clinica nel settore della farmaceutica, della diagnostica, della specialistica, dei trasporti e degli ausili; garantire la continuità dell’assistenza anche mediante l’utilizzo della ricetta elettronica dematerializzata ed il continuo aggiornamento della scheda sanitaria individuale informatizzata e del fascicolo sanitario elettronico; promuovere l’equità nell’accesso ai servizi sanitari, socio-sanitari e sociali nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e della medicina di genere; contribuire alla diffusione e all’applicazione delle buone pratiche cliniche sulla base dei principi della evidence based e slow medicine, nell’ottica più ampia della clinical governance; promuovere e diffondere l’appropriatezza clinica e organizzativa nell’uso dei servizi sanitari, anche attraverso procedure sistematiche ed autogestite di peer review e Audit; promuovere modelli di comportamento nelle funzioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed assistenza orientati a valorizzare la qualità degli interventi e al miglior uso possibile delle risorse alla luce dei principi di efficienza e di efficacia; garantire, al fine della continuità delle cure, l'integrazione con le strutture ospedaliere e di raccordo con il sistema di emergenza urgenza; offrire, ove possibile, diagnostica di primo livello, utilizzando le professionalità dei medici che fanno parte dell’AFT e aderire ai programmi regionali di telemedicina (teleassistenza, tele-monitoraggio). Si dovrà arrivare dunque ad una ‘Fidelizzazione’ dei cittadini da parte dei medici che compongono l’AFT (Medici di Assistenza Primaria e Medici di continuità assistenziale) grazie anche all’implementazione dei sistemi informativi e questo anche per ridurre il ricorso improprio ai Pronto Soccorso ospedalieri.
L’attuazione del modello previsto comporterà la necessità di riorganizzare la rete della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica).
E’ prevista la istituzione di Centrali Operative Territoriali (COT), di norma non più di due per Azienda Sanitaria, collocate presso le sedi della Continuità Assistenziale che, durante l'orario notturno, diurno festivo e prefestivo, anche infrasettimanale, garantirà la continuità assistenziale. Le Centrali operative saranno fornite della dotazione tecnologica analoga a quella della Centrale Operativa 118 e saranno collegate ai numeri 116117, quando attivati.
Entro 90 giorni dalla sottoscrizione dell’Accordo, le Aziende Sanitarie dovranno approvare il programma di realizzazione delle AFT a livello aziendale e questo nuovo modello dovrà essere operativo a partire dai primi mesi del 2018.
Il secondo provvedimento presentato dalla Giunta Regionale è la delibera riguardante il Piano regionale delle cronicità. Si è partiti dalla rilevazione dei dati epidemiologici secondo cui in Umbria (fonte: dati ISTAT 2016) la percentuale di persone in buono stato di salute è inferiore rispetto al dato nazionale (66,9% contro 70,1%), mentre la percentuale è superiore per le persone affette da almeno una patologia cronica (43,6% contro 39,1%) e da almeno due patologie croniche (25,3% contro 20,7%).
Anche l’analisi differenziata per patologia evidenzia dati che, per le malattie croniche a maggiore prevalenza, in Umbria risultano superiori a quelli nazionali.
E’ emersa la necessità di gestire la cronicità, definendo un sistema di assistenza continua, multidimensionale, multidisciplinare, multilivello, che preveda la valorizzazione della rete assistenziale, la flessibilità dei modelli organizzativi, un approccio integrato, la stadiazione della popolazione, la diversità di genere e lo sviluppo dell’empowerment e del patient engagement, anche in relazione alla riorganizzazione del sistema delle cure primarie. E per questo saranno individuati esperti clinici, Medici di medicina generale, psicologici e dirigenti infermieristici.
Le patologie interessate sono le malattie renali croniche e insufficienza renale; malattie reumatiche croniche; malattie intestinali croniche: rettocolite ulcerosa e malattia di Chron; malattie cardiovascolari croniche: insufficienza cardiaca; malattia di Parkinson e parkinsonismi; Demenze; malattie tiroidee croniche; Artrite Reumatoide e Artriti Croniche in Età Evolutiva; Insufficienza respiratoria cronica in Età Evolutiva; Asma in Età Evolutiva; malattie Endocrine in Età Evolutiva e le malattie Renali Croniche in Età Evolutiva.
Anche in questo caso la Giunta regionale ha disposto che le Direzioni Generali delle Aziende sanitarie regionali adeguino progressivamente gli assetti organizzativi e percorsi clinico assistenziali in modo coerente con la riorganizzazione delle cure primarie. Ciò avverrà per step successivi, prevedendo entro luglio 2018, il monitoraggio di quanto realizzato.


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