1024px Fyra V250 4806(ASI) Frecciarossa si. Frecciarossa no. Frecciarossa forse il 5 febbraio. Nel momento di incertezza che vivono i trasporti dell’Umbria, facciamo un passo indietro. Torniamo alla conferenza che lanciò il nuovo treno, perché sembrerebbero essere sfuggiti alcuni interessanti dettagli. Proprio da Palazzo Donini a Perugia, Orazio Iacono, AD di Trenitalia, il 20 dicembre scorso, lanciava quella che potrebbe essere una delle più vaste operazioni commerciali in fatto di trasporti.

Non un treno, ma un gruppo di servizi

Nella video intervista attinente il solo nuovo collegamento Frecciarossa di Perugia, Iacono ha puntualizzato che “Freccia non  è solo un treno, ma una galassia di servizi”. Più volte criticato per l’orario di partenza dal capoluogo umbro, non certo esente da problematiche, Iacono ha spiegato, che il biglietto del nuovo, eventuale, Frecciarossa, darà diritto a tutta una serie di agevolazioni con servizi convenzionati, dal trasporto pubblico particolare ai servizi necessari a chi usa il treno a scopi turistici e lavorativi.

A margine della suddetta intervista, Orazio Iacono ha omaggiato ASI con una breve riflessione sui prossimi scenari dell’Alta Velocità.

“Freccia” come i regionali, regionali come i “Freccia” 

Il riferimento va ai 17 convogli Ansaldo Breda (ora Hitachi), originariamente denominati V250, destinati alle ferrovie Olandesi. Noti anche con il nome di “Fyra”, avrebbero dovuto svolgere un servizio alta velocità internazionale con il Belgio. A causa di mutati interessamenti strategici da parte olandese, e di singolari richieste di risarcimento per presunti danni imputabili alla mala progettazione da parte italiana, i treni erano rientrati in Italia praticamente nuovi. Questi treni a “chilometro zero” hanno da subito suscitato la curiosità e l’interesse di Trenitalia, così come di altri operatori ed associazioni del settore.

La nomina di Orazio Iacono ad AD dell’azienda ha permesso di rompere gli indugi ed avviare, fin dallo scorso settembre, le pratiche tecniche e burocratiche per assorbire i 17 treni nella flotta Frecciargento con la denominazione di ETR 700. 

Perché è importante? “Non prevediamo la dismissione di alcun rotabile Frecciargento. Il nostro obbiettivo è di espandere la geografia stessa del servizio” – ha spiegato Iacono, che ha quindi confermato che nasceranno collegamenti ex-novo.

Ma cosa significa? Non certo che i  treni Freccia e l’alta velocità ferroviaria sostituiranno regionali ed intercity, il cui servizio rimane, dati alla mano, la vera spina dorsale di Trenitalia e del bilancio aziendale. Del resto la recente esperienza francese, con i pendolari in rivolta contro i troppi investimenti sull’alta velocità, a scapito di regionali ed intercity, dimostra che la via dell’alta velocità ferroviaria “low cost”, ammesso che esista, è ancora lunga e tortuosa.

 La risposta, secondo Iacono, starebbe proprio nel fatto che i regionali e gli intercity, sia dal punto di vista tecnico (numero di fermate, tipologia di servizio del materiale rotabile), che economico, non possono essere sostituiti dall’alta velocità (del resto anche il buon senso suggerisce che un Freccia che fa il servizio di un regionale non sarebbe un servizio alta velocità).

Ma allora che significa che i Freccia andrebbero trattati come regionali? Per fare un esempio concreto, l’Ad di Trenitalia ci ha parlato del servizio Frecciargento Roma Termini – Reggio Calabria.

 “Quando ne chiedemmo l’istituzione si diceva che sarebbe fallito. Invece il servizio ha incontrato un favore tale da necessitare anche l’istituzione di una seconda coppia di treni giornalieri. Questo risultato è stato possibile portando su ferro un utenza che prima viaggiava su gomma o aereo. Abbiamo collegato ben 4 grandi città (Roma, Napoli, Salerno e Reggio Calabria) abbattendo i tempi di viaggio tra i due capolinea, ed andando ad incrementare anche l’offerta su Napoli e Salerno. Queste ultime due stazioni consentono anche il trasbordo dei passeggeri su altri Freccia, Intercity o Regionali, che a loro volta consentono la finalizzazione del servizio verso altre località. Insomma trattare i Freccia come dei regionali significa due cose. Impostare un servizio che, grazie alla forte domanda, data sia dall’utenza esistente, che da quella potenziale, consentano un circolo virtuoso che tenga bassi i prezzi dei biglietti. E impostare un servizio che, grazie a coincidenze, ed opportune scelte tecniche, possa risultare flessibile al punto da intercettare anche parte della domanda non direttamente correlata al servizio”. Insomma secondo Iacono sono i dati di traffico e quelli della potenziale utenza a far da ago della bilancia. Tutto starebbe dunque a individuare tale utenza potenziale e a far si che essa “migri” verso il treno che si intende istituire.

Infine Iacono, sempre sulla scorta dell’esempio del collegamento tra Roma e Reggio Calabria ha affermato: “Un collegamento Freccia, se ben ponderato, può essere un volano per turismo ed imprenditoria, che a loro volta generano una crescita della domanda del servizio”.

Insomma, a quanto pare ghiotte occasioni attendono i territori che saranno interessati ad accaparrarsi nuovi collegamenti, senza però dimenticare che il pendolarismo di regionali ed intercity resta la spina dorsale dei trasporti a corto e medio raggio di interesse lavorativo, o di studio, per milioni di italiani, ma anche per i tanti turisti che ogni anno  vengono a visitare il bel paese.

 

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia


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