(UMWEB) “Si tratta di una presa di posizione da parte della Regione che denota la volontà antidemocratica di non rispettare le decisioni prese dagli enti non firmatari del protocollo d’intesa della legge regionale 3 contro l’omofobia”.
Così esordisce il presidente del Popolo della Famiglia Umbria Marco Sciamanna in merito alla diffusione del questionario FISSUF nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
“Questo progetto proposto dalla nostra Regione, indirizzato ai dirigenti scolastici con il chiaro intento di indagare le opinioni degli alunni con la finalità, come si legge nella premessa “di garantire la sicurezza di ragazzi e ragazze monitorando il livello di fattori di rischio connessi alle diverse tipologie di bullismo e violenza, ovvero la presenza di forme più o meno marcate di pregiudizi che ne costituiscono l'anticamera". In realtà uno degli obiettivi, nemmeno troppo velato, che si prefigge tale questionario è di mettere sotto processo la libertà di opinione dei ragazzi e delle famiglie, nascondendosi dietro il tema serio e importante del bullismo, per promuovere sempre più il pensiero unico, sfruttando il canale istituzionale delle scuole. Chiediamo che i dirigenti scolastici che decidono di portare questo progetto nella loro scuola, diano chiare indicazioni e spiegazioni alle famiglie, in ordine alle indicazioni contenute nel PTOF sul consenso informato”.
“Il mondo politico deve contrastare questo modo, apparentemente garbato, di voler normalizzare le patologie e come non può esistere la "bidemocrazia"(*), non crediamo che sia possibile autorizzare, nel campo educativo, esperimenti così spudoratamente ideologici” ha concluso Sciamanna, ringraziando il Consigliere regionale De Vincenzi per la determinazione e le energie spese per contrastare gli effetti della L.R. n°3/17, che, nonostante la sfiducia della maggioranza della popolazione umbra, continua ad essere un veicolo di propaganda LBGT.