L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione unitaria sulla vicenda Tyssenkrupp-Ast Terni per garantire l’integrità del sito, lo sviluppo e la tenuta occupazionale. L’atto, firmato da tutti i gruppi politici di Palazzo Cesaroni, nasce della mozione presentate da Eleonora Pace (FdI) a nome di tutti i gruppi di maggioranza, da quella di Fabio Paparelli e Tommaso Bori (Pd) e dall’atto di indirizzo di Thomas De Luca (M5S).
(UNWEB) Perugia, L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione unitaria sulla vicenda Tyssenkrupp-Ast Terni per garantire l’integrità del sito, lo sviluppo e la tenuta occupazionale. L’atto, firmato da tutti i gruppi politici di Palazzo Cesaroni, nasce della mozione presentate da Eleonora Pace (FdI) a nome di tutti i gruppi di maggioranza, da quella di Fabio Paparelli e Tommaso Bori (Pd) e dall’atto di indirizzo di Thomas De Luca (M5S).
Illustrando l’atto Paola FIORONI (Lega-Vicepresidente Assemblea legislativa) ha detto che questo è un “testo comune che sintetizza le varie sensibilità presenti in Aula su un tema che necessita una presa di posizione unitaria di questa Assemblea. La vicenda è già stata ampiamente attenzionata dalla Giunta ma le forze politiche qui rappresentate vogliono richiamare un impegno ancora più pregnante da parte dell’Esecutivo”.
Con questa mozione si impegna la Presidente della Giunta “a chiedere un’azione decisa del Governo nazionale in grado di fermare lo smantellamento progressivo delle acciaierie di Terni, avviando un confronto con la multinazionale e l’Unione europea per garantire una fase di transizione tale da non pregiudicare il futuro dell’azienda, promuovendo nei confronti del Mise e dell’Europa la necessità di un attore terzo che vigili su questa fase fino alla vendita.
Inoltre si chiede di adottare tutte le iniziative presso il Governo per l’apertura di un tavolo di confronto interistituzionale permanente con la multinazionale, aperto alle rappresentanze dei lavoratori, di cui sarà necessario mantenere gli adeguati livelli di sicurezza sul lavoro finora garantiti, diretto e coordinato dalla Presidenza del Consiglio.
Si chiede anche al Governo di intervenire con tempestività e determinazione verso l’Unione europea e la stessa Commissione europea al fine di prevenire scelte che contrastino con gli interessi di migliaia di lavoratori e di un sito produttivo altamente competitivo nello scenario europeo e mondiale, quale quello delle acciaierie di Terni. In particolare favorire, per quanto in suo potere, players internazionali in grado di mantenere l'integrità del sito, sviluppare lo stesso dal punto di vista delle compatibilità ambientali e delle produzioni di qualità, mantenendo almeno gli attuali livelli occupazionali. In tal senso occorre portare a compimento già in questa fase il progetto scorie e quanto ad esso correlato, anche al fine del contenimento delle emissioni e di una maggiore appetibilità del sito stesso.
Infine si chiede di mettere in campo risorse e strumenti necessari, anche sul fronte delle infrastrutture, per rendere appetibile il sito a compratori all’altezza della sfida, anche in considerazione del fatto che su Terni opera lo strumento di area di crisi complessa, con un accordo di programma che fissa impegni precisi sul versante del miglioramento dei fattori localizzativi”.
INTERVENTI:
Eleonora PACE (FdI): “Sulle acciaierie di Terni serve chiarezza e determinazione per evitare una condanna al ridimensionamento e alla marginalizzazione. L’Ast deve essere iscritta nell’agenda del Governo, con la mobilitazione di tutta l’Umbria. Oggi dobbiamo favorire la ricerca di un nuovo percorso che sostenga le attuali produzioni con gli stessi volumi e gli stessi livelli occupazionali attuali. Serve una forte e coesa volontà di tutti gli attori istituzionali, economici e politici della nostra Regione di difendere unitariamente la storia e il futuro delle produzioni di Terni. Bene il metodo usato per giungere ad una condivisione su un tema caro non solo ai ternani ma a tutti gli umbri. Un tema importante anche a livello nazionale. L’attuale situazione di incertezza non è che l’ennesimo capitolo di un copione già scritto, che oramai da anni propone sceneggiature già note. Per chi, come noi, segue questa vicenda da tempo non c’è stupore nel commentare quanto sta accadendo oggi. E lo abbiamo sempre fatto senza mai giocare allo sfascio. Ma c’è un errore di valutazione di fondo. Da almeno sette anni c’è una manovra speculativa, con ipotesi insensate, che vede l’Italia incapace di muoversi in una lotta europea, stritolata dall’asse decisionale Berlino-Bruxelles, con la rinuncia dell’Italia a giocare la partita per difendere la nostra manifattura, con la rinuncia al ruolo di potenza industriale. Tutte le scelte fatte nel corso degli anni rispondono ad un preciso disegno di perdita di valore e centralità del sito di Terni nel panorama della siderurgia mondiale. Per questo possiamo diffidare di coloro che spacciano per opportunità il definitivo declino di Ast. dobbiamo lavorare in un’ottica europea avendo la capacità di tenere insieme capitale, tecnologia, innovazione e lavoro in un’ottica di sussidiarietà delle produzioni europee. Le cause della situazione che stiamo vivendo vengono da lontano. È indispensabile che ci sia consapevolezza. Sottolineo la debolezza di tutti i governi che hanno fatto da notai al progressivo depotenziamento di Ast, all'appiattimento su politiche dell’Ue che hanno ucciso la speranza di costruire un grande gruppo continentale. Quello di oggi è un appuntamento annunciato che rischia di consegnarci una realtà senza futuro per le acciaierie. La vicenda Ast si salda con altre vertenze come Taranto, in un’ottica di difesa delle produzioni strategiche del Paese. Questa è l’ultima chiamata per l’impegno con un percorso di investimenti dello Stato in innovazione della produzione degli stabilimenti ternani che hanno un punto di forza in questo. Serve un percorso squisitamente europeo. Le scelte sbagliate dei percorsi del passati potrebbero oggi trovare per Ast una sintesi nelle scelte di nanismo industriale che sancirebbero la fine della grande impresa siderurgica in Umbria”.
Fabio PAPARELLI (Pd): “Concordo in larga parte con quanto affermato dalla consigliera Pace. Il know-how che si è sviluppato nel corso degli anni, la qualità delle maestranze delle nostre acciaierie non hanno prezzo. Per questo sulla decisione di vendita da parte della ThysseKrupp ho visto una contraddizione dell’attuale management nel dichiarare, da un lato di non considerare più la produzione strategica e dall’altro le due opzioni: di cercare un partner o vendere. Diventa fondamentale, alla luce delle esperienze vissute in passato, che insieme, Europa, Governo nazionale e istituzioni locali vigilino attentamente sulla fase di transizione. Il tema che si paventa di voler vendere il sito scorporato dal settore commerciale, cioè che il pacchetto clienti vada in mano ad altri. Questione cruciale è anche l’integrità del sito, tubificio e fucine, oggi in crisi, vanno comunque tenuti all’interno della questione, diversamente si potranno raggiungere gli obiettivi fondamentali quali il mantenimento dell’integrità del sito nella sua interezza e del mantenimento dei livelli occupazionali. I 550 ‘licenziamenti’ del 2014 rappresentano una ferita molto grande. Per questo è necessaria una interlocuzione con il Governo ai massimi livelli, ma va anche preteso che al tavolo nazionale sia presente il management tedesco e non quello locale. Se il sito è definito strategico, lo è per il Paese poiché è l’unico dove si produce inox, ma è strategico anche per il nostro Pil Umbro e per la vita di 4mila famiglie. In questo momento abbiamo il dovere di vigilare su questa fase di transizione. Tutti insieme dobbiamo pretendere poi che l’Europa cambi le regole sulla concorrenza. Noi abbiamo bisogno di players internazionali in grado di competere sui mercati globali. Abbiamo lo strumento dell’Area di crisi complessa, su Terni c’è un accordo di programma per il quale Regione e Comune devono chiedere al Governo di rispettarlo”.
Thomas DE LUCA (M5S): “Periodicamente si ripresenta la situazione di crisi legata all’incertezza delle decisioni della proprietà TyssenKrupp rispetto al futuro del polo siderurgico. Oggi siamo di fronte alla grande occasione per poter riuscire a stabilizzare definitivamente la situazione. Tutto sta nella capacità di tutti i livelli istituzionali nel fare squadra e riuscire ad avere garanzie inequivocabili sotto il profilo di una prospettiva a lungo termine. È chiaro che diventa ormai imprescindibile chiarire se c’è una intenzione di vendita totale o partnership. È necessario chiarire quali sono i soggetti in campo. Il ministro Patuanelli è intervenuto in Parlamento parlando di soggetti italiani, ma anche internazionali interessati al polo siderurgico di Terni. Chi si presenta a cogliere questa opportunità lo faccia però chiarendo quali sono le sue intenzioni sul mantenimento dei livelli produttivi, sull’area a caldo e sul risanamento ambientale della città e del sito. Il tema ambientale non può prescindere perché legato al mantenimento della produzione. La sostenibilità ambientale del sito e la compatibilità nel contesto urbano è un percorso imprescindibile. Ho particolarmente apprezzato le parole del ministro Patuanelli rispetto ad una visione generale sulla siderurgia in Italia. C’è un interesse primario da parte del Governo di inserire il futuro delle acciaierie di Terni al centro dell’agenda”.
Daniele CARISSIMI (LEGA): “Alla luce di tutte le difficoltà subite dalla Ast, anche per i problemi di sicurezza sul lavoro, cogliamo con grande preoccupazione le notizie sul futuro dello stabilimento. Lo scenario di riferimento è molto cambiato perché Ast ha portato avanti progetti e investimenti sulla qualità ambientale e i livelli occupazionale. Positivo l’intervento del ministro rispetto al completamento della strada Orte-Civitavecchia, un intervento che l’azienda reclama da molti anni. Auspico che questa situazione possa trovare una positiva soluzione, con la scelta di un partner serio, che possa fare fronte ad interventi programmati per circa 60milioni”.
Tommaso BORI (PD): “Sarebbe un grave errore dividersi su un tema come questo. Voteremo a favore di questo documento, dopo aver lavorato per trovare una convergenza su un testo condiviso. Si tratta di garantire il mantenimento del sito produttivo ma anche la qualità del lavoro e dell’ambiente. Auspichiamo di poter lavorare insieme per trovare soluzioni e non creare problemi. Spero che in futuro si possa trovare una convergenza senza consociativismo, motivata da obiettivi comuni per il bene dell’Umbria”.