(UNWEB) Perugia. Nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa dedicata al “question time” il consigliere Thomas De Luca (M5S) nella sua interrogazione relativa alla fiscalità imposta dai Consorzi di bonifica ha chiesto alla Giunta “se abbia o meno intenzione di porre fine all'iniquità fiscale in materia di bonifica, sicurezza idraulica e manutenzione del territorio”. De Luca ha sollecitato “una profonda modifica della legge regionale ‘30/2004’ per far sì che sia la fiscalità generale a farsi carico in tutta l'Umbria delle materie in questione, preservando e tutelando le professionalità inserite nei Consorzi di Bonifica, il cui ruolo essenziale va sicuramente riconosciuto. Ma senza pretendere da alcuni territori tributi altrove inesistenti”.
Illustrando l’atto in Aula De Luca ha spiegato che “la tutela idrogeologica è competenza dello Stato e della Regione. La Regione promuove e organizza la bonifica come attività di rilevanza pubblica per garantire la sicurezza idraulica e la manutenzione del territorio, come recita l'articolo 1 della legge regionale ‘30/2004’ (Norme in materia di bonifica). Ma di fatto le tasse dei Consorzi di bonifica sono un balzello imposto solo in alcune fasce di territorio, inspiegabilmente penalizzate rispetto ad altre esentate dal pagamento. Nella provincia di Terni 33 comuni su 33 pagano la tassa, mentre nella provincia di Perugia sono soltanto 16 su 59. I cittadini di queste aree pagano due volte, attraverso la fiscalità generale e i tributi imposti dai Consorzi. Così viene meno il criterio sacrosanto dell'uguaglianza di tutti i cittadini”.
Nella risposta l’assessore Roberto Morroni ha detto che “è del tutto evidente che dopo più di 15 anni dall’approvazione legge ‘30/2004’ sia necessaria una complessiva revisione della materia, a partire dalla ridefinizione dei comprensori di bonifica e degli ambiti territoriali. È volontà della Giunta riprendere il lavoro fin qui fatto dalle strutture regionali, verificarne la fattibilità giuridica e finanziaria, e ripartire con un nuovo iter legislativo di riordino complessivo della materia. Del resto la legge regionale ‘18/2011’ aveva affidato alla Giunta il compito di una revisione dell’impianto normativo sulla base di quattro principi: una ridefinizione dei comprensori di bonifica e dei relativi ambiti territoriali; un riordino delle funzioni pubbliche di competenza dei consorzi di bonifica e il conferimento di quelle regionali alle unioni dei comuni; l’adeguamento dei criteri e delle procedure per le funzioni pubbliche e private dei consorzi; le funzioni di vigilanza e controllo della Regione sui consorzi per assicurare la massima efficienza degli stessi. L’allora Giunta nel 2012 avviò l’iter di revisione con la pre adozione di di un disegno di legge che aggiornava in maniera significativa la legge del 2004 per rispondere alla esigenza di semplificazione e riduzione dei costi mediante una razionalizzazione dei servizi comuni prevedendo di affidare all’Afor opere di bonifica e sistemazione idrogeologiche, prevedendo una ridefinizione degli ambiti territoriali dei comprensori di bonifica che necessitano di una nuova ridefinizione affrontando il tema della perequazione fiscale in materia di bonifica integrata. Il ddl fu partecipato e discusso, ma con il rinnovo della legislatura purtroppo l’iter si fermò e l’atto decadde”.
Nella sua replica De Luca si è detto “insoddisfatto della risposta, perché non c’è stata una dichiarazione sugli intendimenti di questa Giunta. La Regione potrebbe porre in proprio capo tutta la materia. O una parte del territorio regionale non ha contribuito all’attività di bonifica o ce n’è una parte che ha pagato quello che non doveva. Basta trattare questi chirotteri come colonie. Non è più sostenibile che per un territorio ci sono soggetti che pagano due volte. La Regione può e deve intervenire per ripristinare giustizia”.