perugiacivicablu(UNWEB) La consigliera Francesca Renda, capogruppo Blu e portavoce dei gruppi Blu e Perugia Civica, ha presentato un odg per proporre la costituzione, all’interno del Comune di Perugia, di uno specifico ufficio comunale che dovrà occuparsi di tutte le procedure relative all’accesso ai fondi europei.
L’ufficio  che, secondo l’idea della proponente, dovrebbe essere composto da sei unità, dovrà occuparsi di un settore definito strategico per le Amministrazioni comunali, soprattutto in un periodo di forte crisi economica aggravata dagli effetti dell’emergenza sanitaria.


FrancescaRenda

 

 

 

Di seguito l’odg:

“PREMESSO

che nella fase attuale di emergenza sanitaria da Covid-19 i sistemi economici di tutti i paesi sovrani sono messi a dura prova anche da un punto di vista economico;

che da tale emergenza derivano conseguenze importanti anche dal punto di vista sociale con un  conseguente e crescente disagio connesso alle prospettive non positive anche del mercato del lavoro;

EVIDENZIATO

che nella difficile fase attuale alla luce dei rigidi vincoli di finanza pubblica imposti dall’adesione del nostro paese al progetto europeo e dalla costante necessità di perseguire il contenimento della spesa pubblica tutte le istituzioni pubbliche si trovano in una condizione di carenza di risorse finanziarie;

che a causa dei continui e costanti tagli dei trasferimenti statali gli enti locali si sono trovati in una sempre maggiore difficoltà a reperire tutte le risorse necessarie da dedicare al perseguimento delle politiche a vantaggio delle proprie comunità e territori;

che proprio in considerazione dall’attuale situazione economica, anche legata all’emergenza sanitaria in atto, gli enti territoriali hanno meno possibilità di reperire risorse derivanti da entrate proprie;

che l’Unione Europea fornisce finanziamenti per un’ampia gamma di progetti e programmi nei settori più diversi;

che tali fondi sono gestiti nel rispetto di norme rigorose per assicurare che il loro utilizzo sia sottoposto a uno stretto controllo e che i medesimi siano spesi in modo trasparente e responsabile;

che una gran parte dei fondi europei sono erogati mediante sovvenzioni destinate a progetti specifici collegati alle politiche dell’Unione Europea;

CONSIDERATO

che una ricerca del 2017 condotta su 141 comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e 225 comuni con popolazione tra 15.000 e 50.000 abitanti aveva evidenziato come tra il 2010 e il 2014 104 comuni avevano attivato un totale di 431 progetti con una quota di cofinanziamento europeo pari a 56 milioni di euro;

che in tale periodo tra i comuni di più grandi dimensioni Genova era quello che aveva attratto la maggior quantità di fondi europei con 45 progetti per un totale cofinanziato di 7.500.000 euro seguita, solo per citarne alcuni, da Torino con 29 progetti per 4.560.000 euro, Firenze 24 progetti e 3.800.000 euro e Venezia 21 progetti e 3.816.000 euro;

che i progetti censiti hanno riguardato diverse aree di intervento quali quella della Smart City in ottica di rafforzamento della P.A. per circa il 50% degli interventi, seguito da Cultura e Media, Ambiente e Turismo;

che uno studio della Bocconi condotto su un campione di 27 enti locali, comuni capoluogo di provincia e province, localizzati in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto, evidenzia che essi hanno costituito un ufficio politiche comunitarie per supportare la struttura amministrativa nell’accesso ai fondi europei già ad inizio del secolo corrente;

che altri enti sia nell’ambito dei comuni che delle province hanno attivato già da prima propri uffici per supportare le strutture amministrative nella ricerca di fondi, nella predisposizione di richieste di finanziamento e nella costruzione di partnership internazionali, e tra questi possiamo citare Ferrara, Modena, Livorno, Pisa, Verona e le province di Bologna e Cuneo;

che il comune di Modena sin dal 1996 ha aperto un ufficio allo scopo di intercettare la maggior quantità possibile di fondi europei divenendo in questo campo una città pilota e acquisendo, grazie al suo Ufficio per le Politiche Europee e Relazioni Internazionali, nel periodo che va dal 1996 al 2018, la cifra di 36.600.000 euro di cofinanziamenti europei di cui 29.700.000 euro soltanto nel periodo compreso tra il 2014 e il 2018 risultando vincitrice di ben 39 progetti su 95 presentati e attivando interventi per un costo complessivo di 43.000.000 di euro;

che anche l’Ufficio Politiche Comunitarie del Comune di Pisa è nato nel 1996 quando l’intero territorio pisano fu inserito tra le aree beneficiarie dei finanziamenti europei per il recupero dei territori colpiti da declino industriale e da allora l’impegno dell’amministrazione comunale è stato quello di coniugare l’esigenza di recuperare il gap di sviluppo con la valorizzazione dei numerosi elementi di eccellenza del territorio, avviando sia importanti opere di riqualificazione e recupero della città, come progetti innovativi ad alto valore aggiunto europeo;

che l’Ufficio Relazioni Internazionali del Comune di Ferrara è strutturato in macroaree e una di queste è dedicata alla progettazione europea che permette di acquisire risorse da destinarsi ad ambiziosi progetti facendo diventare quella della partecipazione ai bandi europei una politica strategica che ha consentito di cofinanziare solo nel quinquennio 2014-2019 ben 40 progetti per un un totale di più di 8.000.000 di euro di contributi da destinare al territorio;

che un comune importante come quello di Napoli è la prima città italiana per capacità di progettazione e spesa dei fondi europei del Pon Metro 2014-2020, il “Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane”;

che grazie al Pon Metro 2014-2020 al 31 dicembre 2018 il comune partenopeo, che aveva fissato il suo obiettivo di cofinanziamento a 13.500.000 euro, ha raggiunto il 169% del risultato atteso candidandosi ad ottenere ulteriori 5.500.000 euro di bonus dalla Commissione Europea che potranno essere investiti in altri progetti;

che i progetti cofinanziati con i fondi europei Pon Metro riguardano il territorio del comune di Napoli così come l’intera area metropolitana e vanno dal trasporto pubblico, all’agenzia sociale per la casa, dalla tutela delle persone più fragili alle nuove tecnologie per i servizi digitali al cittadino;

che con il prossimo ciclo di programmazione (2021-2027) dei Finanziamenti Fesr (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) gli enti locali potranno contare in totale su 4,5 miliardi di euro di finanziamento di cui 3 miliardi a vantaggio delle aree urbane piccole e medie e le grandi aree metropolitane;

che è in arrivo una maggiore flessibilità nei conti, grazie allo scorporo del cofinanziamento per i progetti e gli investimenti strategici dal Patto di stabilità;

che nonostante tali circostanze ancor oggi continuano a registrarsi criticità nell’accesso ai Fondi Europei in quanto gli operatori, sia pubblici che privati, faticano in molti casi a trovare le informazioni inerenti tali risorse con un congruo anticipo di tempo;

che parimenti si registrano difficoltà nella corretta finalizzazione dei progetti sugli strumenti di finanziamento più adatti;

che è necessario passare sempre più da un accesso a tali finanziamenti europei di tipo “contingente”, cioè guidato dalla disponibilità di bandi aperti, a uno di tipo “strategico”, che prevede l’individuazione dei programmi più coerenti rispetto ai fabbisogni dell’ente;

che il passaggio da un approccio di tipo contingente a uno di tipo strategico possa essere meglio assicurato dalla costituzione di un ufficio interno all’ente che serva ad orientare la struttura amministrativa nel suo complesso verso un modo di lavorare per progetti anticipando quelli che sono i possibili canali di finanziamento, strutturando partenariati e reti locali di cui l’amministrazione si deve fare promotrice e protagonista;

che i progettisti in materia di fondi europei traggono il compenso della propria attività professionale all’interno delle risorse previste dal cofinanziamento dei progetti presentati;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA:

-alla costituzione di un ufficio dedicato a porre in essere tutte le procedure idonee a valutare le possibilità di acquisizione dei Fondi provenienti dall’Europa;

-alla previsione della dotazione organica per questo ufficio di sei unità di personale di cui tre da reperire all’interno dell’ente e tre da individuare all’esterno tra coloro in possesso di adeguate competenze per poter ricoprire tale mansione;

-alla costituzione di un Albo Comunale dei progettisti in materia di finanziamenti europei all’interno dal quale attingere alle diverse professionalità idonee per svolgere l’attività in oggetto”.


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