I consiglieri regionali Fabio Paparelli (Pd) e Thomas De Luca (M5S) puntano il dito sulla Giunta Tesei rispetto alla gestione del ciclo dei rifiuti. Per i due esponenti dell’opposizione, "le proiezioni dell'Auri (audizione stamani in Seconda Commissione) dimostrano che la vita residuale delle discariche, anche con la produzione di Css a pieno regime, non risolve il problema dei rifiuti e rende del tutto insostenibile l'investimento per la realizzazione di impiantistica a tale scopo. Dati – rimarcano - che non hanno in alcun modo scalfito la volontà che la Giunta Tesei ha sostanzialmente confermato in direzione dell'incenerimento, salvo decisioni diverse del Consiglio regionale".
(UNWEB) Perugia, - "Le proiezioni dell'Auri dimostrano che la vita residuale delle discariche, anche con la produzione di Css (Combustibile solido secondario) a pieno regime, non risolve il problema dei rifiuti e rende del tutto insostenibile l'investimento per la realizzazione di impiantistica a tale scopo. Tali dati non hanno in alcun modo scalfito la volontà che la Giunta Tesei ha sostanzialmente confermato in direzione dell'incenerimento, salvo decisioni diverse del Consiglio regionale". È quanto dichiarano, in una nota congiunta, i consiglieri di opposizione, Fabio Paparelli (Pd) e Thomas De Luca (M5S), “sulla base dell'incontro di ieri a Palazzo Cesaroni in cui erano presenti, oltre agli stessi consiglieri, l'assessore regionale all'Ambiente, Roberto Morroni, e i rappresentanti dei diversi comitati che hanno manifestato di fronte ai palazzi della Regione. Le decisioni di questi giorni – aggiungono - appaiono tanto più assurde anche alla luce dell'audizione di questa mattina in Seconda Commissione dei tecnici Auri che hanno confermato come in un quadro simile, anche producendo Css, non si risolve il problema dei rifiuti”.
"Rimaniamo al fianco dei comitati che si sono costituiti per impedire che questo scempio ambientale venga consumato - assicurano Paparelli e De Luca-. Il piano della Giunta è quello di bruciare Css, derivato da rifiuti solidi urbani, nelle cementerie di Gubbio e probabilmente anche di Spoleto oltre che smaltire a Terni i fanghi derivanti dai reflui provenienti da tutta l'Umbria. Tutto questo mentre le discariche umbre hanno una prospettiva non di decenni, bensì di pochi anni. L'unica soluzione è cambiare il paradigma della gestione dei rifiuti e metterlo nero su bianco all'interno di un nuovo piano regionale".
"In virtù della richiesta di interruzione dei lavori dell'Aula e grazie alla proposta d'incontro e ascolto delle istanze dei comitati da noi avanzata - sottolineano i due esponenti dell’opposizione - adesso è più chiaro a tutti che la Giunta regionale, al di là delle valutazioni pseudoscientifiche e procedurali che ha provato a fornire, ha l'intenzione di trasformare il cuore verde d'Italia in un grande inceneritore di rifiuti. Peraltro – aggiungono - il gruppo di lavoro, che era stato messo in piedi velocemente la scorsa estate dalla stessa Giunta, avrà il mero scopo di produrre giustificazioni scientifiche per dare il via libera a questo disegno”.
“All'incontro di ieri – osservano -, oltre a registrare la mancanza della maggioranza, segno della distanza e dell'imbarazzo che sta creando la vicenda, il grande assente è stata la politica, al netto dei ritardi del passato. L'assessore Morroni non è riuscito a fugare i timori emersi da più parti, confermando che, di fatto, non esiste una visione di lungo periodo, ma solo l'intenzione di agevolare, in qualche modo, la riconversione di alcuni impianti industriali nati per altri scopi, come nel caso delle cementerie, utilizzando anche dubbie giustificazioni di natura occupazionale".
"L'ipotesi ormai in campo - spiegano - è peraltro confermata anche dai progetti presentati dalla Giunta nell'ambito della Conferenza delle Regioni e finalizzati all'accesso ai nuovi finanziamenti europei che prefigurano la creazione di impianti di Css al fine di poter disporre di materiale da incenerire negli altoforni di alcune imprese del territorio e di impianti di essiccazione e valorizzazione energetica di fanghi dei reflui urbani con nuove emissioni in atmosfera in una conca con gravi problematicità. Nulla di più distante – concludono Paparelli e De Luca - da una strategia d'innovazione e sostenibilità che presupporrebbe, invece, ben altra visione e nuovi investimenti tecnologici sia nel campo delle politiche industriali e che nel settore dello smaltimento dei rifiuti".