(UNWEB) «L’università di Perugia ha promosso ed organizzato un convegno di studio su nuove forme familiari e di genitorialità, con tanto di patrocinio di associazioni, comitati per le pari opportunità ed ordine degli assistenti sociali. Da una delle università più antiche del mondo, che ha il dovere di indagare i fenomeni dal punto di vista scientifico anche in tale ambiti, ci saremmo aspettati una valutazione meno ideologica del fenomeno ed una ferma e forte condanna verso qualsiasi compravendita dei figli», ha dichiarato Saimir Zmali, Coordinatore regionale per il Popolo della Famiglia Umbria, precisando che sia evidente che la prossima sintesi del fenomeno sarà la richiesta della regolarizzazione della cosiddetta “gestazione per altri”.
«Il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan ed il Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, per quanto dotte e solenni potranno essere le loro dichiarazioni ed i loro interventi, non potranno mai nascondere un’evidenza scientifica indiscutibile: le famiglie omogenitoriali sono una parte attiva del mercato dell’utero in affitto fuori dei confini nazionali».
«Un’Università che si è fatta custode e promotrice della civiltà del nostro continente europeo non può diventare lo sponsor ufficiale (sempre meno occulto) del mercato dei bambini nel mondo, solo perché nessuno fra i relatori e gli organizzatori ha il coraggio di denunciare questa palese evidenza. Un convegno del genere sarà corresponsabile di due crimini, uno verso le vittime di questa assurda compravendita ed uno verso lo stesso ruolo di un ateneo che dovrebbe avere il compito di promuovere la ricerca e non fermarsi al confine imposto dalle lobby pro-utero in affitto», ha concluso Zmali, auspicando voci in palese dissenso fra gli interventi di oltre trenta relatori previsti nel convegno.