pici(ASI) “Quello che apprestiamo a trattare è stato, da sempre, un argomento che ha diviso sia all’interno della destra, della sinistra che all’interno del mondo sindacale della Polizia.


Il Siulp ,che in provincia di Perugia su un totale di 9 sindacati rappresenta il 52 % considera le esigenze dei cittadini al pari di quelle dei poliziotti, ovviamente saremmo contrari a tali aperture, se guardassimo solo a quelle dei poliziotti.

Quando parliamo di queste strutture non parliamo di una invenzione di Pici Massimo di Perugia Civica , del Siulp o di FDI ma parliamo di strutture che già esistono nel nostro Paese e in tutti gli Stati che aderiscono al trattato di Sghengen , solo che non riescono ad adempiere alle funzioni per cui sono state istituite a causa del loro esiguo numero e della loro distribuzione che non è in grado di soddisfare tutte le numerosissime richieste delle varie Questure.

 

Naturalmente l’unica condizione per cui possono essere efficaci e che siano distribuiti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale – distribuiti per regione in base alle loro esigenze.

 

È di pochi giorni fa la notizia che nella civilissima e e democratica Inghilterra , cito ad esempio il Messaggero del 9 Maggio, cronaca nazionale pag.10 , dopo l’uscita dalla Brexit , tutti quelli che non hanno titolo per entrare e non riescono a rimpatriarli immediatamente vengono trattenuti nei appositi CPR, fino al loro rimpatrio nei paesi di appartenenza. non vengono lasciati liberi di circolare neanche se si impegnano a lasciare il territorio prima possibile.
In questo momento,ma per un periodo di tempo limitato (cosi hanno dichiarato) dove i voli internazionali sono ridotti , se non hanno la possibilità di rimpatriarli immediatamente, pretendono una cauzione ed un indirizzo di un conoscente che garantisce che appena sarà possibile prenderà l’aereo per tornarsene nel proprio paese.

 

Per l’introduzione di questo ODG che insieme al gruppo di Perugia Civica abbiamo condiviso con gli amici di FDI ci siamo affidati alle parole e alle azioni di due personaggi, che nel campo della sicurezza sicuramente non sono gli ultimi arrivati.
Precisamente il Questore di Perugia e l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti , sicuramente non due pericolosi leghisti , ma due persone che nel campo della sicurezza e della legalità rappresentano qualcosa.
Quando parliamo di strutture simili le parole Accoglienza e Integrazione , sono fuori contesto non centrano nulla , parliamo di persone non possono avere riconosciuto lo status di rifugiati, non hanno i requisiti per avere il soggiorno e a causa di questa situazione è “costretta” a delinquere perché non possono avere i documenti per lavorare, per fare un contratto di affitto ecc.
Quindi per vivere nel nostro Paese sono costretti a delinquere.

 

 

Leggo l’ordine del giorno

 

Osservazione : Sono luogo di disordini sociali

Verissimo e per diversi motivi

 

1 – perché dentro non ci sono badanti o donne delle pulizie o collaboratrici domestiche ma delinquenti , ma vengono usati per mettere dentro le persone che sappiano vivere di espedienti , prima che mettano ai atto azioni criminale , pensate alla possibilità di aver un posto dove sistemarli invece di fare indagini, pedinamenti processi per fare cosa ?

 

È di oggi (17.05.2021) la notizia di un clandestino tunisino uscito da Sollicciano (FI) tre giorni fa e ieri nuovamente arrestato a Perugia in zona Fontivegge. Dentro il Carcere ha aggredito un agente di custodia . Pensate quanti processi, testi, avvocati Pubblici Ministeri dovranno impiegare le loro energie e il loro tempo per processare questo criminale, clandestino .

 

Per giungere a quale risultato ?
Per metterlo in carcere –
Che è il posto piu’ sbagliato per un clandestino – infatti il carcere dovrebbe servire per recuperare e rinserire la persona nella comunita’ ma un clandestino quando uscira’ dal carcere sempre clandestino rimane – l’unico modo per farlo cessare dal suo status di clandestino e’ o dargli i documenti o riportarlo a casa. Visto che i documenti non li puo’ avere . Mi sembra facile la risposta.

 

 

 

2 – perché sono strapieni perchè ogni Questore cerca di metterci piu’ persone possibili per dare una risposta al bisogno di sicurezza del proprio territorio. (Percio’ qualche risposta alla sicurezza la danno) per questo motivo che felice romano segretario generale nazionale del siulp ,qualche anno fa li defini’ bombe a orologeria

 

3 – la cosa strana e che c’è una richiesta spaventosa di queste strutture ma vengono chiuse e pertanto diventano inutili anche quelle che ci sono.

 

4 – pensate che tutte queste tensioni o conflitti che ci sono dentro queste strutture, in loro assenza sono tutte fuori a carico e sulle spalle degli inermi e indifesi cittadini.

 

5 – non è un fenomeno che possono risolvere le FF.OO. Ma lo deve affrontare e risolvere la politica. Iniziamo dal Comune di Perugia perché no ?

 

6 – Nel campo dell’immigrazione siamo come una auto che ha sei marce per andare a 300 all’ora, infatti abbiamo numerosi programmi per l’accoglienza , ma non ha la retromarcia, perché non siamo assolutamente attrezzati per riportarli a casa.

Tutte le argomentazioni che ho sentito possono essere utili per organizzare un convegno o un incontro sul fenomeno della migrazione perciò possono essere usate per SPIEGARE ma non possono essere assolutamente usati per GIUSTIFICARE questi aspetti patologi legati al fenomeno delle migrazioni.

 

- È fuori dubbio che la maggior parte degli immigrati sono persone volenterose e bisognose
- È fuori dubbio che esiste il fenomeno del caporalato messo in atto da italiani ma diciamo anche che - molto spesso - i caporali , sono i loro stessi connazionali che, all’interno delle organizzazioni criminali li sfruttano e li utilizzano;
- triplichiamo gli ingressi legali, le quote e leghiamole alle reali esigenze del territorio –

Ma tutto questo nulla toglie all’ attualita’ di questo odg – che vorrebbe solo dare uno sgtrumento alle ff.oo. Per rispondere alle esigenze di sicurezza che provengono dal territorio.

 

Concludo facendo un esempio se avessimo al possibilità di avere una struttura facilmente raggiungibile nella nostra Regione , potremmo caratterizzare la stazione di Fontivegge non piu’ come piazza di spaccio ma come piazza di espulsioni . Tutti gli irregolari che si recano alla stazione per spacciare o compiere illeciti, potrebbero essere immediatamente ospitati in questi centri e nel giro di una settimana nessun clandestino si recherebbe piu’ alla stazione. Visto che temono piu’ il C.P.R. che il carcere perche’ dal carcere escono subito e lo considerano un incidente di percorso - mentre la permanenza in questi centri in una buona percentuale si conclude con il rimpatrio.“ Così la dichiarazione Massimo Pici di Perugia Civica , del Siulp.

 

Di seguito l'Ordinme del Giorno presentato dal GRUPPO CONSILIARE PERUGIA CIVICA DEL COMUNE DI PERUGIA

Alla cortese attenzione del

Presidente del Consiglio Comunale di Perugia

Sindaco Andrea Romizi

 

ORDINE DEL GIORNO

Perugia, 27 luglio 2020

OGGETTO: Istituzione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Umbria e richiesta apertura sedi Consolari non presenti a Perugia dei gruppi clandestini più numerosi , presenti nel nostro territorio.

Signor Presidente del Consiglio Comunale, Egregio Signor Sindaco.

Premesso che:

  • I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr),istituiti nel 1998 ex art.14 D. Lgs. 286/1998, noti in precedenza come Centri di Permanenza temporanea e successivamente con la denominazione di Centri di identificazione ed espulsione (CIE) sono strutture di accoglienza dove vengono trattenuti i migranti irregolari che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati e devono quindi essere espulsi; tali Cpr sono strumenti indispensabili per trattenere i migranti irregolari che si macchiano di reati gravi, in attesa della loro identificazione ed espulsione;

Durante il Forum su “Droga, alcol e giovani” organizzato dal quotidiano “La Nazione” e pubblicato giovedì 16 luglio 2020 ,il Questore di Perugia, Dott. Antonio Sbordone, ha dichiarato:

  • « le piazze sono invase da un plotone di stranieri. Una buona volta bisognerà pur dire, senza voler passare da razzisti o superando una serie di steccati ideologici, che c’è un esercito di spacciatori che viene dai Paesi stranieri – aggiunge Sbordone - sono l’80 %. Non voglio criminalizzare o generalizzare: la stragrande maggioranza degli immigrati sono bravi ragazzi. Ma come Questore come faccio a tacere sul fatto che lo spaccio di cocaina sta in mano agli albanesi? Che hashish, marijuana ed eroina è in mano ai magrebini, che i nigeriani si occupano di certi tipi di droghe? E’ un tema che va affrontato: c’è chi si arricchisce e ha a disposizione un esercito di persone senza speranza. La legislazione non è adeguata, mancano regole amministrative e siamo costretti a tenerceli qui: i rimpatri sono diventati quasi impossibili. Gli arresti anche (a causa della modifica sulla modica quantità, ndr). I Centri per l’identificazione sono pochissimi e sempre più contestati. Accanto alla prevenzione dovremmo avere la possibilità di liberarci di persone che fanno del male”.

 

  • Nel dicembre del 2016 l’allora Ministro dell’Interno Marco Minniti dichiarava che l’intenzione del Governo era quello «di arrivare all’apertura di un C.I.E (ora denominati C.P.R.) in ogni Regione che possa far fronte all’esigenza di tenere sotto controllo gli irregolari evitando, come spesso è accaduto sinora, di doverli lasciare andare proprio perché non ci sono strutture in grado di trattenerli come invece prevede la legge». Inoltre Minniti proponeva la possibilità di utilizzare caserme o stabili del demanio, in attesa di ristrutturare i C.I.E già esistenti;

 

  • Appare chiaro che sono solo ed esclusivamente degli strumenti di lavoro, che non vanno a sostituire gli altri strumenti che abbiamo a disposizione (controlli, espulsioni etc) ma servono solo per far fronte alla criminalità che si insinua e si nasconde tra le file dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei clandestini.
  •  

Considerato che:

  • Il tempo di permanenza in tali strutture è funzionale alle procedure di identificazione e a quelle successive di espulsione e rimpatrio. In questo modo si evita che gli irregolari che si macchiano di gravi reati come lo spaccio vadano ad intasare le carceri italiane già troppo affollate o, ancor peggio, tornino in libertà;
  • I Centri di permanenza per il rimpatrio sono dislocati a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Gradisca d’Isonzo (GO), Macomer (NU), Palazzo San Gervasio (PZ), Roma, Torino e Trapani, secondo quanto riportato sul sito istituzionale del Ministero dell’Interno aggiornato al 19 giugno 2020;
  • Attualmente gli irregolari che delinquono in Umbria vengono portati nel Cpr di Trapani o in quelli più vicini, con costi enormi per il trasferimento e con poliziotti sottratti al pattugliamento nelle strade;
  • La costituzione di un Cpr in ogni regione d’Italia porterebbe grandi benefici come lo svuotamento delle carceri, lo snellimento delle procedure nei processi penali e soprattutto maggiore sicurezza nelle strade dei vari territori. Inoltre, lo Stato potrebbe godere di consistenti risparmi economici: trattenere un irregolare che delinque in un Cpr, infatti, costerebbe allo Stato tra i 40 e i 70 euro al giorno, contro i 255 euro che attualmente si spendono per ogni irregolare detenuto nelle carceri;a tale costo vanno aggiunte le risorse sostenute per l’arresto del clandestino che variano a secondo delle modalità utilizzate per la cattura;
  • Il Sindacato di Polizia SIULP, il primo sindacato di Polizia ad essere stato fondato nonché la principale sigla in termini di adesioni e rappresentanza, da tempo si batte per l’istituzione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio a Perugia da 150 posti, per fronteggiare al meglio il problema della sicurezza nel capoluogo, cosi come dovrebbe essere fatto in ogni Regione,
  • Si potrebbero utilizzare per queste funzionalità uno dei tanti edifici o caserme dismesse all’interno del territorio comunale, opportunamente ristrutturati e messi a norma. In questo modo il Comune potrebbe anche sottrarre al degrado parte del suo patrimonio edilizio, portandolo a nuovo uso;
  • La loro presenza sul territorio potrebbe essere una risposta alla difficile situazione attuale, scaturisce dalla necessità di dare una risposta più certa alle esigenze di sicurezza di fronte ai continui attacchi del terrorismo internazionale e anche all’insicurezza dei cittadini.
  • Porterebbe allo snellimento dei processi, con l’eliminazione o almeno al riduzione, dei processi “BAGATELLARI”, cioè tutti quei processo contro i clandestini, che essendo continuamente in fuga diventano irrintracciabili vanificando l’azione giudiziaria e ingolfando la macchina della giustizia;

Evidenziato che:

 

·         Il tema della sicurezza viene percepito da tempo come centrale e urgente da parte della cittadinanza a Perugia;

 

·         Le notizie di cronaca quotidiana e i continui blitz delle Forze dell’Ordine nel territorio hanno messo in evidenza il problema della presenza di vere e proprie bande di cittadini extracomunitari che si macchiano di reati particolarmente odiosi come lo spaccio di droga, i furti nelle abitazioni, rapine, atti vandalici a danni di monumenti e proprietà e risse all’aperto nelle pubbliche vie del centro e di quartieri come Fontivegge, che spesso vengono accompagnate da coltelli e altri oggetti contundenti e finiscono nel sangue;

 

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

 

·         A dare ascolto e seguito alle denunce del Questore di Perugia, sollecitando il Ministero dell’Interno, attraverso la Regione Umbria, ad attuare le misure necessarie alla tutela della sicurezza dei cittadini e delle Forze dell’Ordine e procedere alla istituzione di tali centri in ogni regione, di grandezza variabile in base alle calcolate esigenze;

 

·         Subito dopo a dichiarare pubblicamente ed ufficialmente la disponibilità del Comune di Perugia ad ospitare nel proprio territorio un Centro di permanenza per il rimpatrio e ad individuare a tal fine una struttura idonea per ospitare i migranti irregolari, in attesa di espulsione;

 

·         A sottoporre la questione all’attenzione della giunta regionale e della Presidente della Regione affinché il tema venga affrontato nella Conferenza Stato-Regioni;

 

·         A creare una proficua collaborazione e sinergia con la Regione Umbria affinché si possa ottenere l’istituzione di un Centro di permanenza per il rimpatrio da 150 posti a Perugia o in un altro comune del territorio.

 

·         Successivamente, in base a ad precisi e rafforzati accordi bilaterali con i Paesi d’origine dei clandestini, sarebbe opportuno creare sedi consolari,di quelle non rappresentate nella nostra città, per facilitare le pratiche di identificazione al fine di procedere alla loro espulsione.

 

Il capogruppo di Perugia Civica in Comune

Massimo Pici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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