(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso, durante la seduta di question time, l’interrogazione del consigliere Thomas De Luca (M5S) su “Inventario regionale delle emissioni in atmosfera 2015: emissioni di co2 nel territorio del Comune di Terni”.
Illustrando l’atto in Aula, De Luca ha domandato “quali siano i motivi della discrepanza, in riferimento all’anno 2015, tra quanto dichiarato dalla ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni nell’Inventario Europeo delle Emissioni e quanto invece stimato da Arpa Umbria nell’Inventario regionale delle emissioni in atmosfera dell'Umbria per l’intero comparto produttivo e industriale, considerando la presenza di emissioni puntuali, e se tali dati siano stati inviati o comunicati dalla Regione Umbria alla Comunità europea.
Nell’Inventario regionale delle emissioni in atmosfera dell'Umbria, in riferimento all’anno 2015 per ciò che concerne le diverse sorgenti emissive site nel Comune di Terni, (nello specifico l’emissione di CO2) vengono rispettivamente indicati 78.001,35 t per ciò che riguarda la voce ‘combustione industriale’ e 74.023,13 t per ‘processi produttivi’ per una somma di 152.024,48 t per l’intero comparto. Ma nel 2015, secondo quanto autodichiarato dalla ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, nell’Inventario europeo delle emissioni e riportato nel proprio Bilancio di sostenibilità del 2018, le emissioni dirette di Co2 prodotte dallo stabilimento sito nel Comune di Terni, verificati ai fini della Direttiva ETS, sarebbero stati 274.286,1t (da consumo metano, antracite e elettrodi nel proprio processo produttivo). Una cifra che eccede del +80% rispetto a quanto indicato da Arpa per l’intero comparto produttivo e industriale della città di Terni, dove sono site centinaia di aziende in primo luogo l’inceneritore Acea Ambiente, l’inceneritore Ternibiomassa (all’epoca ancora operante), la centrale Edison e l’intero polo chimico, solo per enunciarne alcuni. Le emissioni specifiche, secondo Ast, ovvero la quantità di gas ad effetto serra generata per ogni tonnellata di acciaio prodotta, sono pressoché costanti nell’ultimo triennio, con un valore pari a 0,34 t. Co2 equivalente”.
L’assessore Enrico Melasecche ha risposto che “L’Arpa integra autonomamente l’inventario delle emissioni di inquinanti con le stime di emissione di gas serra solo ed esclusivamente a fini conoscitivi, ma non a fronte di esplicite norme nazionali. Inoltre la discrepanza citata nell’interrogazione era dovuta a differenti metodi valutativi, oggi riallineati. Per quanto attiene ai valori storici, sono stati rivalutati ed in corso di ripubblicazione. Non esiste alcun obbligo di comunicazione delle emissioni di gas serra da parte della Regione alla Comunità Europea”. L’assessore ha quindi consegnato un documento dell’Arpa, risalente allo scorso mese di marzo, in risposta ad una analoga interrogazione dello stesso consigliere De Luca che a sua volta ha stigmatizzato il fatto di non averla mai ricevuta.
Nella replica, De Luca ha ribadito come “ormai è chiaro che il Piano della qualità dell’aria sia basato esclusivamente su un solo documento. Quindi, come in questo caso, ci troviamo di fronte ad una chiara sottostima delle emissioni industriali a fronte di quello che invece sono i comportamenti individuali. È quindi indiscutibile che all’interno di questa operazione vengono previste zero risorse per la riconversione dei processi industriali, per la sostenibilità ambientale, per la transizione ecologica, per riuscire nell’intento di far uscire il nostro tessuto industriale da situazioni come queste che mettono a rischio il futuro occupazionale, mettendo pure a rischio la salute”.