La consigliera Simona Meloni (Pd) ha illustrato, durante l'odierna sessione di Question time, la propria interrogazione a risposta immediata relativa a “Tutela e semplificazione della pratica della selvicoltura” e agli intendimenti della Giunta regionale a riguardo.
(UNWEB) Meloni ha sottolineato che “la Rete Natura si basa sull’individuazione di aree di particolare pregio ambientale ed è costituita dai siti di importanza comunitaria (Sic), dalle zone speciali di conservazione (Zsc) e dalle zone di protezione speciali (Zps) per l’avifauna. La Regione Umbria ha istituito una Rete Natura 2000 regionale, sostituendo le linee guida vigenti che prevedevano l’esenzione dalla Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) per gli interventi in ambito urbano, forestale e fluviale, a partire dal primo giugno 2021. La mancanza di una normativa transitoria ha creato molto disagio tra i soggetti interessati come proprietari boschivi, aziende, organi di controllo, tecnici e professionisti che, a stagione avviata, non hanno certezze di procedere al taglio del bosco finalizzato a bisogni primari di approvvigionamento di legna da ardere. La Regione si è riservata la possibilità di svolgere preventivamente screening di incidenza su siti specifici e aprendo anche a numerose criticità. Esistono infatti numerose discrepanze tra tipi di intervento forestale ordinario, previsti dal Regolamento forestale e il fatto di non aver seguito la categorizzazione del regolamento rende le prevalutazioni poco chiare. Il caso specifico che balza agli occhi è quello dei castagneti da frutto, per i quali si prevede che ogni operazione colturale, debba essere effettuata fuori dalla stagione riproduttiva della fauna selvatica. Un fatto, questo, che provocherebbe effetti estremamente dannosi sulla conduzione del castagneto da frutto, rendendo di fatto impossibile alcune operazioni fondamentali come gli innesti. Gravi complicazioni dunque anche per le aziende che si occupano di silvicoltura, che si vedono di fronte ad un dilatare di tempi, burocrazia e costi. Tale situazione potrebbe dunque portare anche una grave disincentivazione della pratica che, oltre a far parte delle nostre tradizioni, è anche una risorsa economica e strumento di cura delle nostre montagne. Servono quindi correttivi alla normativa vigente in materia di selvicoltura, che complica la vita dei nostri cittadini, dato che con il recepimento della direttiva europea anche piccoli interventi di selvicoltura sono sottoposti a Valutazione di incidenza. Servono modifiche per semplificare la pratica della silvicoltura, considerando il periodo storico – economico che stiamo vivendo e per sostenere le tante imprese agricole, tanto importanti per l’economia delle zone agricole rurali”.
L’assessore Roberto Morroni ha risposto che “l’articolo 6 della direttiva Habitat prevede la procedura di valutazione di incidenza per qualsiasi piano, progetto, intervento e attività. Quindi anche gli interventi selvicolturali devono essere sottoposti a valutazione di incidenza. Nel 2005 vennero individuati alcuni interventi da non sottoporre a valutazione, ma questo ha portato a dei rilievi da parte della Commissione europea. Per scongiurare la procedura di infrazione il ministero dell’Ambiente ha emanato linee guida nazionali per la valutazione di incidenza, adottate nel 2019, pubblicate nel 2020 e recepite in Umbria nel 2021. Esse stabiliscono la necessità di sottoporre a valutazione appropriata qualsiasi piano, progetto o intervento. Vengono previsti documenti di prevalutazione per verificare la compatibilità di specifici interventi con l’integrità del sito interessato. Il tempo trascorso tra il 2019 e il 2021 è stato un periodo transitorio che doveva proprio servire ad adeguarsi alle nuove norme, che mirano ad impedire la procedura di infrazione. Non ci sono obblighi per la Regione di predisporre documenti di prevalutazione. La delibera del settembre 2021 parte da quanto previsto dal documento del 2005, ampiamente conosciuto dagli operatori del settore. Gran parte delle modifiche e dei suggerimenti richiesti sono stati accolti nella delibera che verrà discussa in Giunta proprio domani”.
Meloni ha replicato evidenziando che si è trattato di “una risposta esaustiva e dettagliata. Comprendiamo i principi delle linee guida europee e nazionali. Dobbiamo pensare al ruolo svolto dagli operatori di questi settori, che svolgono un lavoro duro e faticoso, nell’ambito della salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Il periodo di transizione tra le linee guida europee e la delibera della Regione non è stato sufficiente per gli operatori per fare proprie delle regole che vengono viste più lontane dal proprio territorio”.