255176089 3135986663305017 8607449217056803970 n(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha deciso, accogliendo la proposta del consigliere Valerio Mancini (Lega), il rinvio in Seconda commissione, con trattazione entro 20 giorni, della mozione firmata dalla consigliera Simona Meloni (Pd) che chiede alla Giunta di “attivare un tavolo regionale per individuare al più presto soluzioni che regolino il prezzo del latte e che garantiscano ai cittadini umbri la certezza di poter consumare il latte prodotto nella nostra regione tutelando al tempo stesso il lavoro e la dignità dei produttori”.


L’atto di indirizzo, illustrato in Aula dalla proponente, auspica inoltre che la L’esecutivo regionale metta “in atto degli investimenti traducibili in maniera rapida in interventi a sostegno degli allevatori e per il rilancio del settore zootecnico (in particolare del comparto ovi-caprino da latte) e contestualmente per interventi volti a favorire l’utilizzo del latte locale”. E che si faccia promotrice “a livello nazionale ed europeo di azioni e politiche che da un lato contrastino lo squilibrio commerciale che favorisce speculazioni lungo la filiera e che, dall’altro, siano dirette a garantire un trattamento equo a favore delle piccole e medie imprese agroalimentari - come nel caso dei pastori umbri, e dei loro allevamenti - nei confronti delle industrie casearie”. Nella mozione viene evidenziato che “il prezzo riconosciuto ai produttori per un litro di latte è lo stesso di 24 anni fa. Ad azzerare la produttività delle aziende ci sono poi i rialzi dei costi dei mangimi e dei carburanti. La produzione ha dei costi che la bassa remunerazione del latte non riesce più a coprire. Si pone un problema anche sul mantenimento degli animali stessi. Questo sta indebolendo le piccole attività e portando alla chiusura delle stalle. Si registra anche un problema di ricambio generazionale. E tutto questo ha conseguenze non solo sull’economia ma anche sull’ambiente e sui territori. L’Umbria rappresenta, nel panorama nazionale ed internazionale, un’eccellenza per la qualità dell’ambiente e questo è un valore aggiunto anch’esso da non disperdere, ma da potenziare e sostenere a partire da ciò che produciamo affinché i nostri prodotti regionali possano accedere con più agevolezza al marchio Dop. Il comparto dell’agricoltura conta il 2% di Pil della nostra regione, per un patrimonio ovino e caprino ammonta a circa 108 mila capi, suddivisi in 3400 allevamenti e circa 2100 aziende. Risulta dunque estremamente importante intervenire subito e su più piani attraverso un sistema di investimenti traducibili in maniera rapida in interventi a sostegno degli allevatori, con politiche mirate alla regolazione del prezzo del latte, alla valorizzazione dei prodotti locali ed al rafforzamento della filiera”.


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