(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza, con 8 voti favorevoli della maggioranza e 6 astenuti della minoranza, la mozione promossa dai consiglieri Valerio Mancini, Stefano Pastorelli e Paola Fioroni (Lega) circa la “Riforma del catasto”.
Nello specifico, il documento di indirizzo chiede alla Giunta regionale di “sollecitare i propri rappresentanti di Governo ad attuare una riforma del sistema fiscale che vada davvero nella direzione di una sua semplificazione e riduzione d’imposizione nei confronti degli italiani; sollecitare i propri rappresentanti di Governo ad opporsi ad una revisione del catasto a parità di gettito che, contrariamente ai principi che devono muovere la riforma, aumenterebbe esponenzialmente il peso fiscale sulle seconde case e rischierebbe di escludere tante famiglie dal sistema di welfare, così deprimendo il mercato immobiliare ed in generale l’economia nazionale”. Nell’illustrazione dell’atto, Mancini ha evidenziato che “il Governo italiano si è assunto l’impegno di accompagnare il Pnrr con una riforma del Fisco per una sua semplificazione e progressiva riduzione dell’imposizione fiscale. Allo scopo è stata costituita una Commissione Parlamentare bilaterale che ha elaborato una bozza. Nel documento non è stata trattata la riforma del catasto perché non è stata trovata un’intesa, ma il dibattito prosegue nel Governo e si incentra sulla revisione delle rendite catastali per attuare una riforma a parità di gettito. In particolare, si discute della rideterminazione delle destinazioni d’uso dei vari immobili, distinguendoli tra ordinari, speciali e culturali. Altro cambiamento riguarderebbe l’unità di misura per la determinazione del valore patrimoniale degli immobili, che passerebbe dal vano al metro quadro. Le banche dati immobiliari verrebbero poi aggiornate con le informazioni provenienti dalla dichiarazione dei redditi. Gli effetti di tali modifiche sono potenzialmente disastrosi per gli italiani. Rivalutare le vecchie rendite catastali ai valori di mercato e passare dal criterio dei vani a quello dei metri quadri comporterebbe un cospicuo aumento dell’Imu sulle seconde case. Secondo uno studio della Uil l’aumento dell’Imu sulle seconde case si dovrebbe stimare in media al 128 per cento. Una revisione delle rendite catastali impatterebbe sul peso che la prima casa ha nel calcolo dell’Isee. Rivedere gli estimi gonfierebbe l’Isee di 75 mila euro medi (+318 per cento), sempre secondo la Uil, quattro volte tanto. Molte persone perderebbero agevolazioni come sconti sulle mense scolastiche, rette degli asili nido, tasse universitarie, bonus affitti, bonus bollette, rette delle Rsa, le residenze sanitarie assistite. Altri uscirebbero da programmi di sostegno alla povertà. Una riforma del catasto inciderebbe inevitabilmente anche sulle compravendite che sono legate al valore catastale. Gli italiani hanno un livello di attaccamento al patrimonio immobiliare che non è paragonabile a quello degli altri Stati europei. Procedere ad una tale revisione produrrebbe come unico risultato quello di incidere negativamente su tale attaccamento e deprimere il mercato immobiliare in un momento in cui, invece, è assolutamente necessario rilanciarlo. Senza dimenticare che esso è strettamente legato al rilancio dell’edilizia. Compito della politica è facilitare il percorso di ripresa, non limitarlo o deprimerlo”.