(UNWEB) Perugia,  “Differenze di genere.... perché?”: questo il tema di un evento promosso dalla Regione Umbria, con l’obiettivo di avviare un confronto nazionale per applicare e diffondere i principi della medicina di genere anche sul territorio regionale.


All’iniziativa, tra gli altri, hanno partecipato rappresentanti dell’Osservatorio sulla medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità, della Commissione Medicina di Genere (FNOMCEO), delle Aziende sanitarie umbre, degli Ordini dei Medici di Perugia e Terni, dell’a associazione Italiana Donne Medico e dei componenti del Tavolo Regionale per la medicina di genere. Tra i relatori erano presenti la professoressa Giovannella Baggio e la professoressa Anna Maria Moretti, promotrici insieme all’Istituto superiore di sanità, della costituzione della Rete italiana per la medicina di genere. L’incontro è stato coordinato dalla dirigente regionale Paola Casucci, in rappresentanza della Direzione regionale Salute e Welfare e dalla dottoressa Moira Urbani, coordinatrice del Tavolo Regionale.
Molte le tematiche affrontate: tra queste la situazione italiana rispetto agli obiettivi dell’OMS per la medicina di genere, le implicazioni della pandemia, il genere nelle patologie cardio vascolari e nelle broncopatie e infine, le differenze di genere nella farmacologia. Inoltre, sono stati presentati i risultati del survey promosso dal Tavolo regionale per la medicina di genere sullo stato dell’arte nella nostra regione.
La Regione Umbria con atti propri ha recepito il Decreto ministeriale in materia e ha istituito il Tavolo regionale per la medicina di genere agli inizi del 2021.
In applicazione alle direttive nazionali l’obiettivo di lavoro è diffondere la medicina di genere mediante iniziative di divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura, che tengano conto delle differenze di genere per garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario.
“Il concetto di medicina di genere – ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto - nasce dall’idea che le differenze tra uomini e donne in termini di salute siano legate non solo alla loro caratterizzazione biologica e alla funzione riproduttiva, ma anche a fattori ambientali, sociali, culturali e relazionali definiti dal termine ‘genere’ che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come il risultato di criteri costruiti su parametri sociali circa il comportamento, le azioni e i ruoli attribuiti ad un sesso e come elemento portante per la promozione della salute. Le diversità nei generi si manifestano nei comportamenti, nello stato di salute, nei ricorsi ai servizi sanitari nel vissuto di salute. In questa cornice – ha concluso l’assessore Coletto – l’Umbria sta costruendo un percorso che sicuramente servirà a garantire maggiore appropriatezza della cura da una parte e risposte sempre più rispondenti ai bisogni di cura delle donne”.

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