273413745 3203045046599178 135763872301044954 n(UNWEB) Criticità e priorità della salvaguardia dei territori vocati alla coltivazione e raccolta del tartufo sono state al centro dell’audizione svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni. La Seconda commissione dell’Assemblea legislativa, presieduta da Valerio Mancini, ha ascoltato i rappresentanti di: Associazione tartufai Altotevere onlus, Comitato per la libera cerca, Coordinamento associazione tartufai, Associazione tartufai “il Perugino”, Associazione tartufai “tartufiamo” (Sigillo), Associazione tartufai del Trasimeno (Magione), “Tuber terrae” (area monte Subasio), Cia Umbria, Coldiretti Umbria e Confagricoltura Umbria. Hanno partecipato alla seduta consultiva anche professori ed esperti dell’Università di Perugia, tecnici dell’assessorato regionale e l’amministratore dell’Agenzia forestale regionale.

LA PROBLEMATICA. Il presidente Mancini ha inquadrato la questione oggetto dell’incontro evidenziando la necessità di “approfondire alcune tematiche relative all’equilibrio tra la libera cerca, le tartufaie controllate, la manutenzione dei corsi d’acqua che potrebbero compromettere alcune aree tartufigene. In alcune zone del Trasimeno interi tratti di fiumi sono stati privati di ogni tipo di alberi e piante, con una rimozione esagerata della vegetazione e interventi che sono apparsi troppo invasivi. Questo anche a danno della produzione del tartufo. Si tratta di sollecitare una corretta applicazione della legge regionale in materia ed anche una collaborazione con tutti gli attori coinvolti affinché la norma sia rispettata, se necessario migliorata, e venga monitorato il rispetto di quanto in essa previsto”.

GLI INTERVENTI hanno messo in evidenza la necessità di una collaborazione tra cercatori, coltivatori e agricoltori, nel rispetto dell’ambiente, degli interessi economici e delle attività di ogni categoria. La salvaguardia del territorio è stata individuata come una priorità, da perseguire contemperando le misure di manutenzione e messa in sicurezza delle sponde con il rispetto delle zone di produzione del tartufo e delle relative essenze arboree. È stato espresso l’auspicio che il tartufo bianco umbro possa essere al centro di una filiera regionale che lo promuova e lo valorizzi come risorsa. È stata espressa la necessità di una piena attuazione della legge regionale vigente, soprattutto per quanto riguarda i controlli e le verifiche, l’allineamento tra la durata delle tartufaie e quella dei piani di manutenzione.

LA REGIONE Umbria, è stato spiegato, ha individuato come obiettivo la promozione della filiera così come l’aumento e la tutela della produzione spontanea, che potrebbe essere messa a rischio dai mutamenti climatici. Sarebbe stato già previsto lo studio di nuovi approcci alla manutenzione delle sponde di fiumi e torrenti, nel rispetto della sicurezza e dell’ambiente, pur nell’ambito delle norme nazionali, piuttosto datate, sul rischio idraulico. Risulterebbe difficile avere dati attendibili, che possono essere forniti solo dai raccoglitori o dai trasformatori. Infine gli studi genetici effettuati non avrebbero consentito di individuare differenze nei tartufi di diverse provenienze, che quindi non risulterebbero tracciabili con certezza.


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