(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso, durante l’odierna seduta di question time, l’interrogazione a risposta immediata presentata dai consiglieri della Lega Daniele Carissimi ed Eugenio Rondini in merito al “Divieto di ripopolamento delle trote di ceppo atlantico nei corpi idrici regionali ai fini dello svolgimento delle attività di pesca sportiva”.

Illustrando l’atto in Aula, Carissimi ha spiegato che “il settore della pesca sportiva è stato penalizzato dal divieto di ripopolare i fiumi con specie diverse dalla trota mediterranea. La pesca sportiva in Umbria alimenta un indotto importante su turismo e commercio, a cui non possiamo rinunciare, anche perché la Lombardia sta già procedendo con i ripopolamento con trota atlantica (Fario) e iridea. Chiedo dunque alla Giunta regionale di conoscere le motivazioni e i fondamenti giuridico-normativi che hanno spinto a non rispettare le prescrizioni relative alle gare di pesca della trota e alle modalità di effettuazione dei relativi ripopolamenti contenute dello ‘Studio per la valutazione di incidenza gestione ittica anni 2020-2022 - Ripopolamenti’ redatto nell'ottobre 2020 dal Servizio Programmazione faunistica venatoria della Regione Umbria, portando all'ammissione dei soli ripopolamenti con ‘trote mediterranee’ certificate geneticamente pure al 98% da un istituto di analisi secondo gli stringenti canoni previsti. Una misura che appare irragionevole e sproporzionata perché la corretta classificazione della trota mediterranea autoctona è un’operazione irrealizzabile, avendo essa subito nel tempo modificazioni genetiche. Andrebbero inoltre spiegate le azioni che verranno adottate per evitare gli irreversibili danni economici ai comparti della pesca e del turismo umbri che deriverebbero dall'applicazione del divieto di effettuare ripopolamenti con trote di ceppo atlantico nei corpi idrici regionali”.

L’assessore Roberto Morroni ha risposto che “ad aprile 2020 è stato pubblicato un decreto direttoriale che stabilisce i criteri che le Regioni devono rispettare per introdurre specie non autoctone. Il documento prevede che vada presentata una richiesta al ministero corredata da uno studio del rischio. Il ministero della Transizione ecologica ha trasmesso, per ogni regione, l’elenco delle specie autoctone. In Umbria solo la trota mediterranea lo è. Questa situazione ha creato criticità per tutte le Regioni, che non possono procedere al ripopolamento con trote atlantiche a meno di non avere una deroga. Abbiamo avanzato una richiesta in questo senso. Lo studio di rischio è stato inviato al Ministero il 28 dicembre 2021 ed è ancora in fase di valutazione. La carta ittica della Regione Umbria non riconosce la trota fario come specie autoctona. La Regione non può procedere ai ripopolamenti come fatto in passato, ma in ragione dell’importanza della pesca sportiva, abbiamo provveduto a chiedere l’autorizzazione all’immissione di trote iridee sterili. La richiesta è in corso di valutazione. La tematica è peraltro anche al centro di provvedimenti legislativi in discussione in Parlamento”.

Daniele Carissimi ha ringraziato “l’assessore per la risposta, che mette in evidenza un problema normativo che penalizza i pescatori. Auspichiamo che dal legislatore nazionale arrivino le risposte attese e che la Regione si attivi rapidamente una volta che esse siano giunte”.


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