(UNWEB) Audizione, questa mattina in Seconda commissione, sulla proposta di legge regionale del consigliere Daniele Carissimi (Lega) relativa alla “Disciplina in materia di emissioni odorigene”.
L’organismo consiliare presieduto da Valerio Mancini, dopo l’illustrazione da parte del proponente (https://tinyurl.com/legge-odorigene(link is external)) e la presentazione delle istruttorie, ha oggi ascoltato i rappresentanti di Arpa, Coldiretti, Confartigianato, Confindustria e Confagricoltura.
Dagli interventi sono emerse osservazioni circa l’opportunità di attendere la definizione di parametri nazionali attualmente in discussione in Parlamento e all’Ispra. Le analisi dei campioni andrebbero affidati a laboratori di olfattometria dinamica, non presenti in Umbria e la cui creazione richiederebbe investimenti importanti. Viene valutato importante il coinvolgimento dei Comuni affinché nella pianificazione urbanistica si possa evitare l’edificazione di zone residenziali a ridosso di pre-esistenti impianti caratterizzati da emissioni odorigene rilevanti. Andrebbe inoltre previsto un regime differenziato per i nuovi impianti rispetto a quelli già in funzione al momento dell’entrata in vigore della legge, evitando in generale di gravare le aziende con ulteriori adempimenti, per non aggiungere complicazioni burocratiche (che si rifletterebbero sugli Uffici regionali preposti ai controlli) e spese.
Al termine dell’audizione, sono interventi i consiglieri regionali: Daniele Carissimi (Lega) “Terremo in considerazione tutte le indicazioni e i parametri nazionali rispetto alle emissioni odorigene, per evitare abusi ed anche situazioni non chiare. Serve dunque un quadro normativo uniforme e omogeneo per tutte le Regioni, dato che l’assenza di una normativa porta anche a conseguenze di natura penale in seguito all’azione dei soggetti che si sentono penalizzati dalle emissioni. Si dovrà prevedere di mettere l’Arpa nelle condizioni di assolvere ai compiti che le vengono assegnati. Importante poi una definizione urbanistica che eviti la costruzione di abitazioni nei pressi di certi impianti. Sarebbe in effetti opportuno prevedere obblighi differenti tra impianti nuovi e impianti già esistenti”; Fabio Paparelli (Pd) “Si tratta di una norma contro le aziende che non produrrà nulla. Dagli interventi appare chiaro che non si avverte l’esigenza di questa legge, che non affronta un problema attuale e sentito della nostra Regione e che non prevede aiuti né controlli adeguati. Non si potranno evitare procedimenti penali con una legge regionale. Occupiamoci piuttosto delle difficoltà legate all’epidemia e alla guerra”; Vincenzo Bianconi (Misto) “Dobbiamo prendere atto delle indicazioni circa la pianificazione urbanistica e il rischio di gravare le imprese con ulteriori costi e procedure. Servono normative evolute ma anche non penalizzanti per l’economia regionale. Insieme possiamo riflettere su come e dove si possano affrontare e gestire aree di maggiore criticità in termini di emissioni odorigene”.
LA PROPOSTA DI LEGGE è suddivisa in sette articoli e parte dalla considerazione che “l’inquinamento olfattivo è una forma di inquinamento atmosferico che resta spesso ai margini del dibattito ecologico, ma che può causare gravi disagi per la qualità della vita e per l’ambiente. L’inquinamento odorigeno può compromettere la fruibilità di ambienti e luoghi di residenza, lavoro o svago con conseguente peggioramento della qualità della vita. La proposta di legge è tesa a disciplinare quindi l’individuazione delle sorgenti odorigene e la valutazione dell’impatto olfattivo. Essa individua inoltre nell’Arpa il soggetto responsabile delle attività di controllo e monitoraggio e di gestione delle segnalazioni di disturbo olfattivo e dei fenomeni di inquinamento odorigeno. La norma vuole individuare gli strumenti e le regole di autorizzazione, prevenzione e controllo in materia di emissioni odorigene e a determinare il campo di valori entro i quali le attività umane possono considerarsi, in via precauzionale, compatibili con la salute ed il benessere pubblico e la tutela dell’ambiente nel suo complesso, così da garantire al cittadino una migliore qualità e la fruibilità di un ambiente salubre”.