(UNWEB) “Intendimenti della Giunta regionale riguardo l’attivazione delle procedure necessarie per l’aggiornamento del Piano quinquennale di controllo del Colombo di città, a seguito delle problematiche emerse nel corso di questi ultimi anni all’interno del territorio regionale”, è quanto chiede, attraverso un’interrogazione scritta, il consigliere regionale Manuela Puletti (Lega).
Puletti tiene a sottolineare di aver “raccolto il lavoro portato avanti dalla sezione della Lega di Deruta Torgiano e Collazzone che a seguito di una costante interlocuzione con agricoltori e cittadini, ha rilevato e confermato un' evidente problematica legata alla presenza di un numero sempre più copioso di piccioni sia in centro che nelle periferie, causando seri problemi di igiene e all'agricoltura”
“La Regione Umbria – ricorda -, con Determina dirigenziale del 12 gennaio 2017, ha approvato il Piano Quinquennale di Controllo del Colombo di Città. Tale specie – spiega - è stata considerata (sentenza della Sezione III penale della Corte di Cassazione, 29 gennaio 2004), ‘animale selvatico vivente in stato di naturale libertà’, permettendo quindi l’assoggettamento alla normativa venatoria nazionale attualmente vigente. Il Piano Quinquennale di controllo del Colombo di città – scrive Puletti - si è reso necessario dopo una serie di pronunciamenti della giustizia amministrativa, che ha dichiarato parzialmente legittime, le ordinanze sindacali di abbattimento dei volatili nei centri abitati. Tali provvedimenti da parte dei Primi cittadini, si erano resi necessari per fronteggiare possibili problemi di natura igienico – sanitaria, derivanti dall’eccessiva presenza di colombi, ritenuti portatori di germi patogeni in grado di recare danno anche alla popolazione umana, veicolando direttamente o indirettamente, infezioni batteriche, virali, micotiche”.
“Questo atto di natura programmatoria – osserva - contenente una serie di azioni e pratiche volte a limitare la crescita incontrollata della popolazione dei colombi negli agglomerati urbani, sembrerebbe non essere sufficientemente efficace per diminuire i danni che le deiezioni dei volatili stanno provocando alla tutela dell’igiene, al decoro e al patrimonio storico-artistico delle città e dei borghi, presenti nel territorio regionale. Il problema dei danni arrecati alle coltivazioni agricole di natura proteica (mais, grano , girasole) da parte del Colombo di città e della Tortora bianca, è stato ribadito nel corso di una seduta del settembre 2020 della Seconda Commissione Consiliare presieduta dal collega Mancini, in cui si è quantificata la loro consistenza, ben oltre i trecento mila euro”.
“Il Piano Quinquennale di controllo del Colombo di città – conclude Puletti - è scaduto e appare necessario intervenire con un tempestivo aggiornamento del provvedimento, che consenta alla Regione Umbria, agli Enti Locali e agli altri soggetti interessati di intervenire efficacemente, con un’azione di controllo e contenimento della specie, sulla scorta di quanto attuato, nelle vicine Marche”.