milano 1 (ASI) Milano - Le Regioni possono essere attori chiave per la strategia italiana sulla bioeconomia, intesa come rigenerazione territoriale. Una rigenerazione che sappia partire proprio dal potenziale di innovazione e competitività dei singoli territori.

Una strategia che abbia come sfida “il potere del limite”, puntando a realizzare quella economia circolare capace di conservare, riutilizzare, anziché dissipare. Su questo si sono confrontati oggi a Milano rappresentanti di Regioni, imprenditori, ricercatori ed esperti di “green economy”, invitati da Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, una delle imprese leader in Europa nelle produzioni “verdi”.
Con Catia Bastioli, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il presidente della Sardegna, Francesco Pigliaru, il direttore delle politiche industriali di Confindustria, Andrea Bianchi, il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, hanno dato vita ad un confronto sul tema “Crescita armoniosa e sostenibile partendo dai territori e dal concetto di limite nello sviluppo”.
“Questo è il tempo - ha detto la presidente Marini - per raccogliere fino in fondo la sfida dell’economia circolare che miri essenzialmente al recupero ed al riutilizzo delle materie, e lavorando anche per un nuovo modello di gestione del ciclo dei rifiuti. La nostra regione, nota come il cuore verde d’Italia, è anche terra di industria. E noi siamo molto impegnati – ha aggiunto - affinché il nostro territorio possa rappresentare un luogo per realizzare la sperimentazione di un nuovo modello dello sviluppo economico. In questa direzione proprio il ‘cluster’ nazionale della ‘green economy’, che vede insieme otto regioni italiane, rappresenta una grande opportunità affinché il sistema locale sia protagonista nella definizione di un nuovo modello di sviluppo locale all’insegna della sostenibilità che sarà possibile realizzare nella misura in cui sarà capace di determinare anche nuovi rapporti sociali e una nuova ‘governance’ pubblica”.
Per ciò che riguarda la specifica azione che la Regione Umbria sta mettendo in campo la presidente Marini ha sottolineato soprattutto il tema della formazione: “Nell’ambito della nuova programmazione comunitaria 2014-2020 - ha detto - punteremo molto, assieme all’Università, sulla formazione sia in ambito universitario che della scuola secondaria per favorire competenza e conoscenza delle nuove generazioni e formare professionalità nuove, coerenti con questo nuovo modello economico, e con la bioeconomia, certi che ciò rappresenterà oltretutto un importante driver di sviluppo”.

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