(ASI) Perugia - Condividere con il pubblico e gli espositori di Expo buone pratiche nella riduzione dell’impatto ambientale che accomunano grandi eventi come il Festival di Hay, Eurochocolate di Perugia, il Salone del Gusto, le politiche green del Brasile e il progetto sulla sostenibilità ambientale della stessa Expo: questo l’obiettivo dell’iniziativa che si è tenuta alla Cascina Triulza di Expo a Milano su iniziativa dei principali partner del progetto Zen, Zero Impact Cultural Heritage Event Network, che ha messo insieme gli impegni green di dodici organizzazioni europee, dall’Italia alla Lettonia, dalla Romania alla Spagna, dall’Olanda alla Slovenia, attraverso i rappresentanti di enti locali, istituzioni accademiche, manifestazioni e agenzie pubbliche. Tra i principali promotori dell’iniziativa c’erano la Regione Umbria e Sviluppumbria.
L’idea alla base del progetto è diffondere, proprio a partire da Milano, linee guida sui temi del consumo energetico, della mobilità, della riduzione delle emissioni e degli sprechi, della sensibilizzazione dei cittadini e del riuso di beni e materiali, anche in vista di altri appuntamenti, come ad esempio il Giubileo in Italia.
Presente al seminario intitolato "Eventi e sostenibilità: esperienze a confronto" anche il vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, che ha sottolineato come "le politiche ambientali siano strategiche anche nello sviluppo del brand Umbria, l’unica regione che si è dotata di una legge che disciplina le sagre anche dal punto di vista della raccolta dei rifiuti. Il cuore verde d’Italia – ha aggiunto - si farà trovare pronto anche in occasione del prossimo Giubileo, un evento che nel 2000 fece aumentare del 20 per cento le presenze dei visitatori".
Il direttore generale di Sviluppumbria, Mauro Agostini, ha invece sottolineato che "si tratta di buone pratiche per piccoli e grandi eventi e che l’Umbria ha fatto sforzi notevoli negli ultimi anni per tutelare l’ambiente".
Andy Fryers, direttore per la Sostenibilità del festival della Letteratura e delle Arti di Hay (UK), ha dichiarato che “ridurre l’impatto significa non solo fare la cosa giusta, ma anche abbassare i costi delle manifestazioni”, mentre dal canto suo Andres Coca-Stefaniak che cura la gestione eventi dell’Università di Greenwich, ha evidenziato come un’indagine europea dimostri che il 50per cento dei frequentatori di eventi sarebbe disponibile a pagare un prezzo del biglietto maggiorato se ciò contribuisse a ridurre l’impatto sull’ambiente.
Tra gli interventi da registrare anche quelli di Maria Cristina Sampaio Lopes, ufficio di presidenza della Repubblica del Brasile; Diana Del Vecchio, executive manager della umbra Eurochocolate, che ha spiegato, tra l’altro, l’impegno della manifestazione nel campo della mobilità per ridurre l’inquinamento nei giorni dell’evento; Alberto Tallone dell'Università di Scienze gastronomiche di Slow Food e Gloria Zavatta, responsabile Sostenibilità di Expo 2015.
Tra gli esempi di manifestazioni poco impattanti sono state citate le Olimpiadi di Londra e di Torino, ma anche naturalmente Expo a Milano che si prepara a un bilancio sulla sostenibilità di questo evento globale: “sul fronte del recupero - ha spiegato la responsabile Sostenibilità Expo 2015, Gloria Zavatta, - sono state raccolte 16 tonnellate di avanzi di cibo presso gli operatori dell’evento destinate alle associazione benefiche del milanese, mentre altri obiettivi che ci siamo posti sono una raccolta differenziata al 70 per cento, la riduzione di 21mila tonnellate di CO2 nel semestre e un progetto di ‘RiExpo’, con il recupero dei materiali dei padiglioni e il riuso dei beni mobili dell'esposizione”.