(UNWEB) “La Giunta regionale dell’Umbria faccia in modo che l’Unità spinale unipolare (Usu), faccia parte di un coordinamento con gli altri servizi ed aziende sanitarie presenti sul territorio regionale, nonché con il settore sociale ed il terzo settore per la gestione della prevenzione delle complicazioni cliniche delle persone con lesione midollare, oltre alle cronicità dovute al permanente stato di disabilità gravissima”. A chiederlo, con a una mozione rivolta all’Esecutivo di Palazzo Donini, è il consigliere regionale Lega Umbria Paola Fioroni vice presidente dell’Assemblea legislativa.
Nell’atto di indirizzo, Fioroni mira anche alla creazione di “un tavolo regionale permanente per ottimizzare i percorsi e la rete dei servizi, oltre a realizzare percorsi diagnostico terapeutici assistenziali per le persone con lesione midollare e revisionare la DGR 250/09 con il coinvolgimento delle associazioni degli utenti e degli stakeholder pubblici e privati”. Si tratterebbe inoltre di “promuovere, tramite il medesimo tavolo regionale, un percorso partecipato anche per condividere una precisa analisi della situazione in corso, per definire le priorità e gli obiettivi d’intervento, la formazione adeguata e per far sì che l’Unità spinale unipolare dell’Umbria sia costantemente un punto di riferimento regionale multidisciplinare capace di garantire la piena soddisfazione dei diritti delle persone con lesione midollare”.
Infine Paola Fioroni auspica una verifica sullo “stato della piscina costruita e mai utilizzata presso l’Unità Spinale e gli eventuali interventi da attuare”.
Il consigliere regionale di maggioranza rileva nel documento che “in Umbria si stimano circa 450 casi di lesione midollare, i cui esiti sono a livello di alterazioni di importanti e, in alcuni casi, vitali funzioni corporee e di conseguenza dei principali funzionamenti della persona. Tuttavia, garantendo la qualità del processo di cura e di riabilitazione, nonché la validità del modello organizzativo dei servizi dedicati alle persone con lesione midollare, si può evitare che suddetti esiti si traducano in esclusione sociale, in povertà e perfino di mortalità prematura.
Occorre - conclude Paola Fioroni - garantire a tutti l’accesso a cure adeguate nell’ambito di un sistema di servizi sociosanitari integrati e finalizzati al recupero clinico, alla riabilitazione e al reinserimento sociale nel contesto di vita affinché la persona con disabilità con le sue caratteristiche individuali e familiari, sia sempre protagonista del proprio progetto di vita”.