(ASI) Perugia – “La legge regionale di riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza offre delle grandi opportunità al settore che potranno studiare dei percorsi di trasformazione ad hoc per ogni struttura in modo da valorizzare le singole realtà”: lo ha affermato stamani l’assessore regionale alla coesione sociale, Luca Barberini, intervenendo al seminario dal titolo “Ipab: percorso di riordino e trasformazione avviato dalla Regione Umbria secondo la legge regionale n. 25 del 28 novembre 2014”, che si è tenuto nella sede della Scuola di pubblica amministrazione di Villa Umbra.
Scopo dell’iniziativa, alla quale hanno partecipato i sindaci, gli assessori alle politiche sociali, i direttori generali e i dirigenti e responsabili del sociale dei Comuni umbri, nonché gli amministratori e i direttori e responsabili amministrativi delle IPAB umbre, era anche quello di approfondire tutte le procedure relative alle regole in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione che dovranno essere osservate dalle istituzioni di assistenza.
I lavori sono stati avviato dall’amministratore unico della Scuola di amministrazione pubblica, Alberto Naticchioni.
“Con questo seminario - ha detto l’assessore - la Regione si pone concretamente a disposizione delle istituzioni in fase di trasformazione per collaborare all’attuazione del percorso di riordino e trasformazione. In Umbria allo stato attuale sono state censite 40 ‘Ipab’ attive che dovranno seguire l’iter delineato dalla legge regionale che prevede una doppia possibilità di evoluzione delle strutture in aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP) o in persone giuridiche di diritto privato, quindi associazioni o fondazioni già disciplinate dal codice civile. In questo contesto – ha precisato Barberini - può risultare utile approfondire la conoscenza delle conseguenze delle scelte che si intendono effettuare, per poi valutare, caso per caso, il percorso più giusto da seguire”.
“In questa fase di cambiamento si terrà in grande considerazione il fatto che nell’ambito di queste strutture lavora un elevato numero di dipendenti con grandi competenze che saranno valorizzati per favorire il processo di trasformazione in atto. E mi sia consentito di ribadire sin da subito che questo percorso intende rivalutare le numerose professionalità che operano all’interno delle IPAB e stiamo parlando, in base ai dati dell’ultima rilevazione, di circa 400 dipendenti”.
Quello delle Ipab quindi secondo l’assessore “rappresenta un grande patrimonio per l’Umbria il cui cambiamento sarà accompagnato dai tecnici e dai funzionari della Regione tenendo conto di tre principi e cioè la valorizzazione del ruolo degli enti locali e delle competenze del personale, nonché il riconoscimento di quel principio di sussidiarietà orizzontale secondo il quale anche soggetti che non sono pubblici possono contribuire alla costruzione del bene comune” .
Barberini ha quindi ribadito che la “Regione metterà a disposizione delle IPAB e dei Comuni le proprie competenze in modo da ‘semplificare la vita’ di queste istituzioni che devono avviare il processo di trasformazione che rappresenta un passo necessario - ha aggiunto- per garantire il protagonismo di questo patrimonio storico e sociale molto importante nel sistema di interventi e servizi sociali e socio-sanitari del nostro territorio”.
L’assessore Barberini ha infine rassicurato relativamente ai rapporti di lavoro preesistenti “che saranno conservati, poiché consideriamo l’estinzione di una Ipab come ipotesi meramente teorica, visto che la legge regionale prevede, in questo caso, un ruolo forte della Regione che, qualora ve ne fosse bisogno, svolgeremo convintamente per evitare eventuali chiusure”.
“Così come credo - ha riferito - sia importante evidenziare che con la legge regionale ai Comuni viene attribuito un ruolo fondamentale all’interno della governance del processo di riordino e trasformazione, ne è prova la previsione del parere vincolante sulla proposta di trasformazione. In base a ciò la Regione intende perfezionare l’integrazione delle Ipab nel sistema di welfare regionale che assegna proprio ai Comuni il compito di definire e organizzare la rete dei servizi e degli interventi sociali, socio-sanitari ed educativi sul territorio. Sarebbe stato incoerente e sbagliato agire diversamente in questo ambito”.
“Penso che il metodo che abbiamo fortemente voluto sia quello giusto - ha concluso Barberini- perché la Regione ha deciso di condividere le scelte con tutti i soggetti coinvolti. Questo metodo non può che comportare un’assunzione comune di responsabilità e un nostro ruolo di coordinamento e facilitazione. Sono convinto che vi siano tutte le condizioni per evitare frammentazione e disorganizzazione e per avviare, insieme, un virtuoso percorso di trasformazione delle IPAB volto al potenziamento della nostra rete di welfare”.