(UNWEB) “È necessario comprendere quali siano i motivi che hanno spinto la Giunta regionale ad uscire dalla compagine associativa del ‘Centro studi Città di Foligno’, nato nel 1999 per gestire l’amministrazione e la logistica del Polo universitario di Foligno e diventata un’Agenzia formativa, punto di riferimento del territorio”. Così il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd) che annuncia una sua interrogazione per “conoscere quali ragioni e quali valutazioni siano state condotte, in maniera esclusiva e difforme rispetto alla valutazione degli uffici, dalla Giunta regionale, per assumere la decisione di recedere dal rapporto di partecipazione nel Centro Studi”.

“Il Centro Studi – osserva l’esponente Dem - rappresenta da più di vent’anni un presidio fondamentale per la città di Foligno, sia dal punto di vista economico che culturale. È un polo didattico cittadino dell’Università, con 400 studenti presenti nei tre diversi corsi di laurea attivi: un’istituzione che contribuisce allo sviluppo del territorio e alla costruzione di opportunità formative e professionali. L’Università, d’altronde - continua -, rappresenta un vettore di crescita per il territorio. Negli anni, tra le competenze sviluppate dal Centro Studi – puntualizza – anche quella di formazione professionale, progettazione e gestione di risorse europee, riqualificazione professionale e organizzazione di workshop, seminari, stage formativi e master. Tutte attività che si sono integrate con i bisogni del territorio, captandone le esigenze. Negli ultimi anni, però - rileva - il Centro è stato gradualmente depotenziato, sottoposto a continui tagli negli investimenti da parte del Comune di Foligno e della Regione Umbria”.

“Secondo il nuovo Statuto, adottato il 31 gennaio 2017 e sottoscritto da Comune di Foligno, Università degli Studi di Perugia, Regione Umbria e Provincia – spiega Bori -, la Regione doveva versare circa 25mila euro come quota associativa, mentre il Comune si impegnava a versamenti non inferiori a 80mila. Di fronte all’uscita del 2021, il Centro Studi ha fatto appello, in alcune riunioni istituzionali, al ritorno della Regione nella compagine associativa, con l’obiettivo di tutelare e consentire il proseguimento dei corsi universitari ancora presenti a Foligno. Il tutto – aggiunge - in una situazione in cui il Consiglio d’amministrazione del Centro Studi ha denunciato in più occasioni la perdita di patrimonio registrata nel 2021, causata dalla riduzione del contributo versato dal Comune di Foligno e ha proposto la trasformazione del Centro, da Associazione a Fondazione”.

“La decisione dell’uscita – continua Bori - è apparsa anomala anche perché la Direzione regionale competente dichiarava che c’era l’interesse a permanere, ‘fatte salve eventuali diverse valutazioni e determinazione della Giunta regionale in sede collegiale’. Ecco dunque – conclude - che occorre fare chiarezza, per la tutela di una istituzione che ha fatto la storia della città di Foligno, determinandone anche sviluppo e crescita”.


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