(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha respinto con 10 voti contrari (Lega-FdI) e 7 favorevoli (Pd-M5s-Patto civico-Misto) la mozione del consigliere regionale Vincenzo Bianconi (Misto) che chiedeva alla Giunta regionale di impegnarsi per il “contenimento dei danni all’economia turistica, naturalistica e alimentare generati dalla diffusione dell’epidemia di peste suina africana in centro Italia, attraverso la predisposizione di una normativa finalizzata a definire regole e modalità di comportamento chiare nei territori che diventano zona rossa, al fine di limitare i contagi senza interrompere la fruibilità dei territori, la programmazione turistica, e la produzione, vendita e somministrazione di carne suina debitamente controllata”.
Illustrando l’atto prima del voto, Bianconi ha spiegato che “una eventuale diffusione dei contagi di peste suina avrebbe un impatto potenzialmente devastante per l’ecosistema e l’intera economia regionale, in particolare in un territorio come l’Umbria in cui il turismo, le attività outdoor e l’enogastronomia rivestono una importanza notevole. Sarebbe pertanto fondamentale predisporre immediatamente una normativa e un apparato di iniziative finalizzate alla prevenzione della diffusione dell’epidemia di peste suina e, nella malaugurata ipotesi della comparsa di casi anche in Umbria, ad uno stretto monitoraggio e interventi finalizzati alla massima riduzione dell’impatto, stanziando adeguate risorse allo scopo. Andrebbe poi predisposta, sin da ora, una normativa di deroghe specifiche in grado di tutelare la salute pubblica senza eccessive limitazioni e danni per le attività umane, che rappresenterebbero un ulteriore colpo durissimo ad una economia già provata dal sisma 2016 e la pandemia Covid-19. Tali deroghe per i settori dell’agricoltura, allevamenti, turismo, attività outdoor, trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari, predisposte sull'esempio di quanto già fatto da altre regioni italiane, sarebbero di vitale importanza al fine di minimizzare i danni per l'occupazione, il turismo, le attività imprenditoriali e anche la vita sociale dei cittadini nel territorio. Ciò sarebbe di fondamentale importanza non soltanto per poter agire tempestivamente nel frenare la diffusione dell'epidemia di PSA qualora dovessero apparire casi, e con ogni probabilità sarà solo una questione di tempo, ma anche per consentire una consapevolezza all'intera cittadinanza e tessuto economico delle misure che sarebbero eventualmente adottate e poter predisporre una programmazione più attenta e consapevole della stagione estiva e della prossima stagione autunnale-invernale. La previsione di una ‘zona rossa’ andrebbe ad interrompere numerosissime attività riconducibili al cosiddetto turismo slow, oltre ovviamente alla caccia e alla pesca. La situazione provocherebbe danni enormi che andrebbero ad interessare l’intera economia di alcuni territori. È dunque importante guardare con attenzione alle soluzioni trovate da alcune Regioni, quali Piemonte e Liguria, già interessate dalla Psa che hanno introdotto, nello scorso mese di aprile, alcune modalità che rispetto a quanto previsto dal Decreto ministeriale consentono, a certe condizioni, la ripresa di alcune importanti attività. Lo hanno fatto quando si sono resi conto che l’economia di alcuni territori andava disintegrandosi. Noi, oggi, dobbiamo fare tesoro di questo perché la peste suina è arrivata a pochissimi chilometri dai nostri confini regionali. È fondamentale agire in maniera preventiva”.
Interventi:
Thomas DE LUCA (M5S): “L’atto è estremamente focalizzato su una questione concreta. È necessario il coinvolgimento di tutti gli attori interessati al problema e che non sono soltanto le associazioni venatorie e gli allevatori, ma una platea più ampia. Da mesi stiamo parlando del forte impatto che questo fenomeno potrebbe avere non solo sulla filiera suinicola, ma anche sul settore turistico. Vanno coinvolti tutti i soggetti interessati, a partire dal Commissario nazionale per la gestione di questa emergenza, oltre ovviamente al Direttore dell’istituto zooprofilattico, già ascoltato in Commissione. La normativa nazionale prevede spazi di manovra rispetto alla zona infetta. Misure che sarebbero nella discrezionalità di chi è chiamato ad inserirle in un quadro di riferimento. Servono interventi preventivi e per questo è indispensabile capire gli spazi di manovra a disposizione della Regione.
Manuela PULETTI (Lega): “La mozione evidenzia un problema reale che va concretamente affrontato. Come Gruppo della Lega lo abbiamo più volte posto all’attenzione dell’Aula e della Seconda Commissione. Il problema è il portatore, cioè il cinghiale e la nostra proposta è l’allungamento del periodo di caccia. Sembra che anche il Ministero della Transizione ecologica vada in questa direzione. Ci sono realtà economiche che possono subire gravi conseguenze da tutto ciò, per questo è importante considerare seriamente l’allarme ed agire in maniera preventiva. Nella mozione manca comunque la previsione di interlocuzioni con le associazioni venatorie che rappresentano invece un valore aggiunto”.
Stefano PASTORELLI (Lega): “Ricordo che nell’esame della bozza del calendario venatorio, qualche giorno fa in Terza Commissione, abbiamo presentato davanti a tutti i numerosi invitati in audizione, attori principali del settore, la proposta di anticipare l’apertura della caccia al cinghiale dal 15 al 1 ottobre per limitare eventuali possibili contagi. Ci è stato risposto che la data del 15 ottobre era congrua poiché la situazione in Umbria è sotto controllo. Ci sono politiche che però prevedono abbattimenti dove il numero dei cinghiali potrebbe essere pericoloso per la comunità. Alla luce di tutto ciò non ravvisiamo la necessità di dover approvare la mozione visto il lavoro che sta facendo e portando avanti la Giunta regionale”.
Valerio MANCINI (Lega): “Tema interessante che riguarda ancor più l’economia dei territori. Ai cittadini non possiamo dire che questa Assemblea legislativa non si è occupata del tema della peste suina, visti gli approfondimenti svolti in Seconda Commissione. Siamo testimoni di un importante lavoro attento nei confronti del mondo agricolo. Abbiamo chiesto un intervento sanitario attraverso tavoli comuni ‘agricoltura-sanità’ che si sono però riuniti dopo molto tempo rispetto alla richiesta. Abbiamo fatto il possibile nell’ascolto dei territori. Sul contenimento della peste il Governo ha istituito, ad inizio marzo, un Commissario straordinario e quindi qualsiasi normativa regionale deve tenere conto di questo aspetto. Il Consiglio regionale ha fatto la sua parte, altri probabilmente no. Le iniziative messe in campo dalla Regione Piemonte sono state sostanzialmente superate da quelle del Commissario”.
Fabio PAPARELLI (Pd): “Il consigliere Mancini dimentica di far parte della maggioranza che governa la Regione, quindi i consiglieri di maggioranza si prendano la responsabilità sulle decisioni da prendere. Se qualche Assessore non va bene, agite di conseguenza. Nella mozione viene sollevato un problema sacrosanto e che avrebbe un effetto devastante su alcune zone dell’Umbria. Nella mozione viene soltanto chiesto alla Giunta di intraprendere tutte le iniziative che crede necessarie e sulle quali verrebbe chiamata a decidere”.