(ASI) L'inarrestabile aumento delle bollette energetiche di gas e luce sta mettendo in ginocchio tutti: famiglie, imprese, associazioni senza fine di lucro, realtà sportive dilettantistiche, RSA e il terzo settore. Quindi, sono a rischio anche servizi sociali importantissimi per la collettività.
Un campanello d'allarme che ci avverte di prendere atto della realtà, ma anche che se non dovessero cambiare radicalmente le cose, questo status quo di incertezza sarà foriero di ulteriori prospettive negative. Rischi da evitare che impongono a chi ci governa un pronto intervento per evitare che la nostra amata Italia e gli italiani si trovino in grande diffficoltà anche nel periodo invernale.
Se questa situazione critica era ampiamente prevedibile dagli analisti più accorti, allo stesso tempo, rattrista tanto il constatare la poca capacità di analisi degli eventi dimostrata da parte dei nostri referenti istituzionali nazionali ed europei. Infatti, ad oggi, non sono stati valutati bene da loro gli effetti negativi che avrebbero prodotto le sanzioni fatte alla Russia. Nazione da cui importiamo il 40% del nostro fabbisogno energetico. Stato amico con cui avevamo solidi e buoni rappoprti sia culturali sia in termini di interscambio commerciale. Per cui non va dimenticato anche il grande danno economico che hanno subito le nostre industrie del turismo con il mancato arrivo in Italia dei russi e quelle commerciali con l'interruzione dell'esportazioni dei prodotti italiani verso il mercato russo. Di più, oltre a sottovalutare queste problematiche, chi dovrebbe tutelarci, non è stato neanche capace di trovare le adeguate misure per contrastare efficientemente il caro energia. Le cose che critichiamo ai nostri governanti italiani ed europei sono il non aver saputo valutare prima queste problematiche e il ritardo degli interventi per bloccare il fenomeno crescente del caro bollette.
Chiediamo per gli italiani la stessa perspicacia e solerzia mostrate nel trovare da parte del Governo svariati miliardi di euro per l'invio delle forniture di armi all'Ucraina. Chiediamo, certamente, di aiutare chi fugge dalla guerra, ma. allo stesso tempo, esigiamo che vengano fatti gli interessi degli italiani. Lo chiediamo per tutti i connazionali che il vostro ruolo istituzionale ha il dovere morale, oltre che politico, di tutelare. Così come si devono rappresentare sempre ed in ogni consesso le loro giuste istanze. Un bravo statista deve saper armonizzare queste due necessità: il bene degli italiani e dell'Italia e il sostegno da chi fugge dalla guerra. Lo deve fare non solo perché la maggioranza degli italiani è molto perplesso sulle politica delle sanzioni (se non è fermamente contrario), ma soprattutto perché lo scenario negativo che si prospetta è assai poco rassicurante per l'intera nazione. Infatti, cresce la protesta, per cui, anche oggi, abbiamo visto commercianti protestare e bruciare in piazza le bollette in varie città. I sindacati e le organizzazioni di categoria hanno anche loro lanciato l'allarme e chiesto al Governo convincenti proveddimenti per arginare questa deleteria spirale socio-economica svantaggiosa per tutti. Per cui, il pericolo che il piccolo commercio, molte delle imprese possano rischiare la chiusura è molto alto. Si prevedono pure un milione di dissoccpati e razionamenti dell'energia.
A chi giova questa drammatica situazione? Perchè di fronte a questa emergenza la politica italiana ed europea tergiversa e si sono dimostrate incapaci di trovare soluzioni? Perché non si blocca la speculazione che lucra sulla crisi? Governi e Unione Europea non possono veramente fare niente? Al momento, molte parole sono state dette, ma nessuna soluzione efficace è stata trovata per evitare questa pericosa deriva che sta portando al collasso sociale ed economico l'italia. Se è vero che questa è un'emergenza internazionale, ciò significa che se ne devono assolutamente fare carico il Governo italiano e l'Unione Europea, è altrattanto certo che questi organismi lo devono fare presto. Così come questi centri che hanno il potere decisionale devono mettere in campo risposte concrete tali da salvaguardare veramente famiglie, aziende e la popolazione del nostro Paese. Inoltre vanno inserite in questa crisi generale anche realtà di cui non se ne parla ampiamente, ma è chiaro che si stanno trovando anche loro in grave diffocltà a causa del caro energia. Parlo nel caso specifico di quelle che con la loro meritoria e continua attività sociale, sportiva e culturale formano un tessuto vitale e un servizio essenziale per la nazione. Mi riferisco alle associazioni senza fine di lucro e quelle sportive dilettantistiche, alle RSA e al terzo settore, le cui opere sono indispensabili per la gente. Di queste realtà, che operano nel territorio e che coinvolgono milioni d'italiani, se ne devono occupare in prima istanza le Istituzioni locali, ossia, Comuni, Province e Regioni. Il nostro giornale lancia un appello a questi Enti Pubblici: attivatevi e fategli sapere come intendete aiutare le Associazioni senza fine di lucro e quelle sportive dilettantistiche, le RSA e il Terzo Settore. Perchè la loro chiusura significherebbe sia il fallimento delle politiche delle sanzioni che non hanno fermato la guerra sia far pagare anche agli italiani gli effetti del conflitto in Ucraina. Peggio, la loro chiusura rappresenta la sconfitta e la morte di un Paese che, a parole, si dice civile.
Ettore Bertolini - Agenzia Stampa Italia