Donatella Porzi 1(UNWEB) “I dati preoccupanti sulla dispersione scolastica in Umbria mettono chiaramente in discussione le attuali politiche di contrasto, evidenziando numerose criticità dell’intervento regionale anche a livello preventivo”, lo afferma in una nota il consigliere regionale Donatella Porzi (Misto-Azione), che torna a “puntare l’attenzione sull’emergenza del fenomeno” attraverso una interrogazione con cui chiede alla Giunta regionale “quali misure intende attivare e con quali mezzi intende intervenire per combatterlo, creando anche le condizioni affinché i cosiddetti Neet, i giovani che non studiano, non si formano e non lavorano, siano sostenuti attraverso mirati percorsi di reinserimento”.

Facendo riferimento ai dati riportati da uno studio dell’Aur, Porzi evidenzia che “nel 2020 (anno che, a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, è stato segnato dall’interruzione della didattica in presenza e dall’adozione della DAD) in Umbria la percentuale dei giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato gli studi è salita dal 9,5 per cento del 2019 all’11,5 per cento. Un incremento pari a 2 punti percentuali – sottolinea - che risulta particolarmente significativo a fronte di un dato sostanzialmente stabile sul territorio nazionale e che testimonia come, nonostante gli sforzi di docenti e famiglie, l’impatto socio-economico della pandemia abbia acuito le disparità tra gli studenti”.

Porzi osserva inoltre che “anche l’approfondimento effettuato da Openpolis relativo all’impatto del Pnrr sulla povertà educativa in Umbria evidenzia che nella nostra regione il tasso di dispersione scolastica nel 2021 è stato del 12 per cento e che tale percentuale, seppur inferiore alla media nazionale, supera di 3 punti l’obiettivo europeo del 9 per cento da raggiungere entro il 2030. Proprio nel Pnrr - ricorda - è prevista una prima tranche di 7,3 milioni di euro per l’attivazione di progetti contro la dispersione scolastica destinati a 41 istituti del territorio regionale che presentano un elevato tasso di fragilità negli apprendimenti. Gli istituti sono stati individuati sulla base delle rilevazioni Invalsi, i cui dati pubblicati nel 2022 evidenziano un peggioramento dei risultati ottenuti dagli studenti umbri, a testimoniare come la didattica a distanza, seppur fondamentale nelle fasi più calde dell’emergenza, abbia indebolito l’offerta formativa rendendo più lacunoso l’apprendimento da parte degli studenti”.

“Tenendo conto dell’acuirsi della crisi a causa del conflitto in Ucraina - aggiunge Porzi – e alla luce delle raccomandazioni europee volte alla costruzione di una società della conoscenza e alla diminuzione degli abbandoni scolastici, nonché degli interventi adottati a livello nazionale attraverso il Pnrr, chiedo alla Giunta regionale se intenda limitarsi a demandare ai privati o al Terzo settore il compito di intervenire per contrastare tale fenomeno o se, come è compito di una Amministrazione pubblica, non sia invece prioritario che si attivi con un intervento regionale incisivo e di sistema. Serve una pianificazione consapevole ed efficace – conclude -, che difenda e valorizzi il principio dell’istruzione e della formazione come capitale umano indispensabile per la crescita individuale dei nostri ragazzi e per fornire loro le competenze e i livelli di specializzazione necessari affinché siano in grado di affrontare un mondo del lavoro sempre più competitivo, contribuendo così al progresso economico e sociale del nostro territorio e al consolidamento del senso della comunità".


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