La storia di due lavoratori lasciati a casa in un cambio d'appalto è la fotografia di un settore ormai divenuto "far west"
(UWEB) Siamo qui per denunciare l'ennesima ingiustizia perpetrata ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori della vigilanza privata, attraverso il meccanismo perverso dei cambi di appalto". È una storia di ingiustizia e sfruttamento, una storia, purtroppo, come tante quella denunciata oggi dalla Filcams Cgil di Perugia, nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno preso parte anche due lavoratori, per anni impegnati nei servizi di vigilanza e portierato presso l'azienda Solaredge, importante realtà della metalmeccanica alto tiberina, che dallo scorso mese di maggio sono senza lavoro per la mancata applicazione della clausola sociale da parte della nuova società appaltatrice del servizio di portierato, Sicuritalia.
"Questo è un caso emblematico del far west che è diventato ormai questo settore - hanno spiegato Marta Melelli e Vasco Cajarelli, della Filcams Cgil Perugia - settore tra i più poveri che sconta sfruttamento e paghe da fame, che non garantiscono una vita libera e dignitosa a chi ci lavora, quasi sempre costretto da uno stato di bisogno ad accettare condizioni altrimenti inaccettabili".
"Ormai - hanno aggiunto i sindacalisti - il mancato rispetto della clausola sociale - quella che prevede il passaggio dei lavoratori dal vecchio al nuovo appalto - è diventato quasi la norma, sia negli appalti privati che in quelli pubblici. E questo nonostante le principali aziende del settore, colossi da migliaia di dipendenti con utili impressionanti, siano addirittura sotto commissariamento, proprio per le condizioni di sfruttamento imposte ai lavoratori".
Particolarmente significativa la testimonianza dei lavoratori licenziati: "Se non fosse stato per il sindacato, noi non avremmo neanche saputo dell'ennesimo cambio di appalto che era in atto, se non con la lettera di licenziamento. Ma stavolta abbiamo deciso di non restare in silenzio e di non abbassare la testa, perché quello che vogliamo è difendere il nostro lavoro, nonostante la nostra paga oraria fosse di soli 4,60 euro l'ora".
La richiesta della Filcams Cgil, in particolare per questi lavoratori, ma anche per tutto il settore, è quella di un ruolo più attivo dell'ispettorato del lavoro a difesa della legalità e del rispetto della clausola sociale e, soprattutto, di uno scatto di responsabilità da parte delle aziende, comprese quelle appaltanti. "Lasciamo ovviamente aperte tutte le possibilità per un incontro per poter risolvere questa situazione specifica e garantire questi due lavoratori. Ma siamo consapevoli che quello che serve è molto di più, a partire dalla legge sul salario minimo, che fissi un tetto di base alla contrattazione. Anche per questo la Cgil sarà in piazza a Roma il prossimo 7 ottobre, insieme ad oltre 100 associazioni e movimenti, per una grande manifestazione nazionale in difesa dei valori costituzionali, a partire da quello del lavoro".