Margherita ScocciaL’ex candidata sindaco di Perugia blasta un profilo finto. ‘Aggressività dietro lo pseudonimo di Instagram. La discussione è aperta, prima però il vero nome’

(UNWEB) «Perché non vieni fuori col tuo vero nome anziché commentare molti dei miei post trincerandoti dietro uno pseudonimo? Lo fai spesso e sei sempre molto aggressivo o aggressiva. Cos'è? Non hai coraggio di far vedere chi sei? È molto più facile per te rimanere nell'anonimato?». Scrive così Margherita Scoccia al commento di un hater anonimo sul proprio profilo Instagram. La presa di posizione dell’ex candidata sindaco arriva sotto il post nel quale fa riferimento all’articolo del Corriere della Sera intitolato ‘Il caso dei frati d’Assisi che «benedicono» la candidata alla Regione col Cantico nel programma’, servizio nel quale viene riportata una dichiarazione della consigliera comunale di Perugia che più di un mese fa aveva detto: «San Francesco e i ‘comunisti’? Che brutto speculare sul Poverello di Assisi». Agli attacchi ricevuti da parte del profilo fake - 257 post, 52 follower in cinque anni di attività e una vipera come immagine - Scoccia rivolgendosi direttamente a @jack221946 chiede: «Caro o cara @jack221946, coraggio, si faccia vivo o viva con nome e cognome. La discussione è aperta ma serve che ci metta la faccia».

Il commento «L’uso dei social media ha trasformato radicalmente il modo in cui comunichiamo e partecipiamo al dibattito pubblico - dice la consigliera comunale -. Tuttavia dobbiamo riconoscere e affrontare una questione sempre più urgente: la diffusione dei profili fake e la questione dell’odio online. Gli hater anonimi che si nascondono dietro identità fittizie non solo compromettono il dialogo costruttivo ma minano anche la sicurezza e il benessere delle persone. Gli attacchi veicolati da profili falsi, in maniera particolare durante i periodi di campagna elettorale, alimentano una spirale di odio e creano un clima di tensione e paura, e tutto quanto diventa più pericoloso se si pensa alla fortissima presenza dei minorenni sulle piattaforme digitali. Non possiamo più tollerare nessun genere di episodio di violenza verbale, per promuovere una maggiore trasparenza in una rete che deve essere sempre più civile e sicura andrebbero responsabilizzate le piattaforme per controlli più rigorosi e incentivato l’uso di identità verificabili».


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