(UNWEB) Dal 1° gennaio 2025 sono entrate in vigore le nuove regole relative alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego), introdotte dalla Legge di Bilancio, che prevedono un cambiamento significativo per i lavoratori dimissionari che trovano un nuovo impiego.
Secondo le disposizioni aggiornate, i lavoratori che hanno lasciato volontariamente il proprio lavoro e successivamente hanno trovato un altro impiego potranno accedere alla NASpI in caso di licenziamento dal secondo lavoro "solo se avranno maturato almeno 13 settimane di contribuzione nel nuovo impiego".
In passato, tale requisito non era previsto: i lavoratori potevano richiedere l'indennità di disoccupazione anche senza aver maturato un periodo minimo di contribuzione presso il nuovo datore di lavoro. Questo rischia di avere un impatto negativo per molti lavoratori.
Sulle nuove regole è intervenuto Valerio Natili, segretario della Fisascat Cisl Umbria, che ha dichiarato: "Con le modifiche introdotte dalla Manovra L'intenzione dichiarata è quella di contrastare i comportamenti elusivi di datori di lavoro e lavoratori, ma appare come un
"eccesso di zelo".
"Superando- aggiunge Natili- la realtà dei fatti e scadendo in un processo alle intenzioni, sembra infatti presupporre che se un lavoratore in un arco temporale di 12 mesi si dimette da una azienda e successivamente viene licenziato da un'altra azienda, stia necessariamente mettendo in atto un comportamento fraudolento. In realtà da qualche anno siamo di fronte ad un forte dinamismo del mercato del lavoro, soprattutto sono aumentate le dimissioni per ricercare migliori condizioni lavorative, ed una norma del genere non solo sarebbe ingiustamente punitiva, ma andrebbe anche a scoraggiare la mobilità lavorativa."
Le nuove regole mirano in teoria a rafforzare il principio di continuità contributiva e a favorire una maggiore stabilità lavorativa, ma sollevano interrogativi sulle loro conseguenze per alcune categorie di lavoratori.