foto 1 presidioPresidio regionale e mobilitazione nazionale per chiedere la ripresa della trattativa con Federmeccanica e Assistal

(UNWEB) Perugia,   - Altissima adesione per lo sciopero generale dei Metalmeccanici dell'Umbria, convocato in seguito alla rottura della trattativa con Federmeccanica e Assistal in relazione al rinnovo del contratto nazionale del lavoro. L'adesione allo sciopero in Umbria ha toccato, nelle aziende metalmeccaniche umbre, punte dell'80 per cento.

In concomitanza con le otto ore di astensione dallo sciopero, Fim, Fiom e Uilm dell'Umbria hanno tenuto un presidio di protesta davanti alla sede regionale di Confindustria per far sentire la propria voce e chiedere il rinnovo del Contratto di lavoro e la ripresa della trattativa.

"Respingiamo la provocazione che abbiamo ricevuto con la piattaforma alternativa presentataci da Federmeccanica - dicono i rappresentanti dei Metalmeccanici dell'Umbria - il nostro obiettivo è creare un lavoro di qualità, respingendo una piattaforma che ha generato il caos e che non dà risposte su salario, welfare integrativo, diritti, parità di genere, salute e sicurezza. Senza metalmeccanici in questo Paese non c'è futuro. Se non ci sarà una risposta seria, le organizzazioni sindacali continueranno a mobilitarsi per ottenere il contratto nazionale".

La trattativa si è rotta perché Federmeccanica e Assistal avevano respinto la piattaforma dei lavoratori, presentandone un'altra. "La proposta di Federmeccanica e Assistal – sottolineano le segreterie territoriali Fim, Fiom e Uilm di Perugia e Terni - prende solo i titoli della piattaforma di Fim, Fiom e Uilm smontando complessivamente la proposta delle organizzazioni sindacali votata dal 98 per cento dei lavoratori. Peggiora complessivamente tutte le condizioni. Non c'è alcuna disponibilità, per esempio, a normare l'utilizzo dei contratti precari attraverso il Contratto nazionale. Per l'orario di lavoro nessuna disponibilità a ridurre l'orario di lavoro e a regolamentare lo smart working, come nessuna disponibilità a riconoscere permessi per conciliare tempi di vita e di cure dei figli e dei genitori. Nella piattaforma poi nessuna garanzia economica e occupazione per i lavoratori in caso di cambio di appalto".


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