emanuele ronzoni conclusioni(UNWEB) Foligno,   - Precarietà e lavoratori fantasma, immigrazione e pensioni, sicurezza sul lavoro e occupazione. Tutto questo c'è stato sul palco della seconda giornata della Carovana Uil 'No ai lavoratori fantasma', che ha fatto tappa a Foligno per quanto riguarda l'Umbria. Diversi gli spunti nei tre momenti di approfondimento che si sono succeduti nel corso della giornata.

A confrontarsi nel primo dibattito sono stati Roberto Giannangeli (Cna), Federico Fiorucci (Confcommercio) e Mauro Franceschini (Confartigianato). "Dobbiamo riuscire a trasmettere ai nostri giovani il patrimonio rappresentato dall'artigianato. Dobbiamo attrarli e coinvolgerli altrimenti rischiamo di perdere tutto. Il governo deve agire in maniera immediata ed efficace a supporto del settore", ha detto Daniela Piras (segretaria generale Uiltec). Con lei Vera Buonomo, segretaria confederale nazionale Uil: "Non è una questione di cultura del lavoro ma il fatto che troppo spesso vengono proposti contratti di lavoro, o in una zona grigia inferiore, con 12 ore di lavoro al giorno, veniva proposto un contratto di tre ore. Poi esistono le aziende illuminate". Quindi i dati umbri: "Secondo la Camera di Commercio dell'Umbria, nel decennio 2014-2024 la Regione ha perso 3.018 imprese artigiane e 5.336 abitanti. Si tratta di una delle peggiori performance delle regioni italiane. I giovani hanno un problema rispetto al mercato del lavoro, giovani e donne, che non è inclusivo ma è escludente. Decidono di non accettare dei contratti di lavoro o dei lavori non perché sono troppo faticosi o perché vengono fatti nel momento in cui altri si divertono, magari c'è anche una percentuale che fa questo tipo di scelta, ma, molto spesso i giovani non accettano quei contratti perché sono mal pagati, perché sono sottopagati, perché non sono dei contratti che rispettano la dignità e il valore del lavoro".

Nel secondo panel, argomento principale la sicurezza sul lavoro. Si sono confrontati Vito Panzanella (segretario generale Feneal Uil), Ivana Veronese (Segretaria confederale Uil), Alessandra Ligi (direttrice Inail) e Andrea Benedetti (direttore regionale Itl). Un confronto avvenuto nel giorno dell'ennesima vittima, l'operaio che era al lavoro lungo l'Autostrada A1, travolto in mattinata. Al centro del confronto la patente a punti, che Panzanella ha spiegato non essere utile: "E' un ulteriore atto burocratico a carico delle imprese che non affronterà nessun problema". Ligi e Benedetti hanno evidenziato la situazione umbra, con alcune carenze legate alle unità di personale come ispettori. "Sarebbe necessario un albo della formazione per pulire un po' di furbizie - ha detto Veronese - Qualche giorno fa la ministra del lavoro era contenta perché sono diminuite le vittime di caporalato. Ci sono i dati buoni, solo che accanto a quei dati, c'era un aumento incredibile dei lavoratori che vengono assunti con contratti di rete, cioè con i nuovi modelli di sfruttamento dei lavoratori. Il lavoro degli ispettori è fondamentale, sono pochi e dovrebbero essere di più. Il loro lavoro fa bene anche alle aziende, a quelle che lavorano in modo sano e legale. Abbiamo tanto lavoro da fare, ma ce la metteremo tutta".

Terz panel dedicato a immigrazione e pensioni con il segretario confederale Uil Santo Biondo, la segretaria generale nazionale Uila Enrica Mammuccari e il vicedirettore di Inps Umbria Stefano Lo re. "I numeri sono abbastanza noti, stiamo vivendo un inverno demografico, a questo va aggiunta l'emigrazione, i salari bassi: Dobbiamo lavorare sull'immigrazione e sulla parità di genere. Va cambiato il paradigma. Bisogna preoccuparsi subito delle proprie pensioni". Da Lo re l'introduzione al tema dell'immigrazione e della necessità di lavoratori stranieri per sostenere il sistema delle pensioni: "la politica non deve mettere la testa sotto la sabbia. L'evidenza dei fatti dice che oggi il Paese ha bisogno di immigrati per poter mandare avanti i propri settori produttivi. Per noi immigrazione significa anche accoglienza a integrazione. Questa è necessaria per mantenere lo stesso Welfare. Abbiamo visto quanto l'assenza di stato sociale abbia evidenziato la svirgolatura, la politica deve dire le cose come stanno sull'immigrazione. Non c'è un binomio inscindibile tra immigrazione e delinquenza. Ci sono qua migliaia di persone che di fronte alla scelta di tornare nell'inferno da cui proviene o gettarsi nella clandestinità umanamente sceglie quest'ultima opzione". Evidenziato l'esempio degli 800mila entrati in Italia con un permesso di lavoro stagionale non rinnovato per la burocrazia e quindi finiti nell'illegalità. La segretaria Mammuccari ha evidenziato, sul tema del caporalato: "Lo sfruttamento non conosce territorialità, la realtà oggi è che spesso i caporali di ieri sono delle imprese che prendono appalti labour intensive, prestando manodopera attraverso contratti non genuini che non sono stati mai regolamentati fino ad oggi. Per aiutare il lavoro regolare di donne, uomini e lavoratori migranti, è evidente che bisogna disinnescare dei processi culturali. Per contrastare il caporalato il cibo deve essere pagato giustamente, deve esserci una redistribuzione equa lungo tutta la filiera".

Conclusioni affidate al segretario organizzativo nazionale Emanuele Ronzoni: "Siamo un'organizzazione che non vuole rassegnarsi a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che non vedono futuro, che hanno una retribuzione troppo bassa, che non arrivano alla fine del mese. C'è qualcuno che fa la battaglia per loro". Quindi la chiamata alla carica per le prossime elezioni delle Rsu. E chiusura sul Primo maggio: "Sarà unitario, nonostante le differenze".

 

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