Thomas De Luca Assessore Regione Umbria(UNWEB) – Perugia,   - La Giunta Regionale dell'Umbria, con la delibera 698, ha approvato il disegno di legge "Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro", segnando un momento chiave per il futuro della Regione. Un provvedimento che mira a conciliare l'accelerazione verso l'autonomia energetica con la salvaguardia del patrimonio paesaggistico e culturale, rispondendo all'obbligo di individuare le aree idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti di energia rinnovabile (FER), in ottemperanza al D.Lgs. 199/2021.

"Il disegno di legge che consegniamo oggi all'Assemblea legislativa è il risultato del grande percorso di partecipazione che abbiamo messo in campo con quasi cento incontri e sei plenarie su tutto il territorio della nostra regione. Sindaci, amministratori, associazioni, tecnici, imprese e singoli cittadini hanno potuto migliorare il testo con le loro proposte che sono state accolte nella versione finale." Dichiara l'assessore Thomas De Luca, chiarendo ulteriormente che "La legge definisce un quadro di chiarezza: fare impianti nelle aree idonee sarà semplice, veloce ed a rischio zero. Presentare progetti nelle aree non idonee sarà un rischio altissimo di bocciatura, prossimo alla certezza di veder andare in fumo il proprio investimento."

La legge ha come finalità principale il raggiungimento delle zero emissioni nette e dell'autonomia energetica regionale entro il 2050, una transizione energetica basata su sostenibilità ambientale ed economica, giustizia sociale e climatica.

"Ci muoviamo in un quadro molto complicato. Dobbiamo rispettare la Costituzione e non possiamo discostarci dal quadro normativo nazionale definito dal Governo, al tempo stesso, però, dobbiamo monitorare la giurisprudenza che evolve costantemente la materia. I 60 giorni che il TAR del Lazio ha dato al Governo per la correzione del decreto attuativo sono giunti al termine. Ad ora non è arrivato alcun segnale. In questo vuoto normativo il nostro territorio continua ad essere bersaglio di centinaia di progetti eolici e fotovoltaici di grandi dimensioni in aree non idonee, totalmente fuori scala per il nostro territorio." sottolinea l'assessore regionale all'energia e al paesaggio. "Al contrario i progetti delle Comunità Energetiche Rinnovabili e quelli delle nostre imprese sono paralizzati da una vera e propria moratoria fantasma che sta soffocando il nostro sistema economico."

Nonostante la recente sentenza del TAR Lazio sul Decreto Ministeriale del 21 giugno 2024, la Regione ha deciso di procedere con l'approvazione del disegno di legge per evitare ulteriori ritardi e incertezze. L'auspicio è che l'iter in Assemblea Legislativa sia rapido, per giungere all'approvazione entro l'estate, rafforzando l'impegno dell'Umbria verso un futuro energetico e ambientale sostenibile al 100%.

La legge promuove un mix energetico diversificato, includendo tecnologie di accumulo come idroelettrico da pompaggio, accumulo gravitazionale ed idrogeno verde. Si privilegia la realizzazione di impianti diffusi, di piccole e medie dimensioni, prossimi alla domanda, e si riconoscono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) come pilastro del sistema, dichiarando idonea ogni area ad esse destinate, favorendo l'autoproduzione e contrastando la povertà energetica.

Vengono chiaramente definite le aree idonee, che includono le superfici antropizzate e compromesse, le coperture, le aree edificate, parcheggi, aree dismesse, discariche e infrastrutture esistenti. Per queste aree, i tempi autorizzativi saranno ridotti e il parere paesaggistico sarà non vincolante, incentivando la rigenerazione delle aree già antropizzate. Grande attenzione è dedicata all'agrivoltaico, con requisiti stringenti nelle aree non idonee per garantire benefici alla biodiversità e all'identità culturale umbra, promuovendo pratiche sostenibili.

La legge impone requisiti rigorosi per minimizzare gli impatti ambientali e una ripartizione territoriale equa degli impianti. Sono previste garanzie finanziarie per la dismissione degli impianti e un programma di compensazioni ambientali e territoriali a carico dei proponenti, con percentuali significative dei proventi da destinare ai comuni o alle CER.


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