tecnoAssistenza2(ASI) Perugia – “La Regione Umbria è sempre più impegnata a sviluppare e realizzare progetti di telemedicina e teleassistenza da estendere su tutto il territorio regionale e finalizzati a garantire a tutti i pazienti la stessa possibilità di assistenza, con modalità innovative che assicurino l’accesso alle prestazioni e in sintesi equità di trattamento”:lo ha detto l’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, intervenendo all’incontro “Tecnoassistenza in umbria, come rafforzare l’assistenza domiciliare attraverso l’impiego delle tecnologie digitali”, che si è tenuto nella sede della Scuola di Amministrazione pubblica di Villa Umbra a Perugia.


L’assessore ha affermato che “lo sviluppo delle tecnologie in generale e la presenza nel territorio regionale di un’infrastruttura di rete in fibra ottica che collega al momento già nove strutture sanitarie e ospedaliere - quindi gli ospedali di Perugia, Città di Castello, Orvieto, Terni, Pantalla-Todi, Gubbio-Gualdo, nonché i centri di salute di Todi, Marsciano, ed Umbertide a cui si aggiungeranno nel breve periodo anche gli ospedali di Foligno e Spoleto - pone le basi per diffondere in maniera uniforme servizi di telemedicina già avviati nel territorio a macchia di leopardo, come quelli di telemonitoraggio dei pazienti diabetici, e per progettarne di nuovi che potranno permettere di condividere esami e procedure mediche, di fare consultazioni a distanza per i controlli extraospedalieri, monitorare gli assisiti cronici, migliorando il comfort per i pazienti e contenendo le spese di ospedalizzazione”.
“A tal fine – ha aggiunto – la Regione ha ritenuto opportuno inserire, a partire dal prossimo anno, nel piano triennale digitale regionale, progetti specifici volti a realizzare servizi di telemedicina, alcuni dei quali rivolti direttamente all’assistito sia per attività assistenziali, sia di monitoraggio, altri invece per teleconsulto specialistico tra professionisti a distanza per formulare diagnosi che richiedono come spesso si verifica, competenze multidisciplinari. A supporto di diagnosi in second opinion e in estemporanea è in fase di progettazione un servizio di teleconsulto delle immagini digitali dei campioni di cellule e tessuti. Per ottenere le immagini digitali di suddetti campioni, è necessario dotarsi di strumentazioni e di software specifico ed in particolare di scanner che, ad oggi, l’azienda ospedaliera di Perugia ha già acquisito per le proprie esigenze”.
L’assessore ha precisato che l’intento della Regione è quello di dotare tutte le aziende della specifica strumentazione per la scannerizzazione dei vetrini e di software per la produzione delle immagini digitali dei campioni in modo da ridurre gli spazi necessari per la conservazione dei vetrini stessi ma soprattutto per mettere in piedi un servizio di telemedicina destinato ai professionisti che tenda a innalzare il livello di assistenza consentendo di individuare degli ambulatori di anatomia patologica di elevata specializzazione. Altro intervento da realizzare è quello relativo al teleconsulto radiologico per il quale si tratta di estendere a livello regionale un servizio già attivo tra azienda ospedaliera di Perugia e alcune strutture della Usl Umbria 1 che consente la consultazione delle immagini radiologiche a distanza in casi di emergenza.
“Ovviamente – ha detto - la digitalizzazione delle immagini e dei referti, necessaria per mettere in piedi servizi di teleconsulto tra professionisti, include aspetti che devono essere affrontati quali la conservazione legale, tema che negli ultimi tempi, proprio a seguito del processo di digitalizzazione in generale sempre più spinto, la Regione insieme al partner tecnologico, Umbria Digitale, sta analizzando sia sotto l’aspetto legale, che tecnologico”.
Concludendo Barberini ha toccato l’aspetto organizzativo che “è di fondamentale importanza nel caso di servizi di telemonitoraggio e teleassistenza perché presuppone la disponibilità di strutture di professionisti che 24h siano pronti a dare riposte agli assistiti monitorati a domicilio”.
“Attivare servizi di teleconsulto presuppone probabilmente una rivisitazione dell’organizzazione delle reti di professionisti che dovrà tendere all’alta specializzazione – ha precisato - Se poi si intende la telemedicina come un modo diverso di erogare prestazioni sanitarie, c’è necessità di formare e sensibilizzare i professionisti, al fine di cambiare anche l’approccio culturale alla diagnosi, cura e assistenza. Per poi passare agli aspetti di natura contabile per i quali sarà necessario definire criteri per la definizione delle tariffe di prestazioni rese”.

 

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