norcia 11Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati punta il dito sull'Esecutivo di Palazzo Donini per “l'abbandono ultradecennale del comprensorio di Norcia-Castelluccio-Forche Canapine” ed annuncia, in proposito una interrogazione. Liberati chiede in sostanza che la Regione restituisca centralità culturale, turistica ed economica al comprensorio nursino, assicurando innanzitutto accessibilità viabile a Norcia e alla sua montagna durante tutto l'anno, ma anche salvare le Marcite, custodire l'ambiente naturale di Castelluccio, senza dimenticare di calcolare i danni stratosferici inferti al nursino con l'assurda fine degli sport invernali a Forche Canapine.


(ASI) Perugia, - “Dopo tanto abbandono, interrotto solo da qualche succulenta cena al tartufo, la Regione finalmente si occupi di Norcia, di questo gioiello dimenticato: basta con viete parate, basta milioni di euro gettati in vuoti progetti, basta con la politica stracciona di sempre”. Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati punta il dito sull'Esecutivo di Palazzo Donini per “l'abbandono ultradecennale del comprensorio di Norcia-Castelluccio-Forche Canapine” ed annuncia, in proposito una interrogazione per sapere se “dopo decenni di nulla, la Giunta regionale vorrà finalmente proteggere Marcite, già candidate a patrimonio mondiale Unesco, luoghi di grande fascino e antico richiamo, con ogni probabilità realizzate a opera dei monaci benedettini, fabbricati e mulini antichi, scongiurando impaludamenti e strade-scempio, informando inoltre se su altro fronte siano mai stati calcolati i giganteschi danni inferti all’economia locale e regionale col disastro di Forche Canapine, con l'assurda fine degli sport invernali, comunicando dunque se e come intenda restituire a Norcia centralità culturale, turistica ed economica con un progetto sostenibile e integrato di sviluppo”. Ma il capogruppo pentastellato chiede anche “quali misure assumerà la Regione per assicurare alla montagna accessibilità viabile in tutti i periodi dell'anno e se vorrà sollecitare ANAS a concludere i lavori incompiuti, da anni e anni, per la messa in sicurezza della tratta tra il bivio di S. Scolastica e lo svincolo della galleria di Forche Canapine”.

Liberati fa sapere che “nelle scorse settimane il Movimento 5 Stelle ha incontrato a Norcia numerosi cittadini” e che “costoro lamentano che, tra i luoghi ridotti a periferia dall'immobile politica di questa Regione, c'è sicuramente Norcia. Una condizione di marginalità che si registra identica da decenni”.

Nell'atto ispettivo, Liberati rimarca che “malgrado passati altisonanti annunci di Regione ed Enti locali, restano al palo i progetti di sviluppo del comprensorio di Norcia, con un duraturo stato di abbandono riservato a un patrimonio culturale dell’Italia intera, area a torto marginalizzata in modo crescente, con ricadute fortemente negative a livello economico per Norcia e l’Umbria tutta”.

“Le Marcite – evidenzia Liberati - sono minacciate da un progetto di variante all’abitato nursino della SS 685 che prevederebbe un ponte stradale e una galleria artificiale proprio nella zona dei prati irrigui, con evidenti pericoli per le sorgenti locali. A Castelluccio di Norcia – aggiunge - si può osservare la straordinaria bellezza dei Piani, altopiano carsico-alluvionale dell’Appennino Umbro-Marchigiano ai piedi del Monte Vettore, nel Parco nazionale dei Monti Sibillini. I Piani – ricorda - sono tutelati con vincolo paesaggistico e inclusi nel parco nazionale dei Monti Sibillini e nel Sito di importanza comunitaria (S.I.C.) 'Piani di Castelluccio di Norcia'. Gran parte dei Piani (1.136 ettari) sono aree a uso civico di cui è titolare la Comunanza Agraria di Castelluccio. L’associazione Mountain Wilderness Umbria – fa sapere Liberati - ha recentemente ricordato come il Commissario per gli Usi civici di Lazio, Umbria e Toscana, con decreto del 30 novembre 2015, abbia fissato un’udienza l’11 aprile 2016 per la causa relativa a stabilire la natura dei terreni adibiti a parcheggi e aree sosta camper sul Piano Grande di Castelluccio di Norcia, nell’ambito del Piano di azione per la mobilità sostenibile, tuttora in corso di elaborazione. Elementi altamente critici – osserva il capogruppo pentastellato - sui quali anche il Gruppo regionale del M5S si è espresso, biasimando il sostanziale disimpegno politico dell’Ente sovraordinato rispetto a queste irrazionali decisioni intraprese dal Comune di Norcia, poiché la Regione si limiterebbe per lo più a una mera 'presa d’atto delle scelte operate dal Comune', così come asserito dall’assessorato all’Ambiente in risposta ad una nostra interrogazione”.

Entrando poi nel merito di Forche Canapine, Liberati rileva come “al di là dell’odierna stagione, gli sportivi che un tempo visitavano a migliaia Norcia e la sua montagna, se ne sono andati da un pezzo, poiché, tra le altre cose: le piste di fondo tra Forca Canapine e i Pantani non sono battute da anni, nonostante anche un battipista attrezzato di proprietà del Comune di Norcia; le piste di fondo nella zona dei Piani di Castelluccio, tra le più belle ed estese d'Italia, non sono parimenti lavorate; i tre skilift del comprensorio sono chiusi; la seggiovia eretta dalla Provincia all'inizio del 2000 con un grande impegno di spesa, risulta allo stesso modo chiusa da tempo. Ma ancora: la difficoltà di accedere ai parcheggi; mezzo sgombraneve vetusto con l'appalto dello sgombero neve assegnato a una ditta esterna che, lo scorso inverno, non è riuscita a far fronte adeguatamente alle necessità del comprensorio, lasciando isolata la montagna per tempi molto più lunghi che in passato.
E nel sottolineare altre molteplici criticità strutturali e ricettive, Liberati rimarca come invece “la Regione Marche ha condotto una politica lungimirante, favorendo l'ammodernamento degli impianti di risalita delle proprie 13 stazioni sciistiche, valorizzando il turismo invernale. In Umbria, viceversa – conclude -, sembra tardi per interventi di tipo conservativo, in quanto viabilità e impianti di risalita hanno ormai bisogno di interventi straordinari, dai costi ben più elevati, ma che potevano essere evitati con l’ordinaria manutenzione e una politica autenticamente attenta al patrimonio pubblico”


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