libro naticchioni 5(ASI) Perugia - Che lavoro faranno i nostri figli? In che modo la scuola e i modelli didattici innovativi possono contribuire a sostenere le aspirazioni dei giovani e a trasformare le loro attitudini in esempi vincenti di impresa? A questa ed altre domande ancora, prova a dare una risposta il volume “Allenarsi per il Futuro.

Idee e strumenti per il lavoro che verrà”, presentato in occasione della firma del Protocollo tra Regione e Bosch per favorire la transizione tra scuola e lavoro dei giovani. All’incontro erano presenti, oltre che degli autori, la presidente della Regione Catiuscia Marini, il procuratore generale della Repubblica Fausto Cardella, il vescovo di Perugia, monsignor Paolo Giulietti, Gianmarco Spinelli, giovane umbro manager a Londra in Bloomberg, Roberto Zecchino, direttore Risorse Umane Bosch e Fabio Costantini, di Randstad. L’evento è stato promosso dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica insieme alla Fondazione Bosch e al Gruppo di somministrazione Randstad. L’introduzione ai lavori è stata curata da Alberto Naticchioni, Amministratore Unico della Scuola Umbra, mentre a moderare l’evento c’era il vicedirettore del Nuovo Corriere Nazionale, Massimo Sbardella
Il saggio edito da Rubbettino, è scritto a quattro mani da Stefano Maria Cianciotta, editorialista e opinionista economico, docente all’Università di Teramo e da Pietro Paganini, esperto di innovazione e sviluppo economico, professore alla John Cabot University.
Secondo gli autori è urgente ripensare i modelli didattici e formativi in funzione delle profonde trasformazioni del mercato del lavoro: nel testo, che si compone di 5 sezioni ci si propone di individuare le occupazioni di domani, ma soprattutto si punta ad offrire un’analisi attenta ed efficace delle radicali trasformazioni del mercato del lavoro, ipotizzando le competenze di oggi e di domani, ma che la scuola non sembra ancora aver colto, né tanto meno essere in grado di fornire.
Gli autori auspicano quindi, un cambiamento forte ed impellente anche per i modelli didattici e pedagogici che dovranno ispirarsi alla curiosità, alla creatività e all’intraprendenza.
Di conseguenza, la scuola con la S maiuscola dovrà essere il luogo dove scoprire e provare a risolvere problemi, in pratica una sorta di palestra dove poter giocare e allenare costantemente curiosità, creatività e intraprendenza, oltre che apprendere nuove conoscenze ed esperienze.


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