(ASI) Perugia - “Proseguire sulla strada della semplificazione, dell’aggregazione e della innovazione per chiudere il ciclo dei rifiuti in Umbria, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati”: lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo all'iniziativa promossa da Cgil, Cisl e Uil Umbria sul tema “Da rifiuti a risorsa, idee a confronto per il Piano regionale smaltimento rifiuti”, che si è svolta oggi a Palazzo Donini.
“In Umbria non ci sono né emergenze, né criticità legate ai rifiuti - ha aggiunto la presidente. E’ tuttavia impellente procedere speditamente verso una complessiva riorganizzazione del sistema che, partendo da un indispensabile processo aggregativo dei circa trenta soggetti gestori, porti poi all’innovazione degli impianti e ciò grazie al concorso soprattutto di soggetti privati, in quanto l’impiantistica non è nella proprietà diretta del sistema pubblico. Certo – ha sottolineato Marini – si tratta di un percorso complesso, che impone anche la capacità di sapere mobilitare risorse per creare un mercato interessante. Allo sforzo che in questo ambito sta compiendo la Regione, a cui – ha ricordato Marini - compete il ruolo di programmazione, va affiancato un nuovo protagonismo dei soggetti privati, soggetti industriali capaci di operare investimenti innovativi finalizzati all’ammodernamento tecnologico, anche avvalendosi delle opportunità finanziarie previste per il settore, a partire da quelle europee. La nostra regione – ha proseguito – produce 480 mila tonnellate all’anno di rifiuti e in questi ultimi anni ha visto crescere la raccolta differenziata, ma una parte dell’Umbria su questo fronte è in ritardo. La percentuale di raccolta che come Regione abbiamo indicato ai Comuni di dover raggiungere entro dicembre 2016, pari al 60 per cento, per arrivare al 73 per cento nel 2017, è un obiettivo possibile anche se insufficiente se non c’è adeguamento degli impianti. Incrementare la raccolta, migliorandone la qualità, aumentare il riuso ed il riciclo, e diminuire i conferimenti in discarica rimangono i punti salienti del Piano regionale dei rifiuti dell’Umbria”.
“Come Umbria ci siamo assunti nell’ambito dello ‘Sblocca Italia’ un impegno preciso: quello di non superare le 80 mila tonnellate di rifiuti, un quantitativo – ha spiegato – che giustifica l’assenza di impianti di termovalorizzazione. Ora dobbiamo creare le condizioni che ci consentano di tenere fede a quell’impegno. E in questo quadro un ruolo da protagonisti deve esser giocato dai Comuni e dall’Auri, con la semplificazione degli assetti societari e il riordino degli impianti, così da poter chiudere il ciclo dei rifiuti. Con l’impegno di tutti – ha concluso Marini - in Umbria siamo nelle condizioni di operare le scelte ambientalmente più sostenibili, anzi l’Umbria potrebbe diventare per le sue specificità una regione pilota di esperienze interessanti e coerenti con la sua storia di sostenibilità”.