Nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa, sessione dedicata al Question time, il consigliere Sergio De Vincenzi (Misto-Umbria next) ha chiesto all’assessore alla Salute, Luca Barberini, gli intendimenti della Giunta regionale riguardo ai servizi sanitari in ambito di salute mentale in Umbria e le proposte che intende attuare per risolvere le criticità attuali in vista della stesura del nuovo Piano sanitario regionale.
(UMWEB) Perugia. Nell’illustrazione dell’atto, De Vincenzi ha ricordato che “il Rapporto Nazionale 2017 sulla salute mentale in Italia della Società di Epidemiologia Psichiatrica evidenzia per l’Umbria gravi carenze e criticità dei servizi sanitari che incidono negativamente sulla salute dei pazienti e sul benessere delle rispettive famiglie. La spesa sanitaria per la salute mentale, nella nostra regione, costituisce il 4,6 per cento delle risorse, a fronte del dato medio nazionale del 3,4. Il costo pro-capite in Umbria è superiore, rispetto alla media nazionale, di oltre il 34 per cento e l'incidenza di tale spesa sul Fondo Sociale Europeo è di oltre il 33 per cento. Ma i risultati non brillano. L’Umbria è tra gli ultimi posti in Italia con il 41,8 per cento in meno di dotazione di personale specializzato rispetto alla media nazionale; i posti letto ospedalieri sono il 53,4 per cento in meno. Così non si riesce a far fronte ai numerosi Trattamenti sanitari obbligatori, che sono il 12,3 per cento in più rispetto alla media nazionale, passando, nel solo Comune di Perugia, dai 96 del 2016 ai 141 del 2017. Gli accessi al Pronto Soccorso generico per patologie psichiatriche sono superiori del 27,5 percento sulla media nazionale; le strutture residenziali in Umbria sono il 139,6 per cento in più; le strutture semi-residenziali sono al di sotto della media nazionale del 36,6 per cento. La scarsa disponibilità di posti letto comporta che il 25 per cento dei pazienti umbri sono costretti a migrare fuori regione per ricevere cure e supporto, aggravando i conti e le finanze pubbliche e delle famiglie. In Umbria non esiste un reparto specifico di ricovero temporaneo che dopo le dimissioni dal Servizio psichiatrico di diagnosi e cura operi il monitoraggio dei paziente fino a quando non viene preso in carico dal Centro di Salute Mentale competente. È necessario garantire ai pazienti diagnosi precoci e corrette ed un'assistenza sanitaria che tuteli la dignità delle persone e delle famiglie di origine”.
L’assessore Barberini ha risposto che “i servizi per la salute mentale vanno assolutamente potenziati, tanto quelli ospedalieri quanto quelli territoriali. Per questo nel nuovo Piano sanitario regionale che stiamo redigendo ci sarà un paragrafo specifico dedicato proprio al tema della salute mentale, che punterà al miglioramento della situazione. Dobbiamo però essere coscienti della forte criticità che viviamo sul personale sanitario. Sofferenza che condividiamo con tutte le altre regioni in equilibrio di spesa che devono rispettare parametri del 2004 per il costo del personale. In un incontro con il Ministro la settimana scorsa abbiamo chiesto di superare questa criticità e speriamo che questo possa avvenire il prima possibile. In Umbria siamo partiti dai dati del 2015, che erano abbastanza preoccupanti, per migliorare e aumentare la qualità e la quantità dei servizi nella saluta mentale. Ma il rapporto ricordato dal consigliere riporta dati imprecisi: dall’analisi della Regione emerge che nel 2016 per la spesa sanitaria per la salute mentale è scesa al 3,5 per cento, in linea con il dato nazionale; mentre per il personale impegnato le figure complessive per il 2016 erano 352, quindi un dato inferiore rispetto alla media nazionale del 26 per cento e non del 41. Per la dotazione di posti letto, in Umbria non vi è carenza ma una diversa distribuzione tra ospedalieri e territoriali: sommando quelli ospedalieri, residenziali e semiresidenziali, l’Umbria conta 17,7 posti contro i 17,9 della media nazionale; quindi non si evidenzia una reale carenza quanto una diversa articolazione dell’offerta. Comunque entro ottobre ci sarà un ampliamento di posti letto all’ospedale di Foligno e di Città di Castello. Per i Tso si passa si passa dai 179 casi del 2016 ai 210 del 2017, con un incremento di 31 casi, pari al 17,3 per cento, per la quasi totalità a Perugia. Le verifiche post-dimissioni non sono particolarmente significative, perché i dati sono addirittura inferiori rispetto al dato nazionale, in quanto il dato umbro è di 14 giorni rispetto ai 30 giorni. Per l’incremento degli accessi al Pronto Soccorso, si rileva che nel Piano nazionale c’è una diversa allocazione delle attività”.
Nella sua replica De Vincenzi si è detto “soddisfatto che l’Asssessore abbia presente l’urgenza di affrontare il tema della salute mentale in Umbria. Speriamo che il Piano sanitario ci porti ad una forte riorganizzazione, che elimini doppioni per liberare risorse laddove necessario”.