(UNWEB) Perugia. È servita a raccogliere osservazioni, indicazioni e suggerimenti la consultazione pubblica che si è svolta a Palazzo Donini con la quale è stata avviata la fase finale della partecipazione sulla proposta di aggiornamento 2016-2021 del Piano regionale di tutela delle acque preadottato dalla Giunta regionale. Presieduto dall’assessore regionale all’Ambiente e all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, all’incontro erano stati invitati a partecipare tutti i soggetti interessati, dai rappresentanti delle istituzioni locali, degli Ati (Ambiti territoriali integrati), società di gestione del servizio idrico, consorzi di bonifica, associazioni imprenditoriali ed agricole, ordini e collegi professionali, associazioni di protezione ambientale e dei consumatori.
Dopo una prima fase di partecipazione articolata in vari incontri svolti nel 2015 e nel corso di quest’anno, alcuni dei quali specifici con le associazioni dell’imprenditoria agrozootecnica, e che ha portato a un aggiornamento della proposta elaborata dagli uffici regionali, la Giunta regionale ha voluto promuovere una partecipazione pubblica per acquisire ulteriori contributi prima della definitiva adozione del documento finale da parte della Giunta regionale che dovrà avvenire entro dicembre.
“Abbiamo proceduto a un aggiornamento del Piano approvato nel 2009 non solo per renderlo coerente con le attuali normative comunitarie, nazionali e regionali e per un adempimento di legge – ha detto l’assessore Cecchini – ma soprattutto per calibrarne meglio le misure alla luce dell’evoluzione quantitativa e qualitativa delle risorse idriche dell’Umbria. In questi anni, grazie anche alle misure contenute nel Piano ora in vigore e stabilite in una fase di emergenza per la gestione dei liquami zootecnici in alcune zone, abbiamo infatti ottenuto risultati importanti verso il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e tutela delle acque prefissati e che ci consentono oggi di adottare misure meno rigide per il settore agroalimentare e produttivo, nel confermare gli stessi obiettivi di prevenzione e riduzione dell’inquinamento dei corpi idrici, di ulteriore miglioramento dello stato delle acque e una loro adeguata protezione, dell’uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, del mantenimento della capacità dei corpi idrici di sostenere comunità animali e vegetali ampie e diversificate.
“Importanti per il miglioramento della qualità delle acque – ha ricordato – sono stati anche i cospicui investimenti effettuati dalla Regione per adeguare e potenziare gli impianti di depurazione così come saranno significativi gli interventi che potranno essere attuati con numerose misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, a integrazione degli strumenti individuati dal Piano di tutela delle acque”.
L’assessore Cecchini si è soffermata sul servizio idrico: “obiettivo prioritario e non ancora raggiunto – ha detto – è quello del contenimento delle dispersioni idriche dalle reti. Il servizio integrato pubblico deve fare un salto di qualità in avanti e conseguire i risultati attesi per la difesa di un bene primario quale è l’acqua”.
L’aggiornamento del Piano di tutela delle acque “promuove un utilizzo consapevole del bene acqua anche attraverso una semplificazione delle procedure” ha rilevato il dirigente del Servizio regionale Risorse idriche, Angelo Viterbo, invitando a contribuire alla costruzione e alla realizzazione di un percorso comune per il raggiungimento del “buono stato ecologico in tutti i 147 corpi idrici dell’Umbria”.
Dal monitoraggio effettuato dall’Arpa dal 2013 al 2015 per la valutazione dello stato ecologico, è uno dei dati contenuti nella proposta di aggiornamento del Piano di tutela delle acque, emerge che il 45% dei corpi idrici monitorati ha raggiunto, al termine del 2015, l’obiettivo di qualità ambientale fissato dalla Direttiva Quadro sulle acque dell’Unione europea, con un 43% di corpi idrici classificati in stato buono e un 2% in stato elevato. Il 35% dei corpi idrici presenta qualità delle acque in classe sufficiente, mentre il 20% dei corpi idrici mostra uno stato di qualità fortemente compromesso, con un solo un corpo idrico in stato ecologico cattivo. Dal confronto con i risultati del periodo 2008-2012, si evidenzia, nell’ultimo triennio, un netto miglioramento delle condizioni ecologiche di molti dei corsi d’acqua monitorati: le principali variazioni riguardano il passaggio allo stato buono di molti corpi idrici che avevano presentato in precedenza moderate alterazioni della qualità.
Dopo un’analisi aggiornata delle pressioni e degli impatti di origine civile, industriale e agrozootecnica sui corpi idrici superficiali (da cui si evince ad esempio che rispetto al quadro del 2009 le acque superficiali risultano di qualità mediamente buona per il 94% dei corsi d’acqua), di quelli sotterranei e un’analisi dei cambiamenti climatici e dei fenomeni di desertificazione e siccità, la proposta contiene il nuovo programma di monitoraggio 2015-2020 e le misure di intervento.
Sono definite le misure di base (quali quelle per la tutela quantitativa delle acque, per gli inquinamenti puntuali, per la tutela nelle aree protette o per le aree sensibili, quelle per le acque designate da balneazione), le misure complementari (attivate dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020), e le misure territoriali (introdotte con l’aggiornamento del Piano).
La fase di partecipazione, attuata anche attraverso un questionario, terminerà il 14 dicembre. La proposta definitiva dovrà essere adottata dalla Giunta regionale entro dicembre e trasmessa al Ministero dell’Ambiente e alle Autorità di Distretto idrografico per acquisire il parere obbligatorio, per proseguire poi l’iter in Consiglio regionale.