GuasticchiAgenzia Stampa Italia ha intervistato Marco Vinicio Guasticchi – vice presidente vicario del Consiglio Regionale dell'Umbria.

La data del 4 dicembre 2016 si avvicina, la gente vuol sapere le motivazioni del perché dovrebbe votare SI.

 (ASI) «Le motivazioni sono tantissime però ovviamente in una fase così ristretta della tempistica bisogna andare un po’ più sul concreto. Qui c’è una grande sfida tra chi vuole mantenere tutto come è e chi invece con il SI, nel caso specifico vuole iniziare un percorso importante di cambiamento, di rinnovamento di riorganizzazione dello Stato quindi della Costituzione e dell’assetto istituzionale, i veri temi sono questi, quando a Renzi viene contestato che il quesito referendario è stato sintetizzato eccessivamente sul SI o sul NO, io su questo contesto apertamente su coloro che attaccano Renzi, perché oggi effettivamente il vero quesito determinante e quello che ho posto prima cioè chi vuole mantenere lo status quo e chi vuole procedere nella strategia di cambiamento che ha messo in campo Renzi. E’ vero non sono state fatte grandissime modifiche, non abbiamo ancora fatto una riorganizzazione radicale dell’apparato istituzionale come noi siamo abituati a conoscerlo però è anche vero che abbiamo iniziato. Ve lo dice uno che dalle riforme di Renzi ha subito delle penalizzazione, perché da Presidente della Provincia sono state eliminate le Provincie , non ero assolutamente d’accordo, ma capendo quale era la logica e la strategia e poi uno si adegua e cerca di capire e di estrapolare gli elementi positivi di scelte che non condivide pienamente.

Per quanto riguarda le Regioni da Consigliere Regionale ovviamente e giustamente in parte da il riequilibrio di quelle che sono le indennità dei Consiglieri Regionali, anche se l’Umbria è il fanalino di coda per fortuna rispetto all’indennità a livello nazionale di equiparare queste indennità a un Sindaco Capoluogo di Regione che è un vero front office dell’attività amministrativa ed è giusto che ci sia anche questa equiparazione.

Quindi io alla fine avrei potuto tranquillamente per queste motivazioni votare per il NO invece sono il più convinto assertore del SI perché bisogna eliminare la componente personale su queste vicende e pensare soprattutto al bene comune sono convinto che passando il SI in maniera anche decisa avremo la possibilità di vedere un’Italia migliore un’Italia nuova quantomeno questa volta c’è la forte convinzione di provarci cosa che in passato si è fatta tanta melina come si direbbe in termini calcistici per poi arrivare ad un nulla di fatto».

Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, va ricordato che non esiste il quorum in questo specifico referendum in cui saranno cambiati 47 articoli della costituzione. Cosa pensa in merito alle accuse rispetto alla possibilità di una deriva autoritaria con la vittoria del SI e se dovesse vincere il NO ci sarebbe un rischio della zona euro? Sono eccessi che confondono i cittadini che devono liberamente votare?

«Parliamoci chiaro, come dicono in molti il 5 dicembre il sole sorgerà ancora, quindi i Catastrofisti secondo me non hanno gioco facile in questa partita. La partita legata all’Europa è insostituibile, ciò è impensabile che qualsiasi risultato referendario possa mettere in discussione il fatto di rimanere in Europa di rimanerci e di lavorare perché altri stati entrino e ci sia una politica comune, proprio contro i populismi che stanno imperando in tutta Europa. Se vince il SI la deriva autoritaria ancora nessuno è riuscito a spiegarci quale dovrebbe essere, perché le elezioni politiche ovviamente non vengono minimamente toccate viene toccate, viene eliminato il Senato ma il Senato oggettivamente rappresenta più un freno che un elemento di garanzia. Quando nacque la Costituzione, certamente uscendo l’Italia dal fascismo c’era bisogno di un equilibrio dei poteri e quindi questo doppio parlamento aveva una sua logica, oggi effettivamente è un freno all’iter delle leggi quindi se con il SI si accelera l’iter dell’approvazione delle leggi non c’è una deriva autoritaria c’è una deriva democratica e certamente poi il fatto l’aver mantenuto un Senato delle Regioni, poi elezione di secondo livello di fatto ma solo in questa prima fase ma poi è prevista una elezione inserita all’interno di quelle che sono le elezioni regionali da solamente un significato cioè quello che i troppi livelli istituzionali a volte bloccano l’attività e la democrazia. Quindi non c’è nessun vulnus in assoluto perché alcuni livelli elettivi diciamo si soprapponevano quindi oggi ritengo che questa sintesi che è stata fatta poteva sicuramente essere fatta meglio più approfondita ma poi alla fine basta iniziare poi per trovare soluzione migliorative c’è sempre tempo, quindi ecco perché bisogna votare SI e perché il SI da molte più garanzie che un NO che lascia tutto come è».

Redazione Agenzia Stampa Italia


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