20171020 111945Il convegno è stato organizzato dal Panathlon International Club Clitunno

Molti gli ospiti illustri tra cui il presidente del Cip, Luca Pancalli

(UNWEB) FOLIGNO - "Lo sport deve essere visto come strumento per aiutare le persone nei momenti più difficili, che veicola valori come quelli della fratellanza, dell'inclusione, della solidarietà e dell'amicizia". È quanto affermato da Luca Pancalli, presidente nazionale del Cip (Comitato Italiano Paralimpico), intervenuto questa mattina (venerdì 20 ottobre) al convegno nazionale promosso dal Panathlon International Clitunno presso la sala Rossa di palazzo Trinci a Foligno. L'iniziativa è stata organizzata in occasione dei 25 anni dalla nascita del Club con lo scopo di onorare la memoria del primo presidente e fondatore Ferdinando Rossi, anche ex presidente del Coni Umbria, per l'impulso dato allo sport ed ai suoi valori.

"I valori che trasmette il cristianesimo – ha proseguito Pancalli - sono simili a quelli dello sport in quanto pongono le persone al centro di tutto. Lo sport deve essere uno strumento attivo per il territorio, di cultura. Personaggi paralimpici come Bebe Vio, Giusy Versace, Alex Zanardi ed Annalisa Minetti offrono un servizio al paese. Sono testimonial di come hanno saputo trasformare un loro momento difficile in un qualche cosa di positivo diventando protagonisti del loro vivere quotidiano. Le paralimpiadi devono essere viste come uno strumento per contagiare virtuosamente la società su questo tema. Noi dobbiamo far sì che le persone disabili divengano protagoniste del loro vivere quotidiano affinché non chiedano il suicidio assistito perché se lo fanno vuol dire che abbiamo fallito".

I lavori del convegno sono stati moderati da Francesco Emanuele, presidente Panathlon International Club Clitunno. In apertura hanno portato i loro saluti: Nando Mismetti, sindaco di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno, Donatella Porzi, presidente dell'Assemblea Legislativa dell'Umbria, Sabrina Boarelli, dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Umbria, Donato Renato Mosella, già presidente Csi nazionale.

Oltre a Luca Pancalli hanno relazionato mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto e presidente Conferenza Episcopale Umbra, Roberto Fabbricini, segretario Generale del Coni, Edio Costantini, presidente della fondazione "Giovanni Paolo II" per lo sport e consultore del Pontificio consiglio della cultura, Roberto Segatori, sociologo dell'Università degli studi di Perugia, mons. Vittorio Peri, vicario Episcopale per la cultura ed autore del libro "Fede e sport".

Mons. Renato Boccardo nel corso del suo intervento ha sottolineato che "lo sport è molto di più di un esercizio fisico ma ha un compito educativo che, oggi più che mai, è imprescindibile. I suoi assi portanti sono l'accoglienza, l'inclusione e l'aggregazione. Oggi si può parlare di umanesimo sportivo". "Il fine con cui è nato il Coni - ha detto Roberto Fabbricini - è ormai superato. Non è importante trovare e formare giovani per farli partecipare a competizioni internazionali. Non è importante se una persona vince o perde ma la cosa fondamentale è come ha giocato. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dice sempre che nel futuro non ci dovranno più essere due Comitati ma uno solo, che unisca il mondo olimpico a quello paralimpico". "La competizione sportiva spinge l'atleta ha dare il meglio di sé - ha sottolineato anche Edio Costantini - permettendogli di conoscere i propri limiti e le potenzialità: è questa la nostra fortuna. Lo sport porta l'uomo ad andare oltre se stesso. Dare senso e significato alla vista dei nostri giovani e lo sport aiuta. L'esperienza sportiva è uno strumento di lettura sul senso della vita". Un po' contrapposti ma entrambi interessanti gli interventi di Roberto Segatori, sociologo dell'Università degli studi di Perugia e mons. Vittorio Peri, vicario Episcopale per la cultura ed autore del libro "Fede e sport"

Ha concluso i lavori, in qualità di testimonial, padre Stefano Albanesi, parroco della parrocchia di Santa Maria degli Angeli ed ex calciatore professionista. Ha raccontato la sua storia, legata sin da piccolo al mondo dello sport prima come atleta velocista poi come calciatore di serie A. Un ragazzo che ha avuto nel cuore da sempre di "guadagnare soldi per costruire un oratorio" ma che poi ha lasciato il mondo del calcio per ritirasi in convento. Un percorso che non ha rinnegato ma che ha sfruttato per delineare e collaborare fattivamente per esercitare al meglio il suo operato di frate. "Grazie al calcio - ha detto Albanesi - ho imparato a progettare e studiare lavorando in squadra. Un modo di operare che oggi mi è utile per mettermi al servizio delle parrocchie di cui mi occupo".

Francesco Emanuele, infine, a margine dell'incontro ha dichiarato: "Non mi aspettavo tanto successo per questa iniziativa. Ringrazio le scuole del territorio intervenute, per l'attenzione presentata dai ragazzi. Ringrazio il Cip ed il Coni per la sensibilità che hanno dimostrato aderendo all'iniziativa, tutti gli ospiti che hanno relazionato e i rappresentanti delle istituzioni. Un plauso va in particolar modo a padre Stefano Albanesi per il bellissimo intervento.

Il convegno è stato realizzato con l'adesione del Coni, del Cip e dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Umbria e con il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e dei Comuni di: Foligno, Bevagna, Campello sul Clitunno, Cannara, Cascia, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Foligno, Massa Martana, Montefalco, Nocera Umbra, Norcia, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino. Sellano, Spello, Spoleto, Trevi e Valtopina.

Erano presenti rappresentanti degli istituti delle scuole superiori di Foligno, delle associazioni sportive e degli oratori della regione.


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