SET 7607manuel de lucaTG(UNWEB) È solo zero a zero tra Cittadella e Perugia, nella partita in cui per entrambe c’era un solo, vero risultato cui puntare, la vittoria. Il Grifo brillante e pimpante di qualche settimana fa non c’è più e allora i grifoni si adattano alla battaglia, devono badare principalmente, se non esclusivamente,  a non prenderle.

Poi, nel finale, il Grifo, che aveva sofferto la dinamicità e i movimenti senza palla dei veneti, reclama anche un rigore per un fallo in area su Marros. Il penalty era sacrosanto, ma Robilotta, al rientro dopo una lunga assenza, non lo vede e  il var  (Ghersini e Di Gioia) non richiama incredibilmente a sua attenzione. Di mancanza di coraggio ha parlato Alvini, e sottoscriviamo. Perché, pur dopo una prestazione non da incorniciare, questo episodio avrebbe cambiato le prospettive di classifica della stagione, falsata da questo e dagli episodi precedenti, tutti a sfavore del Perugia. Quanto alla prestazione della squadra di Alvini, va considerato che su essa influisce anche l’avversario. Il Cittadella è squadra organizzata, con buona qualità in avanti, capacità di palleggio e abilità nelle verticalizzazioni. Porta in area avversaria molti uomini, pressa alto e fa sue tutte le seconde palle, la squadra di Gorini. Questo dà continuità alla manovra veneta e, alla lunga, provoca affanno alla retroguardia umbra, che comunque regge, nonostante il centrocampo filtri e costruisca  poco, gli esterni quasi non si vedano in campo, D’Urso non incida  e gli avanti abbiano poche palle giocabili, anche perché il,Perugia attacca con pochi giocatori. Le occasioni per il Perugia sono due, nel primo tempo; mentre il Cittadella, in tutti i novanta minuti, ne costruisce almeno cinque. Ma il risultato non si sblocca, il Grifo soffre in trincea, a volte barcolla, ma non cade. E nel finale, l’attenzione si focalizza sull’episodio del rigore negato, che necessariamente prende il sopravvento nel commento della partita. Perché non è il primo che penalizza i biancorossi. E, unito agli altri precedenti, dalla trasferta di Brescia al rigore concesso al Benevento a fine tempo già fischiata, delinea una specie di cinico quasi-omicidio delle speranze biancorosse. Quasi, perché ancora ci sono 15 punti in palio e il Grifo non molla. Anche se ci vorranno ben altre prestazioni. E ben altre prove di  capacità anche da parte  degli arbitri.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia


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