(UNWEB) Molte recriminazioni, ma molto orgoglio. Il Perugia, e questo è il motivo dell’orgoglio, esce dai play off dopo aver meritato di vincere contro un Brescia dai grandi valori tecnici, ma dominato dai grifoni sul campo.
Le recriminazioni sono verso l’arbitro, Fourneau di Roma, che è stato decisivo nell’indirizzare la partita nei momenti cruciali e decretare l’eliminazione del Grifo. Non solo e non tanto sul rigore concesso nel recupero del primo tempo per un mani di Curado su conclusione ravvicinata, deciso dopo aver consultato il VAR, e che avrebbe anche potuto essere non concesso. Ma l’errore più grosso l’arbitro lo ha commesso all’88’ quando il Perugia, dopo una partita condotta magistralmente con generosità e acume, era riuscito a segnare con Santoro. Prima della conclusione, però, c’era stato uno scontro fortuito in area, senza nessun fallo da una parte e dall’altra. Founeau-Pilato ha fischiato fallo di conclusione e annullato la segnatura, evidentemente dimostrando di non sapersi assumere la responsabilità di concedere un gol regolare che avrebbe chiuso la partita molto probabilmente ai tempi regolamentari. E il VAR? Anche stavolta, come già a Brescia nella partita di ritorno della stagione regolare, nessuna segnalazione. Insomma, la beffa si ripete, ma stavolta nella partita secca dei play off che avrebbe potuto aprire al Grifo le porte della semifinale. Di fronte a questo clamoroso errore di Fourneau, sul quale certamente può aver influito il contesto ambientale, la cronaca dovrebbe lasciare il passo alle interpretazioni meno benevole. Non alludiamo a indimostrabili complotti ma, semplicemente, alla mediocrità sempre più evidente di una classe arbitrale che non ha la preparazione e la personalità per far finire una partita quando è giusto che finisca e con il vincitore che sul campo ha meritato e costruito regolarmente il gol della vittoria a un minuto dal novantesimo. Resta agli atti, certamente, l’ottima prova di squadra fornita dai grifoni, che è stata il comprendilo di tutta la stagione per coraggio, generosità, capacità di giocarsela alla pari con tutti, specie i più forti, veri o presunti. Una stagione iniziata senza squilli di fanfare e che è terminata con i riconoscimenti più ampi. Una stagione di cui far tesoro per costruire il Perugia 2022-23, ripartendo da Alvini e intervenendo per colmare le lacune di organico spesso mascherate dall’organizzazione di gioco e dal cuore dei grifoni. L’amarezza per il 2-3 di Brescia resta profonda, ma è tutta e solo indirizzata alla prestazione dell’arbitro e degli assistenti al VAR e deve essere smaltita in breve tempo. Perché la squadra in campionato ha dato molte soddisfazioni, molti segnali da coltivare, precise indicazioni sugli aspetti sui quali intervenire per migliorare. Sta qui il programma di lavoro futuro per la società, il direttore sportivo e lo staff tecnico. I tifosi, encomiabili per tutto l’anno ed eccezionali oggi a Brescia, si aspettano e si meritano un grande lavoro.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia